Tutte le mattine quando mi sveglio vedo un bambino di quasi otto mesi che mi sorride e riempie la mia giornata di allegria. Da quando esiste lui non ho più avuto un solo risveglio di cattivo umore. Lui ride e cerca il riso della madre. Gioca e cerca me. Mi sveglia ridendo e si continua così. Anche mentre sto scrivendo queste righe lui mi chiama e ride.
Ora non potrò più svegliarmi e guardarlo senza pensare a quella piccola a cui hanno tolto la madre. A cui hanno tolto il diritto di ridere con lei, i suoi baci, le ninne-nanne, la tenerezza, l’amore, la tetta, l’attenzione affettuosa…
Per sempre.
Potete immaginare il cuore di quella creatura da oggi in avanti? Potete sentirlo? Riuscite a pensare che ancora non parla e quando lo farà non potrà mai indirizzare la parola mamma?
Gli animali di una data specie non uccidono i componenti della stessa specie. Soprattutto se una femmina ha i cuccioli. Solo le altre specie potrebbero farlo… e non sempre lo fanno: anche gli animali sanno provare pietà. E non sono rari i casi in cui un animale che ha ucciso una femmina di altra specie si prenda cura dei suoi cuccioli rimasti orfani. La storia è piena di esempi simili.
Chi ha ucciso Dina Dore a Gavoi certamente non appartiene alla specie umana, dunque, nel caso si scoprisse chi è stato, penso sia logico non assoggettarlo alle regole della nostra specie. Con quel gesto assassino essi stessi hanno dichiarato una non-appartenenza neppure formale.
Ora chiedo solo una cosa: per favore si lascino da parte analisi socio-antropologiche che potrebbero collegare questo gesto ad ipotetiche origini ancestrali. Si lascino da parte tutte le teorie sul ‘carattere’, la ‘deriva culturale’, la ‘crudele società barbaricina’, ecc… Se qualcuno lo facesse mi offenderebbe personalmente: io vengo da lì, appartengo a quella terra, ma nelle mie origini non esiste né è mai esistito lo spettro di un simile gesto. Fra la mia gente, sulla mia terra, nella mia specie, tutto ciò non è comprensibile né giustificabile. Non lo prevede, anzi, lo esclude nelle sue fondamenta.
Dunque a cosa appartengono questi assassini? Ad un mondo nuovo che si sta creando? E chi lo sta creando? Forse chi l’ha già sperimentato in Bosnia, in Palestina, in Iraq, in Kurdistan, fra i Tutsi e gli Hutu del Rwanda, in Darfur, in Cecenia, fra gli indios e i nativi di tutte le colonizzazioni, fra gli ebrei ed i rom dei campi di sterminio.
Questi assassini appartengono ad un mondo in cui la realtà è tale è solo perché passa dentro uno schermo, i valori lo sono soltanto se monetizzabili, l’etica non ha sostanza né spazio, l’altro individuo esiste solo in quanto merce o consumo…
Dunque non sono animali compatibili con la mia specie.
Io posso soltanto maledirli. E li maledico.
Siamo ad un bivio finale:
o il mondo è quello che ho creduto di costruire anch’io, o è l’altro.
In quel caso ditemelo e datemi un po’ di tempo per potermi congedare.
articolo apparso su Altravoce del 28/3/2008
ULTIM’ORA
pare che Dina Dore sia rimasta ben 6 ore chiusa nel cofano della sua auto
pare che per aprire quel cofano si attendesse l’arrivo del giudice e della scientifica
non vorremmo che l’avesse uccisa la burocrazia…
>vigliacchi! chi sa parli.
http://www.bardaneri.splinder.com
>Completamente daccordo. Sono delle bestie senza nessuna scusante e soprattutto senza ricorrer alle origini ancestrali di cui parli!
Animali senza onore.
Fabri
>lo sdegno, l’orrore, la rabbia, e non so che altro che mi strappa le lacrime…e non possono appartenere al genere umano. io mi rifiuto di pensare che i mostri appartengano alla nostra specie.
cri
>Caro Alberto ciao,spero tu stia bene,anzi che stiate bene!
ho letto il tuo scritto su L’ALTRA VOCE. Inutile dire che ne condivido assolutamente l’amarezza di fondo. Anch’io come te vedo una grande degenerazione che attraversa molti aspetti del vivere sociale… e che spesso devasta anche l’interiorità dei singoli.
Quando vincono”le cose”ed il loro possesso diventa valore assoluto che motivi possiamo trovare Alberto per sperare in un futuro migliore? Ahimè….
ti abbraccio con l’affetto di sempre.
Teresa
>Carissimo Alberto
Ho appena letto l’ articolo che hai scritto… con le lacrime agli occhi, di pena e di rabbia furiosa, come non essere d’accordo con te?
In natura non esiste specie animale capace di un gesto tanto violento e ingiustificato, solo certe “bestie umane” possono commettere una simile atrocità. Ho sempre pensato a Gavoi come una sorta di isola felice, rispetto alle realtà violente dei paesi che lo circondano, ma evidentemente sbagliavo…
Penso a Dina, che conoscevo benissimo, siamo state anche insieme a scuola, e il mio cuore si fa piccolo come un seme tanta è la pena per lei, la bimba e tutta la sua famiglia. Sono certa che si è difesa energicamente e ha smascherato qualcuno, era una tosta, di quelle che non ci pensano due volte a rifilare un cazzotto per una parola mal detta, uomo o donna che sia, con la bimba vicina poi figurati… per la storia del cofano, a gavoi si dice che quando il marito è rientrato è ha trovato tutto il bordello e la bimba in lacrime, hanno subito pensato al sequestro, anche perchè in passato ci sono stati altri tentativi. La polizia è partita a cercarla fuori della casa, nessuno ha pensato alla macchina… alle 3 del mattino è il marito che ha pensato di controllare il cofano… dall’autopsia risulta che è morta quasi subito, soffocata dallo scotch che la avvolgeva come una mummia da testa a piedi… che orrore!
Mi associo alla tua maledizione…
Vi abbraccio forte tutti un bacione grande grande a Giordano