la resistenza è un'arte
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità ed è senza fini di lucro. Non può considerarsi un prodotto editoriale ex L.62 7/3/2001.
Tutto ciò che viene pubblicato qui è di mia esclusiva proprietà - ed è distribuito sotto una licenza con Attribuzione Creative Commons - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.
* I miei scritti sono copyleft per tutti coloro che ne faranno un uso sociale. Sono invece copyright per quelli che potrebbero ricavarne un vantaggio economico, in particolare le persone e le società che agiscono nel sistema chiuso della cultura, dell'arte, dell'informazione e del mercato.
* Mes écrits sont copyleft pour tous ceux qui en font un usage social. Au contraire ils sont en revanche pour tous ceux qui pourraient en tirer un avantage économique, en particulier les personnes et les sociétés travaillant dans le système clos de la culture, de l'art, de l'information et du marché.
* My writings are copyleft for social purposes. They are copyright for those who can benefit economically from it, particularly for people and groups working within the sphere of culture, art, information.
>sul sito di Daniele Barbieri – vedi link qui a fianco in "cari links in movimento"
4 aprile 2010 alle 10:51
Grazie, compagno Alberto.
Ormai ho imparato ad usare il termine “compagno” con molta prudenza e mi rende felice poterlo usare ancora, delle volte.
La “funzionalità”, che bella parola! Il pensiero non può che correre a Gramsci.
Abdullah Ocalan, il leader martoriato del popolo kurdo, dal carcere, attraverso i suoi avvocati, ha detto dell’influenza che hanno avuto su di lui i vari Marx, Lenin ma … sopratutto un tale Antonio Gramsci.
Penso al suo porsi organicamente e umanamente, dalla parte degli oppressi (e dei repressi) provando a rappresentarne sempre tutte le ragioni.
Assumendo un carico di rappresentanza, di regola, e ancor più se espressa in terra e fra gente “straniera”, sempre “revocabile” come dice e fa Alberto Masala, il quale chiude con una perla che si può leggere anche così: se hai da dare, non puoi che rifuggire da “atteggiamenti invasivi e colonizzatori” ma valorizza la ricchezza della diversità.
Così, insieme, potremo partecipare al corteo dell’umanità in movimento verso la convivenza pacifica, solidale, CIVILE!
Mi torna quindi, rinnovato, il desiderio di un altro viaggio, da fare con te ed il caro compagno Daniele, in quelle terre, anche più in alto, più vicino al cielo.