>Carissimo Alberto; Com molta amarezza ho letto la lettera aperta e letta a voce alta a Soru n 2. Però ho riso di gusto per le tue taglente parole, come pietre. Anche se a volte si ha voglia di tirale le pietre, quelle vere e non parole. Purtroppo per qualche arcano motivo mi sono persso la nr. 1, puoi rispedirmela, se ti va, quando rientri da San Francisco. Non mollare riguardo al progetto Asuni. Hanno appena nominato il Nuovo assessore, incrociamo le dita. Un abbraccio. A presto Paolo P.
Resistere sempre, è un dovere. So che lo farai e lo farete. Con i migliori auspici che un festival come il vostro, seppure senza un euro, trovi la forza di andare avanti con dignità e a testa alta.
Tornando alla tua “delusione”, credo che il problema non sia Soru, o almeno non solo lui …
Purtroppo, penso che il problema siano anche e sempre i sardi (quelli con la esse minuscola)
E tra questi, questo problema è anche e sopratutto l’invidia. Questo è il peccato più diffuso sicuramente tra coloro che, per posizione o ruolo nell'”establishment culturale isolano”, sempre che esista o sia mai esistito qualcosa di questo tipo qui da noi, potrebbero fare qualcosa ma non la fanno.
E sai quando queste persone NON fanno quello che dovrebbero e potrebbero? Succede quando le idee o le azioni artistiche e culturali, anche le migliori (a detta di chiunque) non possono essere “controllate” o assimilate, perché non sono venute a loro o non provengono dalla loro ristretta cerchia di amici.
Questa invidia è quella che da sempre in Sardegna fa crescere e proliferare, non solo nell’ambito artistico o culturale, l’unica cosa che sembra che la gente gradisca.
Ovvero la maledetta logica dei muretti a secco… E i politici si adeguano sempre in fretta a quello che la “gente” sembra volere.
Quindi, penso che il mio testo di un mese fa, sia sempre valido.
Lo riposto. E vi saluto tutti.
Troppi politici, sull’osso come cani, con il loro contorno di ballerine e nani, ultimamente, a sentir pronunciare questa brutta parola cultura, per questa Isola merce forse troppo pura, sono certo metterebbero mano alla pistola. Immagino sia la cosa che hanno più dura.
Non preoccuparti, hanno difficile mira, con i loro occhi storti. Ma la cosa li rassicura, e li rende più forti.
Solo una cura per chi ha avuto tutto. Troppo facilmente.
La cultura dei poveri, la cultura della memoria permanente, la cultura del perdente, per la poesia immanente, quella sempre vicina alla gente, Per loro non ha storia. Perché non paga. Genera solo disprezzo. Perché si nutre di idee e uomini e cose che non hanno mai avuto un prezzo.
Gli altri, quelli come noi, quelli che sanno, che sono niente, quelli che non fanno niente di brutto, quelli sani, fortunatamente, mettono una mano sul cuore e una sulla mente. E pensano che sia giusto, proseguire nonostante tutto.
Sono presente, anche io con te, con voi. Immagino saprai chi sono, sono quello che non vale niente. Fatti vivo quando vuoi.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità ed è senza fini di lucro. Non può considerarsi un prodotto editoriale ex L.62 7/3/2001.
* I miei scritti sono copyleft per tutti coloro che ne faranno un uso sociale. Sono invece copyright per quelli che potrebbero ricavarne un vantaggio economico, in particolare le persone e le società che agiscono nel sistema chiuso della cultura, dell'arte, dell'informazione e del mercato.
* Mes écrits sont copyleft pour tous ceux qui en font un usage social. Au contraire ils sont en revanche pour tous ceux qui pourraient en tirer un avantage économique, en particulier les personnes et les sociétés travaillant dans le système clos de la culture, de l'art, de l'information et du marché.
* My writings are copyleft for social purposes. They are copyright for those who can benefit economically from it, particularly for people and groups working within the sphere of culture, art, information.
>avviso al webmaster:
il link al programma non si ‘apre’,
prego verificare
mb
>Carissimo Alberto;
Com molta amarezza ho letto la lettera aperta e letta a voce alta a Soru n 2. Però ho riso di gusto per le tue taglente parole, come pietre.
Anche se a volte si ha voglia di tirale le pietre, quelle vere e non parole.
Purtroppo per qualche arcano motivo mi sono persso la nr. 1, puoi rispedirmela, se ti va, quando rientri da San Francisco.
Non mollare riguardo al progetto Asuni. Hanno appena nominato il Nuovo assessore, incrociamo le dita.
Un abbraccio.
A presto
Paolo P.
>Alberto.
Resistere sempre, è un dovere. So che lo farai e lo farete. Con i migliori auspici che un festival come il vostro, seppure senza un euro, trovi la forza di andare avanti con dignità e a testa alta.
Tornando alla tua “delusione”, credo che il problema non sia Soru, o almeno non solo lui …
Purtroppo, penso che il problema siano anche e sempre i sardi (quelli con la esse minuscola)
E tra questi, questo problema è anche e sopratutto l’invidia. Questo è il peccato più diffuso sicuramente tra coloro che, per posizione o ruolo nell'”establishment culturale isolano”, sempre che esista o sia mai esistito qualcosa di questo tipo qui da noi, potrebbero fare qualcosa ma non la fanno.
E sai quando queste persone NON fanno quello che dovrebbero e potrebbero?
Succede quando le idee o le azioni artistiche e culturali, anche le migliori (a detta di chiunque) non possono essere “controllate” o assimilate, perché non sono venute a loro o non provengono dalla loro ristretta cerchia di amici.
Questa invidia è quella che da sempre in Sardegna fa crescere e proliferare, non solo nell’ambito artistico o culturale, l’unica cosa che sembra che la gente gradisca.
Ovvero la maledetta logica dei muretti a secco…
E i politici si adeguano sempre in fretta a quello che la “gente” sembra volere.
Quindi, penso che il mio testo di un mese fa, sia sempre valido.
Lo riposto. E vi saluto tutti.
Troppi politici,
sull’osso come cani,
con il loro contorno
di ballerine e nani,
ultimamente, a sentir pronunciare
questa brutta parola cultura,
per questa Isola
merce forse troppo pura,
sono certo metterebbero
mano alla pistola.
Immagino sia la cosa
che hanno più dura.
Non preoccuparti,
hanno difficile mira,
con i loro occhi storti.
Ma la cosa li rassicura,
e li rende più forti.
Solo una cura per chi ha avuto
tutto. Troppo facilmente.
La cultura dei poveri,
la cultura della memoria permanente,
la cultura del perdente,
per la poesia immanente,
quella sempre vicina alla gente,
Per loro non ha storia.
Perché non paga.
Genera solo disprezzo.
Perché si nutre di idee
e uomini e cose
che non hanno mai avuto un prezzo.
Gli altri, quelli come noi,
quelli che sanno,
che sono niente,
quelli che non fanno
niente di brutto,
quelli sani, fortunatamente,
mettono una mano sul cuore
e una sulla mente.
E pensano che sia giusto,
proseguire nonostante tutto.
Sono presente,
anche io con te,
con voi.
Immagino saprai chi sono,
sono quello che non vale niente.
Fatti vivo quando vuoi.