Omicidio Francesco Lorusso – Una storia di giustizia negata – di Franca Menneas – un libro necessario – a questo link l’introduzione

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“Taliban, i trentadue precetti per le donne” compie 15 anni.

Per festeggiare l’Otto Marzo 2016, a tutte le donne che lo chiederanno entro questa settimana, contattandomi nella sezione del banner qui in alto (scrivimi), spedirò via mail il pdf del libro nel formato originale. Disponibile anche nella versione francese (tradotto da Ambre Murard) o inglese (tradotto da Jack Hirschman).     Buon 8 marzo a tutte.

Al link qui sotto si può leggerne il percorso:

notizie e storia del libro Taliban

foto di Fabiola Ledda

foto di Fabiola Ledda

Sono subissato di richeste… non pensavo… chiedo pazienza e cercherò di esaudire – Grazie a chi mi scrive –
alcune mi chiedono “quanto devono”… a me nulla – se proprio volete pagare, fate un’offerta al RAWA (http://www.rawa.org/), l’associazione delle donne rivoluzionarie dell’Afghanistan per le quali era stato scritto il libro (nella causale mettete: “from the book Taliban of Alberto Masala”).

Un grazie speciale alle bambine di una classe elementare di Milano che mi urlano in coro:”Grazie di aver scritto un libro per noi bambine!”. Mi hanno commosso molto (ho il cuore tenero) – naturalmente tutto era orchestrato dalla loro meravigliosa maestra che si chiama Angela…

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lettera a tutte

care amiche
in tante avete chiesto Taliban
e tantissime di voi mi hanno mandato messaggi graditi e anche commoventi

ora, scusandomi con chi l’ha già fatto e con tutte per l’invadenza (che non si ripeterà più… tranquille… non sono uno spammer), vi comunico che – LIBERAMENTE, senza obblighi, e solo chi ne ha voglia e possibilità – potete mandare al RAWA un’offerta (anche piccolissima, non importa…) che sarà molto importante per sostenere il movimento e far sentire a queste sorelle la vostra presenza e la vostra solidarietà.
In fondo, quel libretto che vi ho spedito serviva a questo.
Ripeto: senza obbligo e liberamente, e solo chi può e ne ha voglia…

il sito del RAWA è: http://www.rawa.org/index.php
c’è anche (in alto nel banner) la versione italiana (ma ho l’impressione che non funzioni da tempo e sia meglio rivolgersi al sito-madre originale…)

se farete un’offerta, mettete nella causale : “from the book Taliban of Alberto Masala”
vorrei che sapessero che questa operazione è ancora in piedi… e che noi esistiamo sempre

scusate per l’invio collettivo
un abbraccio affettuoso a tutte insieme
grazie
a.

una-risata

Non, vous n’êtes pas Charlie.

 

La risata è la linea più breve tra due punti.
E ogni volta rischiara
i vostri immutabili valori.

Posso portarla spenta nel cervello
da qualche parte, in basso, verso il fondo,
avvolta in ragnatele polverose.

Ma, come l’acqua,
ritorna sempre dove ne ha memoria.

E poi come l’amore, malgrado non permesso,
non arretra, dilaga, e ancora di nascosto
senza riguardo ci riemerge al cuore.

La risata
è la distanza giusta fra la patria e il senso.

Voi sarete presenti?
Sapete bene ciò che è conveniente
cercando la salvezza più adatta alla stagione…

Non, vous n’êtes pas Charlie.
Vous n’avez jamais été Charlie.

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Facciamo economia
(bilancio consuntivo di fine anno in ricordo di Vittorio Arrigoni)

 

Se oggi la pietà non costa molto
e un venditore è abile a rivenderla cara
ci si può ricavare un buon guadagno.
Anche la commozione rende bene
se acquistata a buon prezzo.

La nostalgia, al contrario,
si deve accumulare con lunghi investimenti
a pochi soldi, certo,
ma la resa è più bassa.

Il rendimento della carità
ha un ritorno immediato.
È confortante, alto,
ma dura poco e non si reinveste.
Di solito il cliente
in seguito ricorda ogni carezza
e si emoziona.
Non serve a nulla
ma è pur sempre un ricordo… una memoria…

La compassione, intesa nel suo senso più alto,
è un buon risparmio
è stabile, sicuro, e senza rischio.
Però non verrà niente
perché il cambio è fissato uno a uno.

La speranza non rende.
Anzi… si perde.
Non è un investimento.
Spesso è un titolo tossico, una truffa,
o, come la bontà, una lotteria.
Ma se il colpo funziona…

Pena, indulgenza e misericordia
richiedono assai liquidità:
lacrime, commozione… Ma daranno profitto?
L’investitore normalmente è attratto
dal premio successivo, da godere nei cieli
in rivalutazione… Ma
chi vende questi bond
non fornisce mai dati di ritorno.

La civiltà è un fallimento certo.
Ne abbiamo dei riscontri in tutti i tempi.

S’investe inizialmente con un fondo
morale o di cultura.
Poi parte una campagna capillare
con la pubblicità e offerte di sistemi
sicuri e confortanti.
Persuadono il cliente
ad investire in privilegiate
azioni di Ragione e Verità.
Per non rischiare, con armi e le minacce
si crea l’indotto e si produce il bene.
Però la concorrenza è molto forte.

Infine
resta l’umanità.
Non è quotata
e ha bisogno di nuovi investimenti.
Si raccatta per strada.
E non si vende.

Ma oggi è l’umanità che rende.

24 dicembre 2015

bilancio

Hommage à Paris et à la France pour le 13 de Novembre

de Robert Schumann: Les Deux Grenadiers (Die beiden Grenadiere), Op.49 n°1
cello: Giordano Bruno Màsala (8 ans)

Sono stato invitato al III Aprile Libertario del C.S.O.A. Pangea di Porto Torres
il 18 sarò lì. Ecco il programma:

aprile libertario -PANGEA

APRILE LIBERTARIO III Edizione

VENERDI 3 APRILE

ore 17:30 – Presentazione Programma. Apertura mostra-mercato “Repertorio Immaginario” le marionette di ELDA BROCCARDO nel sogno di Pangea

ore 18:30 – Il “Teatro Tradicional de Marionetas TONI ZAFRA” di Barcellona presenta il “GRAN CIRCO DELLE MARIONETTE”

ore 21:00 – FREE DOOM JAZZ – RICCARDO PITTAU Tromba, SIMONE SASSU Tastiere, ALESSANDRO ZOLO Contrabbasso, + Guest

Giovedì 9 APRILE – ANTROPOLOGANDO – Suggestioni: Gli ospedali psichiatrici chiudono?

ore 18:00 – Incontro con: Gisella Trincas, Presidente Associazione Sarda per l’attuazione della Riforma Psichiatrica – Daniele Pulino, Sociologo Università di Sassari e Fondazione Basaglia – Roberto Loddo, Portavoce comitato sardo STOP OPG.

ore 20:00 – MASSIMILIANO LAROCCA canta: “Canti Orfici” di Dino Campana

Sabato 11 APRILE ore 23:00 – DALLA PARTE DEL TORTO IX

RAW (Cagliari Punk Hc) – K’e-K’e-M – Baglio – Behind The Mirror (Lugano hc) + Jungle Riot (Drum ‘n Bass Lugano)

SABATO 18 APRILE – ANTROPOLOGANDO

ore 18:00 – Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa presenta il libro: Elettroshock. La storia delle terapie elettroconvulsive e i racconti di chi le ha vissute. (Edizioni Sensibili alle foglie).

ore 20:00 – S’ABBA POETICAE – ALBERTO MASALA + Guest

24-25 APRILE – ore 17:00 LIBERAZIONE FEST: La resistenza continua. Maratona Musicale Antifascista

C.S.O.A. Pangea Porto Torres – via Falcone e Borsellino 7

info quiPangea

Un mio commento all’analisi, che riporto sotto, dell’amico Nicolò Migheli su Sardegna Soprattutto.
8 Maggio 1945 - massacri coloniali in Algeria.

8 Maggio 1945 – massacri coloniali in Algeria.

Caro Nicolò, come al solito, mi vedi d’accordo con la tua analisi. Sarà perché siamo totalmente coetanei (io più vecchio di te solo di qualche ora), abbiamo la stessa formazione che si è evoluta nelle stesse direzioni… non so e non importa.
Ma c’è una puntualizzazione che sento di dover fare – e sulla quale tu sorvoli. Mi viene dalla conoscenza pratica dell’area Maghrebina, forse un pochino più concreta della tua.

C’è una ferita insanata dal punto di vista psicologico e antropologico che crea ancora oggi ombre non rischiarabili col pensiero occidentale: la colonizzazione (i due assassini sono di origine algerina) ha creato enormi fratture incolmate, La Francia, origine dei principi laici in cui anch’io mi riconosco, in quell’area ha impunemente agito in contraddizione con questi stessi principi per decenni. Così l’occidente ha fatto in tutte le aree oggi critiche. Il senso di frustrazione e di rivincita dei colonizzati, lo stesso che puoi riconoscere nelle nostre zone interne della Sardegna, può creare mostri facendo da battistrada ai fondamentalismi. Il fondamentalismo è, secondo me, la rivincita semplificata (la revanche simplifiée, come l’ho definita, guarda caso, proprio in francese), ridotta al grado zero. In quell’area di frustrazione, nell’emarginazione, nell’apartheid delle banlieues di tutto il mondo fa agevolmente proseliti.

Nessuna giustificazione, ovviamente. Nessuna mai… in nessun caso.

Noi stiamo con Charlie, noi siamo Charlie da sempre. Come ieri eravamo “né con lo stato, né con le BR”. Questo sistema occidentale non ci appartiene, non ci rappresenta, non è il nostro. E nemmeno di Charlie. Anzi, se guardi bene, è molto più vicino a “loro”. Spesso ha perfino parlato la stessa lingua. Ha insegnato loro a combattere, li ha armati. Ha mentito con loro come oggi mentono loro. Pensa solo alla retorica sui due marò, che hanno sparato su pescatori inermi per difendere il carico di una nave commerciale. Mai una parola sulle famiglie di quei poveri pescatori, e intanto i marò vengono chiamati eroi. Ecco la metafora perfetta di cosa siamo e di cosa stiamo insegnando. Di quali valori siamo portatori.

Il clima del terrorismo è stato provocato, favorito e fomentato, proprio dal nostro sistema occidentale. Sono meno assassini di questi due algerini i soldati israeliani a Gaza?
Noi (io e te ed altri come noi) ancora una volta, siamo altro. Siamo da un’altra parte. Certamente con Charlie, certamente fuori dal loro gioco. Ancora: “né con lo stato, né con le BR”. Mandalo a dire chiaramente alla ministra Pinotti, al presidente Napolitano, al presidente Pigliaru da parte mia quando parlano di giustizia, di valori, di patria e di Brigata Sassari, con le basi militari e i depositi di scorie nucleari in Sardegna.

Ecco come l’occidente ha formato lo spirito di quei due giovani assassini d’origine algerina. Ora sono diventati proprio come i loro colonizzatori. Per parlarne e per capire dobbiamo partire da qui.

Wikipedia – Torture pendant la guerre d’Algérie

massacri coloniali in Algeria2 massacri coloniali in Algeria4 massacri coloniali in Algeria5

Un interessante commento sul blog di Daniele Barbieri: “Mi dispiace, però io non sono  Charlie” di Karim Metref – e, sempre di Karim Metref, una forte e luminosa osservazione che fa ancora più chiarezza: “Io non mi dissocio”.

Il conflitto di civiltà è dentro di noi [di Nicolò Migheli]

allah

La strage dei giornalisti e dipendenti di Charlie Hebdo ci interroga tutti e non solo sul supposto conflitto di civiltà tra l’Occidente e l’Islam. Di quella sparatoria non si conoscono ancora le ragioni profonde, forse non basta il colonialismo occidentale, il Medio Oriente è in fiamme dallo sterminio degli armeni del 1915, non basta la radicalizzazione di certo Islam politico e la spinta messianica che lo attraversa.

Non bastano perché, questa volta, come nel 1939 sono in gioco i nostri valori, il desiderio di vedere realizzata una società includente con pari diritti per tutti, libertà politiche e di fede garantite. Non basta perché l’attacco al Charlie è la cifra di una società che da sempre pencola tra oscurantismo e laicità. Tra libertà ed integralismo. I cittadini europei considerano chiuse le guerre di religione con la pace di Vestfalia del 1648, anche se la guerra jugoslava degli anni Novanta ha avuto anche aspetti di scontro tra cattolici e ortodossi, tra cristiani e mussulmani. La nostra laicità è figlia della riforma protestante e della rivoluzione francese.

Una libertà difficile, per dirla con Emanuel Lévinas. Uno scontro mai sopito tra diritti ed obblighi, tra la libertà di critica e di satira e rispetto per le fedi altrui. Basti ricordare il pregiudizio antiebraico, o quello reciproco tra cristiani di diversa confessione. L’illuminismo ha portato con sé la critica feconda sia dell’autorità religiosa che di quella monarchica. La caduta del principio di autorità ha permesso confutazioni prima impensabili. La secolarizzazione ha fatto il resto, nessuno può sottrarsi al diritto di critica e allo sberleffo altrui.

Oggi non è che con l’Islam europeo il panorama sia cambiato. No, si ripropone solo in maniera più virulenta. La modernità e le integrazioni labili favoriscono sensibilità che rivelano debolezze reciproche. Sono deboli gli occidentali impauriti da una diversità che non riconoscono ad altri, lo sono gli altri per i medesimi motivi. Uno scontro che in fin dei conti ha come oggetto quello che siamo, le nostre identità le appartenenze di gruppo e quello che vorremmo essere. Tante sono le domande che ci si pongono.

Si può irridere tutto, senza curarsi che quella parola o quel disegno provochino sofferenze in altri, in ciò che loro credono, del proprio stile di vita? Siamo sufficientemente liberi e nello stesso tempo accorti nell’accettare tutto, o c’è qualcosa che può fare scattare in noi una reazione forte ed inconsulta? La società americana aveva trovato la risposta con il politicamente corretto, una formula che garantisca la libertà di pensiero ma allo stesso tempo sia rispettosa delle diversità culturali e religiose. Non sempre però ci si riesce, il permanere del razzismo negli Usa è misura di come sia difficile contemplare entrambi gli atteggiamenti. In Europa dopo il 7 di gennaio parigino siamo di nuovo in mezzo al guado, dobbiamo trovare nuove modalità di confronto che contemplino la libertà di critica e sberleffo e allo stesso tempo non mortifichino ed offendano le credenze altrui.

È la sfida dei nostri tempi. Diritti, libertà e democrazia non sono acquisiti per sempre, sono conquista quotidiana difficile, ancor di più in tempi di confronti che diventano sempre più militari. Lo sottolinea Sandro Magister nel suo blog riportando un intervento del presidente egiziano Abdel Fattah El Sissi, tenuto il 3 di gennaio nella università di Al Azar, il “Vaticano sunnita”, davanti ai massimi esponenti di quella confessione: «Il mondo musulmano non può più essere percepito come “fonte di ansia, pericolo, morte e distruzione per il resto dell’umanità”. E le guide religiose dell’islam devono “uscire da loro stesse” e favorire una “rivoluzione religiosa” per sradicare il fanatismo e rimpiazzarlo con una “visione più illuminata del mondo”. Se non lo faranno, si assumeranno “davanti a Dio” la responsabilità per aver portato la comunità musulmana su cammini di rovina»

Noi non possiamo immaginare il nostro rapporto con l’Islam in termini di scontro violento, ma anche loro debbono smettere di desiderare che il resto del mondo si uniformi alle loro credenze. Lo diceva El Sissi nel discorso citato. Una mia amica mi raccontava di un ricercatore afghano che l’anno scorso frequentò un master di dottorato a Sassari. Alla sua domanda su come l’esperienza sassarese avesse influito su di lui, Abdullah rispose: “Non si può attraversare due volte lo stesso fiume, perché sei cambiato nel viaggio e perché l’acqua non è più la stessa”.

In questi anni abbiamo attraversato fiumi, la nostra società europea non è più la stessa dei nostri genitori e padri. Siamo già cambiati, il conflitto dentro di noi è quello antico con modalità nuove. Anche questa volta ce la faremo.

 

IL 2 DICEMBRE nel Teatro delle Vetrerie di Pirri, a Cagliari, ripropongo in concerto il vecchio e glorioso TALIBAN (la storia del libro qui) – a sostegno del Centro di documentazione e studi sulle donne – con Marco Colonna alle ance e Alessandro Melis alle percussioni.

l’evento su facebook
MALEDONNE

MALEDONNE

“Ricucire il Mondo, Cagliari contro la violenza” rassegna promossa dalla Commissione e l’Assessorato alle Pari Opportunità

lunedì 1 dicembre
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(Largo Carlo Felice)

ORE 18,00 – Presentazione della rassegna multidisciplinare MALEDONNE diretta da Aurora Simeone, dei progetti fotografici e di educazione all’immagine curati da Laura Farneti e della mostra “Me, the imperfect mother” di Gisella Congia.

EMMA di e con Francesca Massa
musiche di Scimmie Valvolari (Laura Farneti, Manuel Lain)
consulenza coreografica Momi Falchi
consulenza L.I.S. Lingua Italiana dei Segni Silvia Ferrari
Costumi Salvatore Aresu
Produzione Spazio Danza

IL CORPO DELLE DONNE
Documentario di Lorella Zanardo, Marco Malfi Chindemi, Cesare Cantù.

ME, THE IMPERFECT MOTHER di Gisella Congia
Nei negozi del Centro Storico di Cagliari – in collaborazione con l’Assessorato allo sviluppo economico e Centri Commerciali Naturali

martedì 2 dicembre
teatro La Vetreria di Pirri
UOMINI DIVERSI

ORE 18,30 “Per gli amori delle donne” di Raffaele Ibba
con Raffaele Ibba, Aurora Simeone, Dario Zara e Alessandro Melis

ORE 20,30 Taliban di Alberto Masala
con Alberto Masala, Marco Colonna e Alessandro Melis

L’edizione 2014 di Maledonne raccoglie fondi per il Centro di documentazione e studi sulle donne

info e prenotazioni:
info@teatrodelsale.net
0703326552 – 3494325227

bimbi 2

ecco la compilation per sostenere Gaza (anche economicamente) – è molto bella e ricca, eterogenea – fra tutti gli altri, io partecipo con Marco Colonna.
E SE SCARICATE TUTTO IL RICAVATO VA A GAZA –
Ora datevi da fare – diffondete, scaricate, offrite, regalate, date una mano… rendete attiva la vostra solidarietà.

SCARICATE – DOWNLOAD – TÉLÉCHARGEZ – DESCARGUEN

Save Gaza Compilation
by Free Artists For Gaza

Includes high-quality download in MP3, FLAC and more.
Paying supporters also get unlimited streaming via the free Bandcamp app.


GAZA HA BISOGNO DI NOI

madre 1

SCARICA – OFFRI – REGALA
IL RICAVATO DELLE DONAZIONI CHE E’ POSSIBILE EFFETTUARE SCARICANDO L’ALBUM SARA’ DEVOLUTO AL CENTRO ITALIANO DI SCAMBIO CULTURALE VIK, www.centro-vik.org , che a Gaza con i suoi operatori umanitari si sta occupando di provvedere all’emergenza di  tutti i beni di prima necessità.

GAZA NEEDS OUR HELP
madre 2

BUY NOW – NAME YOUR PRICE – SEND A GIFT
ALL THE DONATIONS RAISED THROUGH THE ALBUM DOWNLOADS WILL BE DONATED TO THE ITALIAN CENTER FOR CULTURAL EXCHANGE VIK, www.centro-vik.org , that through its humanitarian operators in Gaza is providing for basic necessities for the actual emergency.

non aggiungo una sola parola: ha detto tutto lui, Norman Finkelstein