Cristiana Collu se ne va da Nuoro.

Un altro passo verso il precipizio.

È un’esagerazione? No… basterebbe l’elenco di tutto ciò che negli ultimi anni la Sardegna ha perso e sta continuando a perdere in termini di risorse umane e intellettuali.
Cristiana Collu se ne va. Ed anche se non ho approvato acriticamente ogni sua scelta, ma questo può rientrare solo in un fertile dibattito culturale (sempre auspicabile), dall’altro lato ne ho apprezzato il lavoro e l’intelligenza.

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Finalmente una notizia che volevamo leggere da tempo. E non ci voleva una mente raffinata per capire che le accuse erano inconsistenti, fantasiose, insostenibili.

DUE ANNI  E MEZZO DI CARCERE LONTANO DALLA SARDEGNA

IL LICENZIAMENTO DAL POSTO DI LAVORO ALLE FERROVIE PER ASSENZE INGIUSTIFICATE

LA CAMPAGNA MEDIATICA CHE L’AVEVA NOMINATO MOSTRO, BRIGATISTA, ATTENTATORE, ASSASSINO

ASSOLTO

Ma ora chi lo ripaga?

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15 – 30 novembre 2011
Cappella Santa Maria dei Carcerati (Tremlett)
Palazzo Re Enzo
Piazza Nettuno
Bologna

 qui alcune immagini

Nel festival La violenza illustrata, la mostra itinerante Testimoni silenziose, dedicata alle vittime della violenza domestica, viene reinterpre­tata quest’anno da una installazione di Fabiola Ledda, che allestisce un sacrario intimo dedicato alle  donne uc­cise in Italia nel 2010 dalla violenza maschile (elenco tratto dal report sul femicidio curato da volontarie della Casa delle donne).

Un’intervista che mi ha fatto Laura Fois su L’Universale.

La ringrazio.

In un’intervista via mail, il poeta spazia dall’arte alla situazione della cultura e della politica in Italia, mettendo due generazioni a confronto…

Se Serge Pey l’ha definito “uno fra i maggiori testimoni della poesia contemporanea”, per Jack Hirschman è “un poeta dell’esortazione, un anarchico con coscienza di livello culturalmente internazionale, ed una produzione di tale ispirazione e tanto catalisticamente avanti da essere progenitrice come lo sono stati Antonin Artaud in Francia e Julian Beck con il Living Theater negli U.S.A”. Alberto Masala non ha certo bisogno di presentazioni se non fosse tanto acclamato internazionalmente quanto sconosciuto in patria. Restio a pubblicare libri (anche se alla fine l’hanno convinto), testardo cultore e difensore della poesia orale in quanto sardo. “Non dimentico mai”, scrive nel suo blog, di provenire da una società che si è mantenuta attraverso la produzione orale”. Masala appartiene poi alla Beat Generation, perché la sua è anche poesia di rottura. Ha tradotto racconti inediti di Kerouac; di Hirschman e di Gregory Corso è un grande amico. Ad aprile di quest’anno, il suo capolavoro, “Alfabeto di strade (e altre vite)”, è stato mandato in ristampa a un anno dalla sua uscita. Negli Stati Uniti è andato a ruba. Alberto Masala è un poeta che vive di scrittura.
Di scrittura? La prima domanda mi è sorta spontanea, nella nostra lunga corrispondenza via mail. E anche se lui mi ha risposto dalla tastiera di un pc, a me è sembrato di non averle lette queste sue parole che seguono, ma di averle ascoltate. Perché ogni parola del poeta è voce, essenza che si propaga in chi non ha voce, e alfabeto di comunicazioni e significati che ti entrano in testa e restano, come la colonna sonora delle nostre vite.
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Cari amici, 
il primo novembre vi aspetto a Sassari, in Piazza Tola 27 – a casa di Giovanni Fancello e Stefano Resmini – che ospita l’anteprima di tre lavori da IM REQUIEM di Fabiola Ledda (che inaugura il 31 ottobre).
Sarò lì per una lettura dei miei testi. La casa è grande, ma i posti sono limitati. Perciò si raccomanda la puntualità. Si apre alle 21 e si inizia intorno alle 21,30.

 

il reading è all’interno di IM REQUIEM di Fabiola Ledda che inaugura il 31 ottobre alle ore 19

a supporto della Libreria Odradek
Ingresso 5€ – è gradita la prenotazione
prevendita biglietti c/o Odradek, via Torre Tonda,
da Mercoledì 19 Ottobre

queste sono le notizie che fanno ancora sperare: dichiarati colpevoli e condannati i vigili che avevano arrestato, percosso e umiliato un giovane ghanese a Parma –

quando era successo ne avevo parlato qui

 

Emmanuel, ora ti abbraccio e sono felice per te

video da Repubblica.it

 

il 26 agosto 2011, al festival Santannarresi Jazz , con la contrabbassista Silvia Bolognesi ed il funambolo Valentin, ho eseguito un’opera di cui, oltre al testo, ho scritto anche gli andamenti e le dinamiche.
Esperienza meravigliosa che ha segnato una tappa fondamentale del mio percorso.

* Jaco Pastorius (Norristown, 1 dic. 1951- Fort Lauderdale, 21 set. 1986) – Muore dopo aver subito un brutale pestaggio da parte di un but­tafuori. I medici raccontano che dopo aver staccato la spina il cuore di Jaco continuò a battere per altre 3 ore in modo regolare come un giro di basso.

l’avevo presentata così in un articolo su Sardegna 24

 

questa la bella recensione su La Nuova Sardegna

una chiacchierata di circa un’ora
con anche un reading di poesia
ed un musicista d’eccezione: Francesco Bachis

Seneghe, 28 agosto 2011