di Marcello Fois
il primo romanzo di una nuova trilogia
la resistenza è un'arte
>Emessa a Ferrara la sentenza del processo Aldrovandi: i poliziotti colpevoli.
Tutti condannati a tre anni e sei mesi i quattro poliziotti colpevoli dell’omicidio di Federico Aldrovandi. Oltre al carcere, dovranno risarcire per 270.000 euro complessivi le parti civili.
Ecco i loro nomi:
Forlani Paolo, Segatto Monica, Pontani Enzo, Pollastri Luca.
Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi: “E’ stata durissima, ho avuto tanta paura che i poliziotti se la cavassero, ma ci ho sempre creduto”.
Grazie all’amore con cui ha tenuto sempre viva l’esigenza di verità e giustizia in un coraggioso BLOG
Su ZIC.it una bella ed accurata ricostruzione sintetica dell’intero processo.
Ricordate il recente battage sui “terroristi” intrapreso insieme dal ministro di polizia e polizia del ministro con una stampa totalmente embedded (cioè complice)che accettava ed amplificava le loro “indiscutibili” versioni?
Non so niente di quell’affare, ma mi colpì particolarmente il clamore sull’arresto di Bruno Bellomonte. Infatti sospettai subito di una bufala dato che lui era già stato oggetto di una medesima (bufala) nei fatti (anch’essi sgonfiati) dell’11 luglio di tre anni fa a Sassari. La clamorosa bufala Arcadia.
bello ed importante, il documentario OIL di Massimiliano Mazzotta è in tour
(articolo uscito su “La Nuova Sardegna” dell’11 giugno 2009)
Quando Joseph Beuys mise il pubblico ed i critici davanti ad un mucchio di sabbia, sapeva di compiere un gesto sovversivo, come sovversiva può essere soltanto una cultura che apre nuovi spazi di visione dimettendosi dalle convenzioni dello sguardo consolidato e rassicurante. In quello storico momento l’opera veniva definitivamente sottratta ad ogni possibilità di gestione da parte del sistema dell’arte, mettendo i critici davanti alla loro stessa impotenza. Un mucchio di sabbia non poteva essere bello o brutto… era un mucchio di sabbia, quindi non poteva essere posseduto, venduto, acquistato, collezionato…. Anche trasportarlo o riproporlo uguale sarebbe stato impossibile: la mancanza di un solo granello ne avrebbe minato la sua feticistica riproducibilità tecnica. Salvandola così dal giudizio estetico, sottraendo l’opera alla sua mercificazione, Beuys da allora ci ha costretti in uno spazio più esteso che non quello della rappresentazione formale: appare con lui il territorio concreto dell’intelligenza, il pensiero contenuto nel gesto d’arte che ci riconsegna intatta la responsabilità di osservatori sull’essenza della vita, la nostra posizione sulla terra che ci accoglie.
Dopo due anni di azioni clandestine, esce finalmente allo scoperto il più intransigente collettivo artistico italiano. L’esposizione comprende diversi linguaggi: dalle video installazioni a foto di grande formato, da magliette stampate a documenti della polizia locale. Un ready-made aggiornato alle istanze globalizzate della cultura digitale.
Laboratorio della crisi di Az.Namusn.Art
(Riccardo Fadda e Pietro Pintadu)
Curatore: Maurizio Coccia
a Porto Torres, via Sassari 102
Date: 9 – 31 maggio 2009
Info: www.aznamusnart.org
http://www.myspace.com/aznamusnart
Finita di improvvisare alle 14,07 in risposta (affettuosa) a Nanni Falconi su Corona de Logu. E’ scritta in logudorese di Pattada, lingua di Nanni, in endecasillabi per essere cantata “a tenore”, e se qualcuno tenta di normalizzarla nde li sego sas francas a mossu (gli stacco le mani con un morso).
qui sotto il testo
dimostriamogli il contrario
Quando Ugo C. cercava voti, dichiarò che «nessuna centrale nucleare verrà costruita nell’Isola: se vorranno farlo, dovranno passare sul mio corpo». Intanto bisognava liberarsi di Soru e dei suoi sostenitori che avrebbero costituito un fastidioso ostacolo.
Immediatamente, senza neanche una giunta nominata, si presenta la candidatura della Sardegna come luogo dove concentrare le quattro centrali “necessarie” all’Italia che Berlusconi ha trattato con Sarkozy. Ho attinto la notizia da un articolo di Marco Mostallino sul Giornale di Sardegna di giovedì 5 marzo.