>Una notizia ANSA che mi lascia annichilito:

(ANSA) – CITTA’ DEL VATICANO, 5 DIC – Per la Cei, i nuovi tagli agli istituti scolastici paritari, previsti dalla finanziaria, aprono una “crisi”. Presto “le federazioni delle scuole cattoliche si mobiliteranno in tutto il Paese”: e’ quanto ha affermato mons. Bruno Stenco, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per l’educazione, la scuola e l’università. Dal governo aspettavamo incrementi e non tagli, aggiunge Stenco sottolineando che Tremonti colpisce ancora la scuola cattolica.

Eccoli qua, puntuali come le tasse, a ricattare uno Stato connivente ed una opposizione che si oppone quanto l’acqua ad un sasso che sprofonda negli abissi marini. Passo dopo passo, un tassello dietro l’altro, quelli avanzano ogni giorno un pochino e, ogni tanto, tentano un saltello ancora più in là.
Una cosa è certa: sono ottimamente amministrati. E non parlo solo di Marcinkus o dell’Opus Dei…

– Hanno ottenuto di bypassare i percorsi normali di accesso alle graduatorie lasciando quelle decine di migliaia di stupidelli che non frequentavano la Curia a sostenere concorsi, mentre loro venivano nominati e/o rimossi in piena potestà da Sua Grazia il vescovo…
– Hanno confortato la destra nel progetto Piduista di seppellire la scuola pubblica finanziando la privata (purché cattolica)…
– Hanno ottenuto l’alleggerimento degli oneri fiscali da uno Stato prono ed obbediente come nemmeno nelle più riuscite parodie di Alberto Sordi…
– Hanno l’8 x 1000 e i resti dell’8 x 1000, cosa che costituisce una somma spaventosamente enorme a piena disposizione e di cui non devono rendere conto a nessuno…
– Hanno occupato gli spazi della cultura e della comunicazione… e vogliono fare altrettanto col corpo e la mente delle donne, degli omosessuali, delle coppie di fatto, dei malati terminali…

Ora, in piena crisi economica, con tutti i disoccupati, la fame, la miseria, la scuola pubblica in rovina… LAMENTANO che ciò che ricevono (ma quanto ricevono?) di sovvenzione SIA POCO e chiedono ed ottengono la REINTEGRAZIONE di 1.200.000 NOSTRI EURI tagliati dal bilancio dello Stato!!! E sapete chi amministrerà la distribuzione delle prebende? proprio la Gelmini!!!
Hanno inventato loro la FACCIA COME IL CULO e ne detengono anche il copyright.

Non ho risposte, non ho proposte, mi sento umiliato e deriso. E poi ci sarebbe da meravigliarsi se qualcuno con meno strumenti intellettuali e meno lucidità di me pensasse di dare una risposta fisica? Non è la prima volta nella storia che un povero idealista si avventa contro i simboli di una monarchia assoluta! E speriamo che non lo faccia: ci manca solo che acquistino martiri da esibire! Ma almeno un ceffone! Uno sputo in faccia! Una spalmata di merda sul pomello della porta! Qualcosa che simbolicamente dia un segnale di velato disprezzo!

e se anche avete un dio, non preoccupatevi: questi figuri con lui non hanno mai avuto niente a che vedere.

Sbattezzatevi! Togliete punti alle loro percentuali! Fate che non possano più parlare in nostro nome, in nome di un popolo cattolico! Non lasciatemi solo…
e se non per me, fatelo almeno per Giordano Bruno…!

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Come una catastrofe che si ripete ogni anno bloccando la città, eccolo puntuale: il Motor Show.
Per chi non l’avesse mai subito, prendo qui un’affermazione da Bologna Città Libera: “… E’ come una fiera dell’eroina. Vendono veleno e ve lo fanno pagare caro”.

Ed è davvero così. Migliaia di giovani invadono Bologna da tutta Italia, come cavallette instupidite, per accarezzare una Ferrari e fotografare le seminude testimonial dell’imbecillità. A conferma di questo basti pensare che una dose minima (il biglietto d’ingresso) costa ben 30 euro.
Donne e motori, festival dell’idiozia per idioti che festeggiano con tiri di coca in attesa di passare presto al Viagra. Non spendo parole su questi “bravi ragazzi” che come massimo obiettivo di realizzazione e di integrazione sociale hanno due modelli: stare con gli ultrà o mettere una divisa.
Venite a vederli: sono il nostro futuro, il domani che ci attende.

Ma prima andate a leggere l’appello di alcune donne di Bologna sui messaggi sessisti del Motor Show: “Donne e Motori ? Preferiamo donne e uomini veri”.

Ed un avviso apparso nei cessi delle scuole di Bologna

Forse non è ancora tutto perduto!

riprendo una notizia, forse sfuggita ai più, uscita sull’edizione regionale di Repubblica a Parma il 27 novembre

è terribile e non necessita commenti

ricorda la storia di Federico Aldrovandi (vedi post precedenti)
e solo per caso non ha avuto le stesse drammatiche conseguenze.

l’articolo, a firma di Giacomo Talignani, si intitola: Bonsu, altro orrore dei vigili. Foto trofeo con “la scimmia”.

In pratica si tratta di questo: ricordate Emmanuel Bonsu, il giovane fermato e pestato dai vigili di Parma? Una brillante operazione di ordine pubblico. Ora la procura ha trovato sul computer di un agente la foto, cancellata, di un vigile che abbraccia Emmanuel mostrandolo come un ricordo di caccia.

Come Abu Ghraib. Un vigile della polizia municipale di Parma si fa fotografare mentre abbraccia la “scimmia” Emanuel Bonsu, indicando il suo occhio tumefatto come trofeo. Come nella prigione irachena dove i carcerieri mostravano i detenuti nudi, feriti, maltrattati e senza più dignità. (continua a leggere)

metto qui l’indicazione di un appello promosso dalla Segreteria Provinciale FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri ) di Modena che vi invito a leggere e sottoscrivere nel sito di Arcoiris.

Riguarda un emendamento presentato in Senato dalla Lega Nord – Padania per abolire la gratuità della prestazione urgente ed essenziale agli stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale e privi di risorse economiche.

Propone inoltre l’obbligo per le autorità sanitarie di segnalarli all’autorità competente.

Cosa chiedono in sostanza? Che gli immigrati privi di permesso di soggiorno, soprattutto i bambini, non possano godere di cure mediche urgenti. Anzi, nel caso si presentassero a richiederle, vorrebbero che fossero denunciati.

Oltre ad andare contro un dovere deontologico, questo violerebbe anche un diritto costituzionale (art.32) e la Convenzione ONU di New York del 20.11. 1989 sui diritti del fanciullo.

Se avete un improvviso vuoto di memoria e volete sapere come è fatto un bambino immigrato, eccone qui alcuni.

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la sentenza di Genova
sui fatti della Diaz è una

V E R G O G N A

IN ITALIA
STA TORNANDO
IL FASCISMO

e chi tace ne è complice

>Parigi? quartiere latino…
San Francisco? North Beach…
Berlino? Kreuzberg…
Amburgo? St. Pauli…
Barcellona? barrio gotico, barrio chino, ecc…
e Amsterdam… Cagliari… Palermo… Istanbul… Madrid… Roma…
ovunque tranne che a Bologna…

tutte città dove si dorme benissimo, dipende solo dalle proprie nevrosi… dalla propria infelicità

il Pratello di giorno

io viaggio per LAVORO e dunque ho un diritto al riposo NON MINORE di chiunque altro
per esempio: l’ultima volta a Parigi, in strada sotto la finestra del mio albergo, c’era un gruppo rock-duro, amplificato, in pieno centro. Per TRE GIORNI mi è stata fatta una serenata MOLTO RADICALE fino all’una di notte. – prima sera, rock – seconda sera, reggae – terza sera, percussioni afro ed elettronica (bella sperimentazione, la migliore…)

L’unica difficoltà è stata quella di entrare e uscire dall’albergo, vista la folla. TUTTI AVEVANO UNA BOTTIGLIA IN MANO e si godevano la musica. TUTTI I LOCALI (a centinaia) intorno erano aperti e pieni di gente fino alle 3 di mattina. Non vedevo vigili da nessuna parte… la maggioranza delle persone sorrideva… ho scambiato degli interessanti commenti sulla qualità della musica col portiere del mio albergo, poi ho dormito. Ma pensavo: “se succedesse a Bologna… ci sarebbero già i carri armati ad occupare il quartiere…”
se dovessi tornare a Parigi e non volessi sentire nessuno, oggi prenoterei l’albergo in un’altra zona

ma voi… residenti del Pratello che protestate per il “rumore” ottenendo dal sindaco sceriffo un’ordinanza per far chiudere tutti i locali alle 22, voi…

perché avete comprato casa nel Pratello?
volevate ridurlo ai vostri paradigmi di esistenza?
avevate valutato il rischio di non riuscirci?

io avrei un’ipotesi da azzardare: avete comprato lì, in una vecchia via di prostitute e ladruncoli, perché costava poco. Molti di voi hanno addirittura “investito” nell’affare, subaffittando a studenti in attesa che la via si “ripulisse” e i prezzi degli immobili salissero all’inverosimile. Una via del centro fa gola a chiunque voglia speculare. E voi ci state provando. Ma allora lasciamo da parte i “diritti” (ché quello al silenzio non è più rilevante di quello alla socialità) e parliamo di affari: ogni investimento comporta dei rischi. Investire nel Pratello significa rischiare che le osterie non chiudano, anzi… dato che il comune ha emesso le licenze, che aumentino. E, investimento per investimento, beh… sto dalla parte di chi vende kebab o birra, non certo da quella di chi vorrebbe che tutto fosse inscatolato. Gli studenti che voi attirate a Bologna e spremete fino al midollo non hanno né devono avere i vostri ritmi o i vostri rituali. Vendete casa finché siete in tempo (che già ora vale dieci volte quello che l’avete pagata) e riacquistatela due strade più in là… succede…

il Pratello di notte

dunque una domanda agli studenti:
perché continuate a venire a Bologna?
perché continuate a fornire danaro e intelligenza a questa città così oscura, fatta per impedire il cielo?
perché non vi rendete conto che altrove si studia meglio e costa tutto la metà e, soprattutto, la gente sa ancora sorridere?…
andatevene… lasciate che questa città soffochi nelle nebbie della sua stessa decomposizione
Bologna ha perso la sua nobiltà proletaria: è una città di parvenus, di vecchi arricchiti che non sanno nemmeno fare il pane, ma lo vendono al doppio del suo prezzo

esperienza personale:
ho vissuto nel Pratello e non ho MAI provato fastidio per le voci umane o i rumori naturali, anzi… gli unici rumori per i quali ho sofferto – perché infastidivano mia figlia appena nata in casa, nel Crusél, il crociale angolo Pietralata-Pratello – e contro i quali ho lottato, erano:
1. i camion del rusco (il pattume per chi non è di Bologna), quelli del lavaggio strada o della campana del vetro scaricata alle due, le tre, le quattro di notte
2. i bonghi dei “bongoloidi”, ma perché non sapevano suonare, non era musica, solo battiti autistici…

cito un passaggio da un libro di qualche anno fa in cui mi si chiedeva di parlare di Bologna.
Sebbene residente ed abitante, risposi con un paradosso perché considero l’abitare un luogo il poter godere di tutte le occasioni di socialità e di cultura (ahi ahi, Bologna!… socialità?… cultura?…) che quel luogo offre: risposi che sto a Bologna, ma non abito a Bologna.
Infatti in questa città ormai vengo solo per dormire e non esco più di casa per paura di incontrare i suoi terribili abitanti, i “comitati dei residenti”, i sindaci sceriffi, la tipa psicofarmacizzata ed alcolista che per solitudine contina a denunciare da anni l’osteria sotto casa sostenendo che sente la gente parlare… e che nei giorni di chiusura o di ferie dell’osteria si aggira furiosamente ubriaca insultando chi passa per la strada. Poveretta… rimane per un po’ senza nemici…
e pensare che quando arrivai a Bologna, più di trent’anni fa, oltre alla vitalità della città mi colpì quella dei suoi vecchi, simpatici, allegri e dolcemente trasgressivi…

scusate l’auto-citazione, ma mi pare a proposito. eccola:

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“… Un altro fattore rilevante è che io non abito a Bologna … dove mi appoggio ormai da una trentina d’anni. Qui ho trasportato spesso il mondo che mi appartiene, qui sto, ma di passaggio. Però non abito più qui. Trasferisco da altrove le cose che qui vivo, oppure, da qui, le sposto altrove. Abitando in me stesso. Ormai sono soltanto io il luogo da cui vengo, e se parlassi di Bologna dovrei farlo parlando troppo di me, di quel nulla che si fa attraversare da Venezia, Amsterdam, Berlino, la Spagna, il Maghreb, Istanbul, la Sicilia, la Francia, gli Stati Uniti, i Balcani… e, sopra di tutto, la mia Sardegna perenne.

Sempre ostinatamente tornando a questa città senza vento, fatta per impedire il cielo, la luce, lo sguardo lungo.

A Bologna, come non succede da nessun’altra parte, l’intelligenza piove di scroscio ininterrotto. Ma queste strade ben impermeabilizzate non la sanno assorbire, questi portici ne nascondono i flussi, e quel poco che resiste, che non scorre veloce alle cloache, forma pozzanghere brillanti asciugate lentamente dal calore dell’indifferenza. A volte non lasciando nemmeno ricordo.”
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un’ultima cosa: andate a vedere come il comune stesso spaccia per vitale questa città utilizzando le foto della festa del Pratello del ’92, di cui anch’io ero promotore.
Se non ricordo male, era una reazione gioiosa e trasgressiva all’arroganza della municipalità: si faceva una festa (e non una lotta armata) per mettere la questione della mancanza di spazi abitativi e di socialità. Infatti tutto partiva dalle case occupate ai n. 76 e 78 della via. Oggi nel sito del comune sembra che l’abbiano fatta loro e che la città sia viva! La cosiddetta faccia come il culo. Nonostante non sia la prima volta che succede, non riesco ad abituarmi…

alberto masala

festa del Pratello nel ’92

dopo una lunga assenza (di viaggio e lavoro) mi piace riapparire con qualcosa che non parli delle ultime notizie che, giorno per giorno travolgendo le precedenti, catturano l’attenzione e ricoprono di silenzio ciò che era successo poco prima… pensateci: da questa estate, un negro è stato eletto presidente degli USA cancellando dalla nostra attenzione un altro negro ammazzato di botte per un pacco di biscotti, o un altro pestato e fermato dopo avergli scritto negro sui documenti… è la globalizzazione, baby… una mano lava l’altra.
Intanto il fascismo avanza comunque facendo arretrare ogni logica ed ogni equilibrio. Gelli fa la TV, Berlusconi ne applica il programma fedelmente, a Roma alcuni arditientrano alla RAI facendo gridare allo scandalo, in piazza la polizia dimostra di essere sempre più fascista, Cossiga in arterio finalmente parla più chiaro delle altre volte, ma non succede niente… spero solo che campi abbastanza per dirci qualcosa su chi ha messo le bombe da Piazza Fontana in poi, cosa è davvero successo ad Ustica, ecc… chiedo solo che, per favore, lo si lasci continuare a parlare quanto desidera…

Ma la vera notizia è un’altra: questa lettera del comitato Dal Molin che riassume il senso di tutto ciò che ho detto prima. La riporto intatta, anche se vi consiglio di visitare il loro sito dove troverete molto di più. Abbracci e contento di ritrovarvi (se non vi ho già tutti persi per strada).

Le nostre onde seguono la stessa rotta

Lettera aperta agli studenti, ai precari, agli insegnanti, ai genitori impegnati nella difesa di un bene comune: la scuola e l’università Vi abbiamo visto nelle strade e nelle piazze delle nostre città. Abbiamo incrociato i vostri sguardi e abbiamo ritrovato la nostra determinazione: quella di chi non cerca un privilegio ma con il proprio impegno difende l’oggi di se stesso e il domani di tanti altri. (continua a leggere qui…)

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se qualcuno si affaccia su questo blog, avrà notato che da tempo non rinnovo le notizie o lo faccio solo sporadicamente – sono in giro e, quando ogni tanto torno, sono molto impegnato…
dunque questo no-post di servizio solo per dire arrivederci a presto… spero in autunno

 

 

il più grande poeta statunitense a Bologna
da non perdere

>comunicazione riservata e personale a quei sardi che stanno trasformando la Sardegna in Berlus-colonia.

I sardi esclusi dal governo, ascari sempre più sudditi e fedeli. In particolar modo i parvenus galluresi, l’acquisizione più recente, che sardi non lo sono mai stati troppo. Ma se glielo dici si offendono… Intanto hanno svenduto o regalato la loro terra (che una volta era anche nostra). Come vendersi la madre (che era un po’ anche nostra madre)… e senza fare una piega quando gli cambiavano anche la toponomastica. Come quando si parla degli americani: non tutti, naturalmente – conosco alcuni fra i migliori, quelli più resistenti – ma diciamo che i più si sono radunati lì…

Leggo su l’Altra Voce, in un articolo a firma di Giorgio Melis, arguto e divertente se non fosse dolorosamente tutto vero, che dice: “E’ annunciata una nuova visita pastorale con un grande carico di perline e specchietti (anche per allodole umanizzate) da distribuire ai bravi, pazienti e talora pezzenti buoni selvaggi nuragici. La Sardegna “canile di Arcore” evocato dieci anni fa da Cossiga senior, si è materializzato in tutto il suo splendore servile. Pensare che la dolorosa decisione di Berlusconi di escludere dal giro ministeriale i suoi eletti isolani è maturata domenica alla Certosa”.

Da noi le cose si usa cantarle piuttosto che pronunciarle in comizi. Nella tradizione non esistono le canzoni: solo versi affidati all’interpretazione di chi li coglie. Già altre volte mi è capitato di scrivere sulla questione. Ora voglio lasciare qui due righe con cui, già quattro anni fa, mettevo in guardia quel sardo che orgogliosamente si batte perché la sua terra venga consegnata interamente nelle mani rapaci del più subdolo e pericoloso fra i suoi colonizzatori.
Scrivo in logudorese… magari poi traduco. Per essere cantati devono rimare in una struttura tradizionale. Li raccolga liberamente chi vuole.

Pro unu sardu abistu

Bid’as a Berriscone?
trankillu ke Battista
léat, e si ndhe ríet da ‘e su Cumbentu.

Non li fuet occasione
de si fagher provvista
né paret ki si ponzat pessamentu.

L’asa dadu su votu
e luego l’as connotu.
Creías de b’áer sa parte? De s’apentu
com’iscobio su jogu:
isse su mere e tue…
abbárras piógu!

s’11 ‘e cabidanni de su 2004

Ad un sardo dalla vista lunga.

Hai visto il grande Verro? Molto tranquillamente prende, e dalla Certosa se la ride. Non perde un’occasione per farsi le provviste e non sembra preoccuparsi. Gli hai dato il voto e subito si è scoperto. Credevi di spartire con lui? Ora ti svelo il meccanismo del giochetto: lui è il padrone, e tu… resti un pidocchio!

11 settembre 2004