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La Sardegna di oggi: una storia di chi parte
…di chi arriva …di chi ritorna

il 9 maggio esce nelle sale

TUTTO TORNA

il nuovo film di
Enrico Pitzianti
con le musiche originali di Gavino Murgia
da un soggetto di Enrico Pitzianti e Paolo Maccioni

e se questi nomi non bastassero…
anch’io vi consiglio di andare a vederlo
nel frattempo, in attesa di vederlo in continente:
in bocca al lupo al fantastico trio
(Enrico, Gavino, Paolo)

ecco il link per saperne di più

ed il programma delle prime presentazioni nel mese di maggio:

  • Mar 6 – ore 11 – Spazio Odissea Cagliari – proiezione e conferenza stampa
  • Gio 8 – ore 19 e 21 – Spazio Odissea Cagliari – anteprima: cast attori e sceneggiatrice presentano Vito Biolchini ed Elisabetta Randaccio
  • Ven 9 – ore 18 e 21 – Cinema 4 colonne Sassari – introduce Antonello Grimaldi con Enrico Pitzianti e Antonio Careddu
  • Sab 10 – ore 20:30 e 22:30 – Cineworld Cagliari – “Siamo tutti attori di cinema” introduce Nino Nonnis con Enrico Pitzianti, Antonia Iaccarino e tutto il cast dei non attori
  • Dom 11 – ore 20 – Movies Santa Giusta – introducono Michela Murgia e Antonello Carboni con Enrico Pitzianti e Piero Marcialis
  • Lun 12 – ore 21 – LAPOLA SCIÒ su videolina – Enrico Pitzianti e Yonaiki Broch Montano
  • Mar 13 – ore 20:30 – Nuoro multiplex Prato Sardo – introduce Marcello Fois con Enrico Pitzianti e Gavino Murgia
  • Mer 14 – Multiplex galaxy – presenta Giuliano Murgia con Enrico Pitzianti e Nino Nonnis
  • Gio 15 – ore 20:30 – Cineword Iglesias – introduce Marino Canzoneri con Enrico Pitzianti e Massimiliano Medda
  • Ven 16 – Olbia cine teatro – introduce Marco Navone con Enrico Pitzianti e Antonio Careddu


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buona giornata a tutti

troppi ormai mi contattano sorpresi per un mio presunto pronunciamento, apparso su tutti i maggiori quotidiani nazionali e in rete, sulla mia (anch’essa presunta) appartenenza ad una lista di fondatori del neo-partito-comunista…
niente di offensivo, per carità, soltanto che la lista contiene due malintesi: il mio nome lì diventa “comunista” e “scrittore”

allora chiarisco con orgoglio che:

1. sono anarchico e non mi dimetto dall’impegno con i movimenti libertari e antimilitaristi
2. non ho mai avuto intenzione di fondare un partito, sia pure comunista, dato che da circa 35 anni non ho fiducia nella “forma-partito”
3. sono un poeta e, solo lateralmente, scrittore, traduttore, artista, ecc.

– un poeta: in una società vittima della mediatizzazione affermo un ruolo misconosciuto e poco spendibile
– soltanto un poeta perché così mi ha nominato chi mi ascolta e tradotto come tale in una decina di paesi del mondo
– questo mio unico ‘mestiere’, ormai scomparso in Italia, qui viene ‘tollerato’ solo abbinandolo ad alcuni americani (prevalentemente di area beat, spesso miei cari compagni di strada) con risvolti mitici ed intenti prevalentemente folclorico/nostalgici… attitudine che fa parte del provincialismo di una cultura interamente colonizzata che non ha più coraggio di esistere e di praticare la voce.
well… have I to change my language in order to be trusted? that’s done.

tornando alla questione:
fui contattato per telefono dall’ex-sen. Giannini che mi parlava del dramma della sparizione della falce e martello dall’iconografia della politica italiana.
Il senatore mi chiedeva un’adesione solidale che non ebbi difficoltà a concedere: la falce e martello (chiudendo benevolmente un occhio sull’uso che ne hano fatto i poteri statuali), è un simbolo che comunque reca in sé oltre un secolo di lotte e speranze per gli oppressi… che viva.
Sul momento non capii che si trattava della costituzione di un cartellone di neo-fondatori, ma credetti che fosse richiesto un pronunciamento solidale che non ritiro.

Sono convinto che Giannini non abbia mai letto niente di mio – non sarebbe incorso in un simile abbaglio
Niente di male… non ho il problema… anzi lo ringrazio per avermi dato l’occasione di ribadire qualche prezioso concetto
senza rancori

ringrazio per l’attenzione
Alberto Masala


Tutte le mattine quando mi sveglio vedo un bambino di quasi otto mesi che mi sorride e riempie la mia giornata di allegria. Da quando esiste lui non ho più avuto un solo risveglio di cattivo umore. Lui ride e cerca il riso della madre. Gioca e cerca me. Mi sveglia ridendo e si continua così. Anche mentre sto scrivendo queste righe lui mi chiama e ride.

Ora non potrò più svegliarmi e guardarlo senza pensare a quella piccola a cui hanno tolto la madre. A cui hanno tolto il diritto di ridere con lei, i suoi baci, le ninne-nanne, la tenerezza, l’amore, la tetta, l’attenzione affettuosa…
Per sempre.
Potete immaginare il cuore di quella creatura da oggi in avanti? Potete sentirlo? Riuscite a pensare che ancora non parla e quando lo farà non potrà mai indirizzare la parola mamma?

Gli animali di una data specie non uccidono i componenti della stessa specie. Soprattutto se una femmina ha i cuccioli. Solo le altre specie potrebbero farlo… e non sempre lo fanno: anche gli animali sanno provare pietà. E non sono rari i casi in cui un animale che ha ucciso una femmina di altra specie si prenda cura dei suoi cuccioli rimasti orfani. La storia è piena di esempi simili.

Chi ha ucciso Dina Dore a Gavoi certamente non appartiene alla specie umana, dunque, nel caso si scoprisse chi è stato, penso sia logico non assoggettarlo alle regole della nostra specie. Con quel gesto assassino essi stessi hanno dichiarato una non-appartenenza neppure formale.

Ora chiedo solo una cosa: per favore si lascino da parte analisi socio-antropologiche che potrebbero collegare questo gesto ad ipotetiche origini ancestrali. Si lascino da parte tutte le teorie sul ‘carattere’, la ‘deriva culturale’, la ‘crudele società barbaricina’, ecc… Se qualcuno lo facesse mi offenderebbe personalmente: io vengo da lì, appartengo a quella terra, ma nelle mie origini non esiste né è mai esistito lo spettro di un simile gesto. Fra la mia gente, sulla mia terra, nella mia specie, tutto ciò non è comprensibile né giustificabile. Non lo prevede, anzi, lo esclude nelle sue fondamenta.

Dunque a cosa appartengono questi assassini? Ad un mondo nuovo che si sta creando? E chi lo sta creando? Forse chi l’ha già sperimentato in Bosnia, in Palestina, in Iraq, in Kurdistan, fra i Tutsi e gli Hutu del Rwanda, in Darfur, in Cecenia, fra gli indios e i nativi di tutte le colonizzazioni, fra gli ebrei ed i rom dei campi di sterminio.
Questi assassini appartengono ad un mondo in cui la realtà è tale è solo perché passa dentro uno schermo, i valori lo sono soltanto se monetizzabili, l’etica non ha sostanza né spazio, l’altro individuo esiste solo in quanto merce o consumo…
Dunque non sono animali compatibili con la mia specie.
Io posso soltanto maledirli. E li maledico.

Siamo ad un bivio finale:
o il mondo è quello che ho creduto di costruire anch’io, o è l’altro.
In quel caso ditemelo e datemi un po’ di tempo per potermi congedare.

articolo apparso su Altravoce del 28/3/2008

ULTIM’ORA

pare che Dina Dore sia rimasta ben 6 ore chiusa nel cofano della sua auto
pare che per aprire quel cofano si attendesse l’arrivo del giudice e della scientifica
non vorremmo che l’avesse uccisa la burocrazia…

Appello del Comitato per la Palestina

Non ci sono più scuse… ma ho i miei fondati dubbi che questo appello venga accolto: il Salone è uno sporco business, e qualcuno deve farlo… anche se quest’anno gronderà sangue.

Per aderire scrivere a: fieralibera@libero.it

Revocate adesso la decisione di dedicare a Israele
la Fiera del Libro di Torino

Con questo appello torniamo a chiedere alla direzione della Fiera del Libro di Torino di revocare la decisione di avere come ospite d’onore lo Stato d’Israele per l’edizione 2008. Gli chiediamo di farlo ora e di dedicare questa edizione della Fiera del Libro alla pace cioè ad un “paese morale” coniugabile e comprensibile in molte lingue

salaam, shalom, peace, paix, frieden, mir, pace, paz.
  1. Chiediamo di revocare una decisione sbagliata ed inopportuna fortemente condizionata dalla volontà delle autorità israeliane di celebrare in un importante evento culturale in Italia un atto esplicitamente politico come la celebrazione dei sessanta anni della nascita dello Stato di Israele. Occultare la Palestina e il dramma del popolo palestinese – indissolubilmente connessi alle scelte concrete di Israele – è stata una forzatura che non poteva passare sotto silenzio, né in Italia nè altrove. Tanto più alla luce della mattanza scatenata dalle forze armate israeliane contro la popolazione palestinese di Gaza.

 

  • A nessuno è sfuggita la dimensione politica e per molti aspetti strumentale della decisione di dedicare a Israele l’edizione 2008 della Fiera del Libro. Questa dimensione tutta politica, non può essere occultata dal tentativo di disegnare la contestazione e il dissenso dalla scelta della direzione della Fiera del Libro di Torino come una operazione tesa ad imbavagliare la cultura o di mettere a tacere la letteratura ebraica ed israeliana. Nulla di più falso. Al contrario riteniamo che proprio il tentativo di utilizzare la cultura come forma di legittimazione della politica di uno Stato sia un’offesa verso il buonsenso dell’opinione pubblica, una strumentalizzazione della libertà di espressione e del ruolo degli scrittori. Allo stesso modo riteniamo maldestro e fallace il tentativo di lasciar credere che la campagna di contestazione della Fiera del Libro di Torino sia partita dalle capitali dei paesi arabi e islamici e non da una spinta dal basso della società civile italiana. E’ accaduto esattamente il contrario sia sul piano cronologico che politico. E’ stato solo dopo che associazioni e comitati impegnati nella solidarietà con il popolo palestinese hanno contestato la decisione di dedicare a Israele la Fiera del Libro che il dibattito e l’allarme hanno raggiunto la sponda sud del Mediterraneo. Solo in seguito alle denunce delle associazioni sono venute crescendo proteste e proposte di boicottaggio anche tra gli scrittori e le istituzioni del mondo arabo-islamico. Affermare il contrario è una falsità che non aiuta la discussione né la soluzione.
  • Gli echi e i contraccolpi di questa iniziativa di contestazione in Italia sono stati talmente forti e argomentati che scrittori e intellettuali arabi, israeliani e arabi-israeliani hanno deciso di non partecipare ad un evento che celebra i sessanta anni della nascita di uno Stato nato sulle spalle della popolazione palestinese e che definisce questo anniversario come Nakba (la catastrofe). E’ ormai evidente che sono molti ad aver compreso che così come è stata concepita e costruita la Fiera del Libro di Torino di quest’anno, l’ha trasformata in un evento scivoloso e strumentalizzabile, decidendo di conseguenza, pubblicamente o meno, di tenersene alla larga. Ciò dimostra che l’operazione fin qui tentata è fallita e che la direzione della Fiera del Libro ha un’ultima possibilità di evitare tensioni, polemiche e strumentalizzazioni che condizioneranno pesantemente un evento culturale come quello di maggio a Torino.

 

C’è solo una decisione da prendere e noi torniamo a chiedere con questo appello che venga presa adesso: revocare la decisione di dedicare a Israele la Fiera del Libro e dedicare l’edizione di quest’anno alla pace. E’ l’unica scelta che può restituire contenuto e dignità alla Fiera del Libro e forse riparare ad alcuni dei danni fatti nelle relazioni culturali tra l’Italia e il resto delle società del Mediterraneo e allo spirito libero e critico del confronto tra le culture.

situazione 1947
proposta 1947
situazione 1949
proposta 2000

a scuola in Palestina…

La Cina in Tibet…
come Israele a Gaza…
e la Birmania… il Kurdistan… la Cecenia… il Kenia… il Darfur…

ovunque l’arroganza assassina del potere e l’impotenza degli esseri che lo subiscono…
non abbiamo strumenti oltre la voce, ma farla tacere è come sporcarsi le mani col sangue che stanno versando, come aiutarli a ripulire l’apparenza

esistono luoghi di resistenza dello spirito che vanno rafforzati e riscaldati con una presenza attiva – metto qui un link che vi fa accedere ai luoghi in cui già si parla di questo: rossi orizzonti rimanda ai i siti più importanti per non assentarsi, per non tacere

e l’appello di NINA MAROCCOLO su letteratitudine – che riporto ed al quale aderisco…
ps: se all’inizio non lo vedete, resistete e non scoraggiatevi: per leggerlo dovete cercare un post del 14 marzo andando in fondo alla rubrica LA CAMERA ACCANTO (nota tecnica: ma non potevano dargli uno spazio a parte? è come passare su un telegiornale fra stragi, tormentoni, e notizie di moda…)

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@APPELLO

Roma, 18 marzo 2008

Voglio e devo lanciare un appello sulla nuova ondata di violenza e uccisioni in Tibet. La questione asiatica sta diventando sempre più terribile. Non è bastata neanche la Birmania, che ha secoli di storia fatta di soprusi e crimini, quanto e più del Tibet.
In Tibet la strage continua, e i monaci eseguono atti di autolesionismo, cercano di suicidarsi. Per chi conosce il buddhismo tibetano, questo atto per un monaco è inamissibile. Comporta una deviazione dai precetti del Dharma. A Lhasa la polizia cinese ha caricato anche i civili. La polizia sta arginando i tre monasteri più grandi e importanti di questa regione tormentata.
Tra poco scade l’ultimatum.
Sul blog di Massimo Maugeri “Letteratitudine” sezione “La Camera accanto 2”, troverete i miei messaggi, le organizzazioni, i blogger, siti di scrittori, Unimondo, Amnesty, Associazione Italia-Tibet; aggiornamenti, appelli, sconfitte (vedi CONI), raccolte di adesioni da parte di scrittori e giornalisti.
In molti abbiamo scritto al CONI, chiedendo agli atleti di boicottare Pechino 2008. La Federazione italiana sportiva ha CENSURATO i messaggi e li ha eliminati sistematicamente. Ma Pechino e le Olimpiadi vanno boicottate. La Cina va fermata, e non con le sanzioni che sono un semplice palliativo del tutto inesistente: inoltre, la superpotenza porta avanti – non solo moralmente – il genocidio nel Darfur vendendo armi ai miliziani sudanesi.
Vi sto chiedendo aiuto.
Una raccolta di firme da mandare all’ONU e al Parlamento Europeo; iniziativa che molti dei paesi europei stanno già attuando.
Un ringraziamento va al Principe Carlo d’Inghilterra, favorevole al boicottaggio: la federazione inglese, infatti, non si presenterà alle Olimpiadi.
Mi appello a tutti gli scrittori, critici letterari, giornalisti, semplici lettori.
A voi tutti.
Questo è un altro modo per fare della scrittura e della Letteratura un “mezzo” etico, di denuncia, di azione civile per reclamare i diritti umani e richiamarci ai doveri semplici di cittadini del mondo.
Le firme devono recare, oltre al NOME E COGNOME, CITTA’, NAZIONE, PROFESSIONE. Insieme a questo appello, inviatele a Massimo Maugeri, letteratitudine presso la sezione “La Camera accanto 2”.
Fate girare questo messaggio se lo condividete. E firmate, firmate, firmate.
Con tutto il cuore. La mia è una preghiera.
In nome della Solidarietà.
Nina Maroccolo

con un anno di ritardo riecheggio con piacere una notizia che non invecchia mai

Il 17 febbraio 2007 su La Repubblica è apparso un necrologio per iniziativa di alcune classi della seconda liceo classico di Alghero. La notizia non ha avuto molta risonanza perché mancavano quegli elementi di pruderie che ne fanno uno scoop nazionale. Niente canne, niente sesso con la professoressa, niente bullismo… solo intelligenza e cultura, che, si sa, in Italia non fanno notizia.

La riprendo io grazie ad una catena che si è spontaneamente creata in rete. Ecco l’interessante percorso che, tra l’altro, mi ha aperto lo sguardo su dei blog intelligenti:

– raccolgo la notizia su YAUB
– che mi rimanda a Contaminazioni
– che ha preso la notizia da Satura
– che l’ha avuta da Tortora
– che l’aveva presa da Mianonnaincarriola

Di cosa si tratta? Nel giorno dell’anniversario della morte di Giordano Bruno – arso vivo in Campo dei Fiori a Roma il 17 febbraio 1600 nel rogo di Santa Romana Chiesa – questi meravigliosi ragazzi si sono quotati per acquistare uno spazio commemorativo a loro spese. Qui voglio rendere omaggio alla loro intelligenza ed a quella del loro eccellente professore di filosofia: Gianni Piras (n.b. di formazione cattolica!). Di lui segnalo questa interessante intervista su la Repubblica

A tutti loro il mio grazie per avermi fatto iniziare bene la giornata e per aver confortato la speranza che non tutto sia perduto. Sono inoltre fiero che questo segnale di intelligenza venga proprio dalla mia Sardegna…

sta scendendo il silenzio

dopo l‘intervista ad Aharon Shabtai sul salone del libro che ho riportato qui
dopo l’eroico appello degli scrittori “nel nome della letteratura” a cui ho risposto con una lettera
dopo la saggia proposta di Diego Ianiro che ho sottoscritto

dopo le ultime stragi a Gaza

sta scendendo il silenzio…
silenzio…

invito a leggere la lettera di Gianni Vattimo su “la caverna”
e quella di Suad Amiri

ma soprattutto a firmarne l’appello


probabilmente i Ministri della Difesa devono essere così: militaristi (ovvio), fedeli alle Armi (ovvio), retorici quanto basta (ovvio), fedeli anche alle Gerarchie ecclesiastiche (ovvio), disposti a tapparsi il naso comunque (ovvio)…

E dunque eccolo qua. Un ottimo pedigree… Lui c’è in pieno.
Pur non essendo sardo in niente e per niente, è cresciuto ed eletto in Sardegna. E qui non è una questione di identità: siamo colonizzati. Pesantemente colonizzati. Fottuti e contenti. Lui è l’uomo dei militari, delle basi, della NATO, del G8, della Brigata Sassari (truffa storica… chiedete a mio nonno…), lui è il prefetto ideale dell’impero in un’isola ormai interamente consegnata ai suoi padroni. Lui è un cane fedele, un continuatore della gloriosa tradizione di quei cani fedeli che i sardi hanno da sempre allevato.

Perché non parlo dei cani sguinzagliati dall’altra sponda? Perché da lì non potevamo né volevamo aspettarci altro. Sua Grazia è onnipotente. Regna già e continuerà a farlo impunemente dalla sua reggia gallurese in una terra dove hanno persino cambiato nome ai posti per non dispiacere ai padroni. Vendersi il nome del posto dove si è nati è come vendersi la madre. In quella sponda quali sono i cani…?

nella foto Sua Grazia

Ma, dati per scontati gli altri, torniamo a lui. Se ci vuole una prova dell’imbecillità dei sardi, eccola:

in Sardegna ha risolto niente sulla questione delle basi militari, anzi, fedele all’esercito, ne ha ciecamente sponsorizzato ogni esigenza…

in Sardegna ha risolto niente sulla questione dell’uranio impoverito, anzi… ha solo finto di farlo, ma a Quirra ancora il supermarket delle armi è attivo…

in Sardegna ha risolto niente sulla questione degli AMX, anzi… appassionato di parate e cerimonie militari, pur di continuare a frequentarle, ha promesso ai militari che si sarebbe dato da fare per dissequestrare quelli bloccati dalla Magistratura perché ne erano caduti già cinque…
vedi post precedenti – qui “sono caduti” e qui “dimettiti”

infatti è suo l’accorato appello perché gli AMX vengano resi a quei pericolosi irresponsabili che ora piangono perché non ci possono più giocare. Sentite le frasi che ha pronunciato (!!!):
“…sarebbe pregiudicata una capacità operativa essenziale
“…sto seguendo con particolare attenzione la vicenda… che priva la Difesa del Paese di una sua componente significativa, per dotarsi della quale il Paese, cioè i cittadini contribuenti, hanno sostenuto spese ingentissime
“Tutto possiamo permetterci, all’infuori che incrinare l’efficienza e la saldezza dimostrata dai reparti delle nostre Forze Armate”

Cosa ne facciamo di uno così? Ma lo rimettiamo in lista perbacco!Lo facciamo rieleggere al Parlamento che rappresenta gli italiani!


qui coi Russi… poverino…

In conclusione:

i Sardi l’hanno votato, i Sardi tengono molto a lui, tanto che Veltroni ha chiesto addirittura una deroga per poterlo ricandidare capolista nel PD e lui ricambia con tutto l’affetto e la dedizione di cui è capace: basi, uranio, AMX…

ci vuole davvero una faccia tostata nelle Accademie militari e nelle sacrestie. La sua.

Qualcuno vuole spiegarmi con argomenti intelligenti cosa se ne fa l’Italia di un ministro della difesa e, peggio, di una difesa? Qualcuno vuole spiegarmi con argomenti intelligenti cosa se ne fa la Sardegna di uno così? Quali interessi difenderà in Parlamento?


heather parisi fa il suo stesso lavoro


05. Marzo 2008 · Commenti disabilitati su sonetàula · Categorie:blog news, d'arte, di Sardegna · Tag:, , ,


Salvatore Mereu presenta il nuovo film Sonatàula tratto dal bellissimo romanzo di Giuseppe Fiori
non l’ho visto… ma, conoscendolo, penso sia sicuramente bello
io ci vado… vi invito a fare altrettanto
per sostenere questo lavoro di Salvatore e dare coraggio alla sua ricerca poetica, è importante andarci subito, nel primo week-end di programmazione

a ateros menzus Meré… comente ti pregas


Con il successo di critica ottenuto al Festival di Berlino
sonetàula di Salvatore Mereu il 7 marzoarriva nelle sale italiane.


Oltre che in tutta la Sardegna, il film sarà programmato a

Bologna – Odeon
Milano Eliseo
Firenze Fulgor
Roma Quattro Fontane
Torino Fratelli Marx

Dopo Ballo a Tre Passi – vincitore della Settimana della Critica a Venezia e del David di Donatello per la migliore Opera Prima – Salvatore Mereu torna sul grande schermo con un film interamente ambientato in Sardegna. Tratto dal libro di Giuseppe Fiori (Einaudi), è la storia di Sonetàula, un ragazzo di quattordici anni che si da al banditismo per reazione all’allontanamento forzato del padre.

Parlato in sardo, il film è sottotitolato in italiano.

“La conferma di un talento capace di rievocare con tutta la sua forza poetica la Sardegna arcaica e a volte feroce di un vicino passato.”

Fabio Ferzetti – Il Messaggero

Occupati con il tira e molla patriottico su Caos calmo, molti hanno perso un altro film di straordinaria bellezza: Sonetàula, del sardo Salvatore Mereu, proiettato nella sezione Panorama. In quasi tre ore di un’intensità folgorante, il film racconta la storia di Zuanne, conosciuto anche come Sonetàula, un giovane pastore che si trova solo quando il padre viene mandato al confino da Mussolini. Sonetàula si rifugia nel banditismo come unico relitto di un mondo puro e arcaico che gli sta sfuggendo di mano. Con questo film Mereu non cita il neorealismo, lo reinventa.

Lee Marshall – Internazionale, 22 febbraio 2008

Ho riscritto Le ceneri di Gramsci per fare un resoconto a Pasolini con uno sguardo attuale.

Non mi paragono né mi sostituisco a lui.
Ho soltanto ricalcato il suo poema utilizzandone la struttura metrica e ritmica, citando anche, ma non tanto… perché la scrittura mi ha preso la mano.

È il mio punto di vista, oggi, a 53 anni dalle Ceneri di Gramsci.

Non mi preoccupa l’approvazione o la disapprovazione, il consenso o il dissenso, che susciterà questo scritto.

Spero invece che serva almeno da stimolo per leggere, o rileggere, uno dei testi poetici più significativi di Pier Paolo Pasolini.

scarica

Le ceneri di Gramsci
di Pier Paolo Pasolini

 


un contratto editoriale mi vincola a non poter più fornire il mio testo
Non è la nostra aria“… ma se vuoi contattarmi…

per leggere lo scritto di Francesca Falchi (che ringrazio…) scarica Soliana n.2 – febbraio 2008