Perché siamo favorevoli ai matrimoni tra cattolici

 

Siamo completamente favorevoli al matrimonio tra cattolici.
Ci pare un’ingiustizia e un errore cercare di impedirlo: il cattolicesimo non è una malattia.
I cattolici, nonostante a molti non piacciano o possano sembrare strani, sono persone normali e devono possedere gli stessi diritti della maggioranza, come fossero – per esempio – informatici o omosessuali.
Siamo coscienti che molti comportamenti e aspetti del loro carattere – come l’attitudine a patologicizzare il sesso – possono sembrarci strani. Sappiamo che inoltre a volte potrebbero emergere questioni di sanità pubblica, come il loro pericoloso e deliberato rifiuto dei preservativi. Sappiamo anche che molti dei loro costumi, come l’esibizione pubblica di immagini di torturati, può dare fastidio. Ma questa attitudine, più mediatica che reale, non è una buona ragione per impedire l’esercizio del matrimonio.
Alcuni potrebbero argomentare che un matrimonio tra cattolici non è un vero matrimonio, perché per loro si tratta di un rito e di un precetto religioso assunto davanti a Dio, anziché di una unione tra due persone.
Inoltre, dato che i figli nati fuori dal matrimonio sono pesantemente condannati dalla Chiesa, qualcuno potrebbe considerare che permettere ai cattolici di sposarsi incrementerebbe il numero di matrimoni perché «la gente mormora» o per la semplice ricerca di sesso, proibito dalla loro religione fuori dal matrimonio, andando così ad aumentare i casi di violenza familiare e il numero delle famiglie problematiche.
D’altra parte bisogna ricordare che questo non riguarda solo le famiglie cattoliche e che, dato che non possiamo metterci nella testa degli altri, non possiamo giudicare le loro motivazioni.
Infine, dire che non si dovrebbe chiamarlo matrimonio, ma in un’altra maniera, non è che una forma, invero un po’ meschina, di sviare il problema su questioni semantiche, del tutto fuori luogo. Anche se tra cattolici, un matrimonio è un matrimonio e una famiglia è una famiglia!

E con questa allusione alla famiglia, passiamo all’altro tema incandescente, che speriamo non sia troppo radicale: siamo anche favorevoli a che i cattolici adottino bambini.
Qualcuno si potrà scandalizzare. Probabile che si risponda con un’affermazione del tipo «Cattolici che adottano bambini?? I bambini potrebbero diventare a loro volta cattolici!». A fronte di queste critiche, possiamo replicare che è ben vero che i bambini figli di cattolici hanno molte probabilità di diventare a loro volta cattolici (a differenza degli omosessuali o degli informatici), ma abbiamo già detto che i cattolici sono gente come tutti gli altri.
Nonostante le opinioni di qualcuno e alcuni indizi, non ci sono tuttavia prove che dimostrino che i genitori cattolici siano meno preparati di altri a educare dei figli, né che l’ambiente religiosamente orientato di una casa cattolica abbia un’influenza negativa sul bambino. Inoltre i tribunali per i minori esprimono pareri sulle singole situazioni, ed è precisamente il loro compito determinare l’idoneità dei possibili genitori adottivi. In definitiva, nonostante le opinioni di alcuni settori, crediamo che bisognerebbe permettere anche ai cattolici di sposarsi e adottare dei bambini.

LIBERTA’ PER OCALAN – PACE IN KURDISTAN

Da mercoledì 11 Aprile 2007 i Kurdi hanno lanciato a Strasburgo uno sciopero della fame cominciato davanti al Palazzo del Consiglio d’Europa, proseguito poi alla Casa dei kurdi, un’associazione francese gestita dagli esuli.

Il Presidente del popolo kurdo Abdullah Öcalan è detenuto da otto anni nell’isola-prigione d’Imrali. Secondo le dichiarazioni dei suoi avvocati è vittima di un avvelenamento dovuto all’ingestione, già da lungo tempo, di metalli tossici.

Sono questi i riscontri di un tossicologo francese, confermati da laboratori d’analisi ad Oslo e a Roma, che hanno identificato, a partire da indagini svolte su campioni di capelli, dosi di cromo “sette volte superiori alla media” oltre che dosi estremamente elevate di stronzio. “Non possono esserci che due casi possibili che spiegano tale avvelenamento: acqua o cibo” concludono gli avvocati italiani.

Abdullah Öcalan, che dal ’99 non si è risparmiato per trovare una soluzione pacifica alla questione kurda, non ha nemmeno potuto godere dei diritti di cui beneficiano tutti i detenuti. Il comportamento dello Stato turco non è accettabile e i kurdi considerano questo fatto dell’avvelenamento di Abdullah Öcalan come un crimine contro l’umanità.

Questo sciopero della fame ha come scopo quello di richiamare l’attenzione del Comitato di Prevenzione contro la Tortura per inviare una delegazione medica internazionale che proceda ad un esame medico completo su Abdullah Öcalan, la cui condizione è ragione di grande inquietudine per i kurdi.

Ci appelliamo alla stampa italiana ed estera e ai mezzi di comunicazione tv e radio ad essere presenti con noi nelle piazze dove vedrete sventolare la nostra bandiera kurda, ad avvicinarvi e a portarci la vostra utile solidarietà, senza la quale non potremmo riabbracciare il nostro Presidente, libero, e non potremmo tornare ad abitare il nostro paese: il Kurdistan.

A ROMA SIT-IN FRONTE PARLAMENTO
9 MAGGIO DALLE ORE 17 ALLE ORE 19
Comunità Kurda di Roma
Ufficio di informazione del Kurdistan in Italia
Associazione Nazionale AZAD
tel. 06.636.892
http://www.uikionlus.com/

 

 


segnalo una mostra di Fabiola Ledda

Caminetti – Fabiola Ledda © – riproduzione non consentita


a cura di Simona Campus e Maria Francesca Lisci

il cui progetto è fra i due selezionati nell’ambito del Master in Management per Curatore nei Musei d’Arte e Architettura Contemporanea


venerdì 20 aprile 2007 ore 18:30

Coordinate dell’evento ViaTacendo


Date: 20 aprile – 11 maggio 2007
Conferenza stampa: venerdì 20 aprile ore 17.30
Inaugurazione: venerdì 20 aprile ore 18.30
Presso: Sala Petruccioli, Facoltà di Architettura Valle Giulia, Università di Roma “Sapienza” Indirizzo: Via Gramsci 53, 00197 Roma
Orari: dal lunedì al venerdì ore 11:00 – 19:00

Info, ufficio stampa:


ingresso libero

In occasione dell’inaugurazione sarà distribuito il catalogo della mostra

Libreria MODOinfoshop

sabato 14 aprile – dalle ore 18,00 in poi


Beats & Friends
fotografie di Michele Corleone
con quattro illustrazioni di Gianni Placido


mostra fotografica curata da Studiocutup
in collaborazione con Libreria MODOinfoshop

ore 18,00: inaugurazione con Alberto Masala e Michele Corleone happening poetico e ascolti di inediti sonori tra Ginsberg, Clash e Dylan

ore 22,00: proiezione del film PULL MY DAISY di Robert Frank e Alfred Leslie, introduce Monica Dall’Asta


fotografie ed illustrazioni saranno in esposizione nei due locali fino al 10 maggio


::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
MODO infoshopInterno 4 Bologna – Via Mascarella 24/b e 26/a – Bologna
info: tel. 051/5871012
www.modoinfoshop.comwww.myspace.com/modoinfoshop

>una lettera di Mauro Bulgarelli e don Alberto Vitali.

Sconcerto, preoccupazione e indignazione sono i sentimenti che ci pervadono in queste ore, dopo che l’organizzazione umanitaria “Emergency” ha dovuto ritirare, per ragioni di sicurezza, il proprio personale internazionale dall’Afghanistan.

Sconcerto, per come le ragioni della politica hanno prevalso su quelle umanitarie, fino al punto di servirsi di persone e strutture da anni dedite alla cura di chiunque ne avesse bisogno – in maniera incondizionata e senza discriminazioni di sorta – senza preoccuparsi di compromettere questo servizio, a danno esclusivo delle popolazioni più disagiate e già abbondantemente martoriate della regione.

Preoccupati, per la vita di Rahmatullah Hanefi, manager dell’ospedale di Emergency a Lashkar Gah, detenuto – non si sa in quali condizioni – senza la possibilità di incontrare un avvocato, nelle carceri di un paese, per cui l’Italia sta spendendo milioni di euro, non soltanto in campo militare, ma anche nella ricostruzione dell’apparato giudiziario.

Addolorati per la morte di Adjmal Nashkbandi, l’interprete afghano di Daniele Mastrogiacomo e di Sayed Hagha, l’autista che li accompagnava, così come delle centinaia di migliaia di vittime anonime di questo conflitto.

Indignazione, per il comportamento tenuto dal nostro Governo in tutta questa vicenda, nella quale non soltanto si è rifiutato di compiere gesti formali (nei confronti di un Governo che tanto deve al nostro paese) a tutela di tutte le parti in pericolo; ma – nonostante le calunnianti affermazioni dei servizi segreti afghani contro l’Organizzazione umanitaria italiana – ancora non si è pronunciato in difesa dell’onorabilità della stessa.

Siamo uomini e donne di diversa estrazione culturale, laici e credenti, impegnati in differenti campi dell’associazionismo sociale, religioso e politico, ma oggi ci esprimiamo comunemente, in qualità di cittadini italiani. Ed è in ragione dei valori condivisi che fondano la nostra civiltà, che esigiamo da tutti che “tengano giù le mani da Emergency”, perché così facendo si colpiscono immediatamente le migliaia di persone che dipendono esclusivamente dalle loro cure.

Non tutto può essere ridotto a mera questione ideologica: poiché riteniamo inviolabile la vita di tutti e di ciascuno, non possiamo accettare che le ragioni della politica facciano scempio della pelle e del sangue degli indifesi.

In quanto poi amici di Gino Strada e di decine di altri medici, paramedici e volontari, che dedicano con generosità il proprio tempo e servizio, esigiamo che venga rispettata la loro onorabilità, come si conviene in uno Stato di diritto.

Infine, in quanto cittadini, auspichiamo che il nostro Governo sappia difendere la dignità e la sovranità nazionale, non piegandosi supinamente a logiche internazionali, ma riaffermando quei principi di Legalità, Umanità e Pace, di cui è garante la Costituzione repubblicana.

Sen. Mauro Bulgarelli, Alghero – Don Alberto Vitali, Milano

clicca qui per mandare le adesioni

i militari italiani in Afghanistan sono già coinvolti in vere e proprie operazioni di guerra alla faccia dell’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…

qui anche una lettera da Nella Ginatempo

Carissimo Gino, e Teresa, e Maso e Vauro e tutti i medici e i volontari di questa meravigliosa realtà che si chiama Emergency.
Credo che il merito più importante che sempre mi commuove è il fatto che Emergency tiene fermo un piede dentro la porta. Su quella porta c’è scritto GUERRA e se si chiudesse sarebbe finita la speranza per tutte e tutti noi. Ogni volta che apro il sito o leggo il giornale di Emergency o leggo i reportage di peacereporter mi dico: ci sono ancora per fortuna. C’è ancora qualcuno che parla il linguaggio della ragione e della solidarietà, non quello delle armi e della totale violazione della Persona Umana.
La logica della guerra non tollera questo linguaggio e soprattutto non tollera i comportamenti solidali di chi rifiuta l’idea di nemico, di chi vuole curare tutti gli esseri umani vittime di violenza, di chi si apre ad ogni trattativa, alla diplomazia dal basso per salvare vite umane. Ciò che il governo afghano sta facendo contro Emergency è davvero infame proprio perchè è basato sulla logica di guerra, su ritorsione, menzogna, violenza. Ma altrettanto infame è il trattamento riservato ad Emergency dal governo italiano che per codardia e servilismo nei confronti degli USA ha brutalmente chiuso la trattativa per liberare gli ostaggi, causando indirettamente la morte di Adjmal, un afghano, dunque un morto che non pesa nel teatrino politico italiano.L’infamia continua con la detenzione di Rahmat da parte del governo fantoccio di Kabul. Un sequestrato torturato e fatto sparire senza processo, senza diritti, in quella culla di democrazia che è il regime di Kabul, alimentato dalla guerra per la democrazia !!!
Di questa infame guerra siamo complici noi italiani brava gente, complici di un regime di criminali di guerra e terroristi, complici di una occupazione militare schifosa al seguito di una potenza staniera che ha asservito anche noi, complici di migliaia di omicidi di persone innocenti tramite i bombardamenti della NATO e le sparatorie della polizia afghana sui civili. Se avessimo un governo ispirato non alla democrazia ma anche soltanto alla dignità e alla lealtà, dovremmo ritirare il nostro ambasciatore da Kabul, interrompere i rapporti diplomatici con Karzai e ritirare le truppe da un paese il cui governo viola i diritti umani e minaccia l’esistenza stessa della nostra Emergency. Rahmatullah dovrebbe essere un vanto nazionale per noi, avendo fatto liberare due ostaggi italiani e dovrebbe ricevere un premio speciale: la sua liberazione sarebbe una restituzione di sovranità nazionale al nostro paese. Ad ogni costo il governo italiano dovrebbe difendere Emergency e assumersi le sue responsabilità, affrontando gli USA e finalmente dissociandosi dalla guerra, da questa schifosa missione militare e dalla sua insostenibile logica di guerra.
Un abbraccio, Nella Ginatempo

>

ecco a chi dovremmo destinare il nostro 5 x 100 !!
magari… intanto cominciamo con il 5 x 1000…

un ultimo sforzo: col vostro aiuto
la ricerca sull’Atassia di Friedreich procede!





ABSOLUTE POETRY
Cantieri Internazionali di Poesia

(Monfalcone, 21 / 24 marzo 2007)

Direzione Artistica: LELLO VOCE

programma

21 marzo
ore 10.30 – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
La poesia italiana contemporanea
Edoardo Sanguineti incontra gli studenti
Conduce Cristina Benussi (Università degli Studi di Trieste)

ore 16.00 – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
La poesia slovena contemporanea nel Friuli Venezia Giulia
A cura delle Associazioni Culturali “Tržič” e “Jadro

ore 20.45 – Teatro Comunale
Gian Mario Villalta
Tracy Splinter (Sudafrica – Germania)
Edoardo Sanguineti / Stefano Scodanibbio
in Postkarten e Alfabeto apocalittico
Badara Seck (Senegal) / Luigi Cinque / Rita Marcotulli (Italia)

22 marzo
ore 10.30 – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
La poesia italiana contemporanea
Patrizia Valduga incontra gli studenti
Conduce Cristina Benussi (Università degli Studi di Trieste)

ore 16.00 – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
Presentazione di Slam! Antologia europea del Poetry Slam
Intervengono Lello Voce e Sparajurij Lab.

ore 20.45 – Teatro Comunale
Christian Sinicco / Baby Gelido
Patrizia Valduga
Alberto Masala / Serge Pey (Francia)
Lemn Sissay (Regno Unito)
John Giorno (U.S.A.) / Luigi Cinque

23 marzo
ore 10.00/13.00 e 15.00/18.00 – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
Absolute BlogMeeting
incontro tra i blog italiani di poesia
a cura di Christian Sinicco e Adriano Padua

ore 18.30 – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
Presentazione del libro The Winsdom of Witches e del DVD 9 poems in Basilicata
Intervengono John Giorno, Jonny Costantino (curatore), Domenico Brancale (traduttore) e Antonello Faretta (regista)

ore 20.45 – Teatro Comunale
Ivan Crico / Tullio Angelini e Carlo Mariani
Lucilla Giagnoni / Alessio Bertallot in Disco Inferno – Absolute Issue su testi di Dante e postille in versi di Gabriele Frasca, Rosaria Lo Russo, Aldo Nove, Tommaso Ottonieri, Lello Voce
Ursula Rucker in concerto (U.S.A.)

24 marzo
ore 10.30 – Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
La poesia italiana contemporanea
Aldo Nove incontra gli studenti
conduce Cristina Benussi (Università degli Studi di Trieste)

ore 20.45 – Teatro Comunale
“Renga” cittadina – Performance del Laboratorio Fare Teatro
Luigi Nacci / Sergio Sigoni
Aldo Nove
Accidents Polipoètics (Spagna)
Enzo Jannacci in concerto

Videofondali live di Giacomo Verde

notizie, info e links: www.absolutepoetry.org

 

POETI DA MORIRE
Scritti dal braccio della morte e contro la pena capitale

a cura di Marco Cinque

prefazione: Margherita Hack


illustrazione in copertina: Lawrence Ferlinghetti

illustrazioni all’interno: Dominique Green

controcopertina: Vauro

traduzioni: Grazia Guaschino

Giulio Perrone Editore – Roma, 2007 – 12,00 €

Autori e autrici dai bracci della morte degli Stati Uniti:

Clarence Ray Allen, Fernando Eros Caro, Caryl Chessman, Charles Culhane, Joe Duncan, Kenneth Eugene Foster Jr., Dominique Green, Karl L. Guillen, Richard Wayne Jones, Anthony Haynes, Bobby Ray Hopkins, Lynda Lyon, Reginald Sinclair Lewis, Roger W. Mc Gowen, Debra Jean Milke, Paul Rougeau, Jack Ruzas, Dean D. Thomas, Robert Wallace West.

Autori e autrici nazionali e internazionali contro la pena di morte:
Alberta Bigagli, T. F. Brhan, Marco Cinque, Geraldina Colotti, Erri De Luca, Tommaso Di Francesco, Flavio Fracasso, Enrico Gasperi, Lance Henson, Jack Hirschman, Maria Jatosti, Vivian Lamarque, Alberto Masala, Carlos Mauricius, Alberto Moravia, Ibrahim Nasrallah, Igiaba Scego, Màrcia Théophilo, Janine Pommy Vega, Leila Wadia.

Ringraziamenti:
Si ringraziano tutte le autrici e gli autori che a vario titolo hanno contribuito a realizzare questa antologia, il Comitato Paul Rougeau per il sostegno e l’impegno alla realizzazione e divulgazione del progetto editoriale e tutti i prigionieri in attesa dell’esecuzione capitale che hanno così generosamente partecipato.

Diritti:
I diritti d’autore di “Poeti da morire” saranno destinati in parti eguali sia alla causa del prigioniero di ascendenza Yaqui, Fernando Eros Caro (condannato a morte e rinchiuso da più di 20 anni nel penitenziario di San Quentin, in California), che al Comitato Paul Rougeau, che utilizzerà i proventi per sostenere le cause dei condannati a morte negli Usa.

Nota del curatore
Metà degli autori che hanno pubblicato in questa raccolta poetica corrono il serio rischio di essere assassinati premeditatamente da qui a qualche anno. Alcune di queste voci, purtroppo, sono già state spezzate lasciandoci solo la loro eco attraverso la parola scritta. La prima parte del volume comprende dunque testi degli stessi prigionieri, donne e uomini, rinchiusi nei bracci della morte statunitensi.
Quando la pena capitale, a prescindere dalle questioni d’innocenza o colpevolezza, viene raccontata da chi la vive quotidianamente sulla propria pelle, coloro che ascoltano iniziano a capire che dietro ciascuno dei numeri di matricola con acclusa
la data di scadenza c’è, in realtà, un essere umano che vive, respira, pensa, sogna, prova sentimenti ed è persino capace di tradurli in poesia.
Leggete dunque questi versi, recitateli, gridateli se necessario nelle strade, nelle scuole, nelle piazze. L’omicidio legalizzato verrà così messo a nudo nella sua crudeltà, inutilità, iniquità.
Ad accompagnare le voci dei condannati, nella seconda parte del volume, ci sono anche i contributi generosi, per lo più inediti, di autori nazionali e internazionali, a testimoniare il loro impegno contro una barbarie che nega qualsiasi
ipotesi di ravvedimento e di perdono.
Che si chiami guerra, terrorismo o pena di morte, l’uccisione pianificata dell’uomo sull’uomo si basa sempre sul principio vendicativo dell’occhio per occhio. Se non riusciremo ad estirpare sin da ora e sin da noi stessi questo ferale principio, saremo prossimi ad un’umana cecità, al buio della ragione, al trionfo della bestia.

Marco Cinque

Date presentazioni “poeti da morire”

venerdì 23 marzo (Marco Cinque, Maurizio Carbone e i poeti di verba volant)
mattina: Belluno – incontro con scuole medie superiori
sera: Limana, Sala incontri del Comune
– h. 20,30
sabato 24 marzo (Marco Cinque e Maurizio Carbone)
Zola Predosa, sala incontri del comune – h. 17,00
venerdì 13 aprile
Teatro del liceo Morgagni a Roma – h. 21,00
con: Marco Cinque, Maurizio Carbone, Pino Pecorelli, Stefano Cinque (le musiche)
Marcia Theophilo, Igiaba Scego, Tommaso Di Francesco, Maria Jatosti (autori e autrici)
8 – 12 maggio
– mattine (Marco Cinque e Maurizio Carbone): 4 incontri sulla pena di morte con le classi della scuola media Grazia Deledda di Alghero
11 maggio, Auditorium Grazia Deledda – Scuola Media di Alghero – h. 20,30
12 maggio, Centro sociale di Ossi con i ragazzi della Consulta Comunale – h. 20,30

>Bologna, 7 marzo 2007

Abbiamo appreso che lei vuole fare pagare i danni dell’asfalto ai manifestanti di sabato scorso contro il Cpt di via Mattei. Noi ci offriamo invece di utilizzare i nostri prossimi giorni liberi per riparare quegli sfregi – simbolici più che altro – all’asfalto. Sia chiaro: lavoro volontario e gratuito. Perché questa offerta? Non siamo particolarmente turbati dalla buca in via Mattei [a Bologna ce ne sono un bel po’] o dai lievi fastidi che qualche automobilista potrebbe ricavarne [ben più gravi i danni che le auto ogni giorno fanno agli umani]. No, dichiariamo subito che nostra intenzione è evitare che alcuni di coloro che hanno manifestato contro i Cpt siano costretti a pagare una multa o peggio a subire un processo. Ci sono già a Bologna denunce per chi ha “smontato” un Cpt e orgogliosamente [lo striscione era in testa al corteo] dichiara “lo rifarei”. Noi firmatari non abbiamo partecipato materialmente a quel tentativo di “smontaggio” ma siamo pienamente dalla parte di chi – a viso aperto – lo fece: fa parte di una prassi nonviolenta [avrà signor sindaco sentito parlare di Gandhi, Capitini, Dolci, King] che è «antica come le montagne» disobbedire a leggi che si ritengono moralmente inaccettabili. Senza farla troppo lunga signor sindaco, se lei accetta noi siamo disponibili a lavorare, praticamente da subito e anzi a trovare altri volontari e volontarie per aggiustare quelle buche. Ci permettiamo solo di chiedere [a lei o forse a qualche assessore che ne ha la competenza] che in cambio di questo lavoro gratuito sia concesso a uno scultore – che noi ci impegniamo a trovare, se lei ci incoraggia – di realizzare gratuitamente nei pressi del Cpt o in altro luogo di Bologna un piccolo monumento – potrebbe persino bastare una lacrima – al dolore di chi migra. Sotto il monumento certo occorre trovare una frase adatta: lei che ne direbbe dei versi scritti da Emma Lazarus [ha presente? Se vuole gliene inviamo copia] sotto la statua della libertà a New York? Oppure delle 6 paroline – ricorda? – che lo scrittore svizzero Max Frisch volle regalare a tutti noi, proprio quando nel suo Paese una indecente gazzarra razzista si scatenava contro gli emigrati in generale e gli italiani in particolare? Ringraziandola dell’attenzione, attendiamo una sua risposta. Ove non arrivasse ci presenteremo nei prossimi giorni con cazzuola e carriola alla segreteria del suo ufficio per chiedere appuntamento e prendere gli accordi del caso. Se la sua vecchia professione di sindacalista fosse “turbata” dall’idea di consentirci un lavoro gratuito ci permettiamo di ricordarle “gli scioperi a rovescia” che nel dopoguerra la Cgil di Di Vittorio – ricorda? – mise in atto.

* PRIMI FIRMATARI

* Daniele Barbieri, Alberto Masala, Fabiola Ledda, Simona Vinci, Leonardo Tancredi, Marco Trotta, Paolo Buffoni, Diego Costa, Nanni Angeli, Roberta Rendina, Mariella Saviotti, Giovanni G. Bazzocchi, Anna Tonioni *

Inviare le adesioni a nad3824@iperbole.bologna.it*

Aggiornamenti su CARTA

Dal fronte afgano arrivano su Internet decine di filmati realizzati da reporter di guerra o dagli stessi soldati. Mostrano il vero volto della guerra, lo stesso che abbiamo conosciuto attraverso i film sul Vietnam: l’odio per un nemico che va sterminato, il disprezzo per i civili, la macabra ironia guerresca, il frastuono delle battaglie, la paura dei soldati che urlano e imprecano, i jet che bombardano a tappeto i villaggi, il fumo nero degli incendi, le trincee e i sacchi di sabbia, i bazooka e le bombe a mano.

Prodi, Rutelli, D’Alema – foto da www.lastampa.it

Questo è un punto fermo della politica del governo: la guerra in Afghanistan che continuano sfacciatamente a chiamare missione di pace.