alphabet

Un vecchio andava tutte le sere a cantare il tramonto in una grotta in cima alla montagna.
E tutte le sere un bambino lo seguiva per osservarlo a distanza.
Un giorno il bambino gli domandò: «Canti da solo. La tua gente è dispersa, disgregata, sterminata dall’alcool, la fatica, la fame, le droghe, il carcere… Ormai parlano solo la lingua dell’impero e non sono nemmeno in grado di capirti… ridono di te… perché continui a cantare? Sei rimasto solo.»
Il vecchio rispose: «Se non cantassi vorrebbe dire che hanno preso anche me.»
(da Geometrie di Libertà, di Alberto Masala)
a Jack Hirschman, Jonathan Richman, Aggie Falk, Randy Fingland
alla loro solida resistenza, grazie.

Finalmente è arrivato!

Alphabet of Streets, il mio terzo libro americano, dopo Taliban e In the Executioner’s house, tradotti da Jack Hirschman, è arrivato proprio il giorno dell’elezione di Donald Trump. Voglio considerarlo un piccolo messaggio di resistenza a quel lato arrogante e razzista dell’America che oggi viene ancora una volta trasportata in una dimensione estremamente pericolosa per il mondo intero. Un libro, sebbene sia una minima cosa, resta sempre un segnale resistente, e non solo mio, ma sopratutto degli intellettuali americani come Jack Hirschman, che ne ha curato l’edizione, Jonathan Richman, che ne ha fatto l’ottima traduzione, Agneta Falk, che ne ha illustrato la copertina con la riproduzione di un suo bel dipinto, e Randy Fingland, l’eroico e preziosissimo editore, oltre che poeta anche lui. Tutti artisti ed intellettuali che danno forti segnali di differenza in un’America che oggi si mostra appiattita sull’ignoranza e la paura. Questo loro lavoro per me è bello ed importante. Con questo libro, come il vecchio sulla montagna, continuiamo a cantare il tramonto. Resistendo ancora.

La nota introduttiva di Jack Hirschman:
 Sono onorato – in quanto traduttore di due libri di Alberto Masala – Taliban, e In the Executoner’s House – di poter dire due parole su Jonathan Richman, il traduttore di questo libro, una selezione di poesie di Masala, anche se Jonathan scriverà egli stesso alcune note di prefazione, così come l’autore, prima che si dia avvio ai testi.
Io non sapevo che Jonathan fosse un cantautore e un performer conosciuto in campo internazionale (in effetti avevo sentito in giro che aveva scritto “uno dei migliori pezzi di rock&roll di tutti i tempi”, cioè “Roadrunner”). Lui e la sua compagna Nicole erano tra gli amici di Matt Gonzalez, il coraggioso candidato del Green Party che nel 2003 ispirò la più bella elezione cittadina per un sindaco fin dalla seconda guerra mondiale; furono invitati al mio matrimonio con la poetessa e pittrice svedese Agneta Falk, che ebbe luogo nel giardino di Matt nel quartiere Mission di San Francisco il 5 giugno 1999.
Da allora in poi Jonathan ed io diventammo amici. Appresi che era un appassionato della lingua italiana e che ci saremmo incontrati al Caffè Trieste dove sarebbe venuto dopo aver rinfrescato il suo italiano nei corsi dell’Istituto Italiano di Cultura qui nel North Beach.
Quando Alberto Masala mi spedì il suo Alfabeto di strade, pubblicato in Italia, lo lessi con piacere per i testi che abbracciavano tutta una serie di poesie di Masala fino ad allora per me sconosciute: omaggi a Pasolini, per esempio, e a Majakovskij. Passai il libro a Jonathan che, poco tempo dopo, espresse un tale entusiasmo per le poesie di Masala che gli suggerii di mettersi alla prova nella traduzione dell’intero libro. Lo avrei assistito come editor delle traduzioni, e Alberto, che ha tradotto qualche poeta americano come Jack Kerouac, naturalmente avrebbe anche lui partecipato alla stesura finale.
Per quelli che non hanno familiarità con il lavoro di Masala, mi si lasci dire che lui è fra i migliori poeti italiani contemporanei. Il suo libro Taliban, composto sui 32 precetti dei Talebani destinati a sottomettere le donne, ad ognuno dei quali Alberto, assumendo le voci delle donne, risponde con splendide brevi poesie.
In questo libro, la portata e la profondità della visione della vita di Masala si manifestano in poemi di eccezionale genialità e immaginazione, includendo il lavoro che comprende non soltanto l’italiano, ma il francese ed il suo amato sardo, la lingua della sua Sardegna nativa.
Mentre negli USA l’essere anarchico spesso si riduce a cose come farsi delle canne (marijuana), in Europa questo emerge con una coscienza di classe che spesso è notevolmente vicina alle lotte del comunismo. Masala è uno di questi anarchici che sono molto vicini a una dimensione Marxista, ed ecco perché gli omaggi a Pasolini e Majakovskij sono così vicini al suo cuore.
Con Masala al timone italiano e Richman che porta l’italiano alla  riscrittura traduttiva con una virtuosità linguistica molto ben disposta verso la coscienza poetica americana, il lettore certamente riconoscerà che questo è un capolavoro della poesia italiana contemporanea.
Jack Hirschman, Laureato Poeta Emerito di San Francisco
english version
An old man went every night to sing the sunset in a cave on the mountain top.
And every night a child followed him to observe him from a distance.
One day the child asked: «You sing alone. Your people are scattered, broken up, exterminated by alcohol, fatigue, hunger, drugs, prison… Now only they speak the language of the empire, and are not even able to understand you … they laugh at you … why do you continue to sing? You’re left alone…».
The old man replied: « If I do not sing would mean that they also took me ».
From “Geometrie di libertà” of Alberto Masala
to Jack Hirschman, Jonathan Richman, Aggie Falk, Randy Fingland
to their solid resistance, thanks.

… Alphabet of Streets, my third American book, after Taliban and In the Executioner’s house, all translated by Jack Hirschman, it came just the day of the election of Donald Trump. I want to consider this like a small message of resistance to the arrogant and racist side of America which today is once again transported in an extremely dangerous dimension for the whole world. A book, although it is a little thing, always remains a strong signal, and not only mine, but above all of those American intellectuals like Jack Hirschman, who took care of the edition, Jonathan Richman, who made the excellent translation, Agneta Falk, who illustrated the cover with a reproduction of one of his beautiful painting, and Randy Fingland, the heroic and precious publisher, as well a poet, too. All artists and intellectuals who give strong signals of difference in an America that now seems to be flattened on ignorance and fear. Their work to me is beautiful and important. With this book, like the old man on the mountain, we continue to sing the sunset. Still resisting.

Alphabet of streets – translated by Jonathan Richman – edited by Jack Hirschman
cc Marimbo press, Berkeley CA USA – ISBN 978-1-930903-86-3

Pesa-Sardigna

Pesa Sardigna è un blog anticolonialista (come lo sono anch’io) che ha preso nome da un mio verso. Mi fa piacere, li ringrazio ed auguro loro lunga vita. Nel primo numero aprono la pagina della cultura intervistandomi. e anche se l’intervista è anonima, io ringrazio Luana Farina per avermi fatto quelle domande. Ecco qui il link. Buona lettura.

Intervista ad Alberto Masala poeta e scrittore.

blog

Terzo Piano Ascensore, via del Pratello 2, Bologna

l’evento facebook

Omicidio Francesco Lorusso – Una storia di giustizia negata – di Franca Menneas – un libro necessario – a questo link l’introduzione

Lorusso_lapide-400x288

“Taliban, i trentadue precetti per le donne” compie 15 anni.

Per festeggiare l’Otto Marzo 2016, a tutte le donne che lo chiederanno entro questa settimana, contattandomi nella sezione del banner qui in alto (scrivimi), spedirò via mail il pdf del libro nel formato originale. Disponibile anche nella versione francese (tradotto da Ambre Murard) o inglese (tradotto da Jack Hirschman).     Buon 8 marzo a tutte.

Al link qui sotto si può leggerne il percorso:

notizie e storia del libro Taliban

foto di Fabiola Ledda

foto di Fabiola Ledda

Sono subissato di richeste… non pensavo… chiedo pazienza e cercherò di esaudire – Grazie a chi mi scrive –
alcune mi chiedono “quanto devono”… a me nulla – se proprio volete pagare, fate un’offerta al RAWA (http://www.rawa.org/), l’associazione delle donne rivoluzionarie dell’Afghanistan per le quali era stato scritto il libro (nella causale mettete: “from the book Taliban of Alberto Masala”).

Un grazie speciale alle bambine di una classe elementare di Milano che mi urlano in coro:”Grazie di aver scritto un libro per noi bambine!”. Mi hanno commosso molto (ho il cuore tenero) – naturalmente tutto era orchestrato dalla loro meravigliosa maestra che si chiama Angela…

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lettera a tutte

care amiche
in tante avete chiesto Taliban
e tantissime di voi mi hanno mandato messaggi graditi e anche commoventi

ora, scusandomi con chi l’ha già fatto e con tutte per l’invadenza (che non si ripeterà più… tranquille… non sono uno spammer), vi comunico che – LIBERAMENTE, senza obblighi, e solo chi ne ha voglia e possibilità – potete mandare al RAWA un’offerta (anche piccolissima, non importa…) che sarà molto importante per sostenere il movimento e far sentire a queste sorelle la vostra presenza e la vostra solidarietà.
In fondo, quel libretto che vi ho spedito serviva a questo.
Ripeto: senza obbligo e liberamente, e solo chi può e ne ha voglia…

il sito del RAWA è: http://www.rawa.org/index.php
c’è anche (in alto nel banner) la versione italiana (ma ho l’impressione che non funzioni da tempo e sia meglio rivolgersi al sito-madre originale…)

se farete un’offerta, mettete nella causale : “from the book Taliban of Alberto Masala”
vorrei che sapessero che questa operazione è ancora in piedi… e che noi esistiamo sempre

scusate per l’invio collettivo
un abbraccio affettuoso a tutte insieme
grazie
a.

una-risata

Non, vous n’êtes pas Charlie.

 

La risata è la linea più breve tra due punti.
E ogni volta rischiara
i vostri immutabili valori.

Posso portarla spenta nel cervello
da qualche parte, in basso, verso il fondo,
avvolta in ragnatele polverose.

Ma, come l’acqua,
ritorna sempre dove ne ha memoria.

E poi come l’amore, malgrado non permesso,
non arretra, dilaga, e ancora di nascosto
senza riguardo ci riemerge al cuore.

La risata
è la distanza giusta fra la patria e il senso.

Voi sarete presenti?
Sapete bene ciò che è conveniente
cercando la salvezza più adatta alla stagione…

Non, vous n’êtes pas Charlie.
Vous n’avez jamais été Charlie.

Jan15-Parade

vik-3

Facciamo economia
(bilancio consuntivo di fine anno in ricordo di Vittorio Arrigoni)

 

Se oggi la pietà non costa molto
e un venditore è abile a rivenderla cara
ci si può ricavare un buon guadagno.
Anche la commozione rende bene
se acquistata a buon prezzo.

La nostalgia, al contrario,
si deve accumulare con lunghi investimenti
a pochi soldi, certo,
ma la resa è più bassa.

Il rendimento della carità
ha un ritorno immediato.
È confortante, alto,
ma dura poco e non si reinveste.
Di solito il cliente
in seguito ricorda ogni carezza
e si emoziona.
Non serve a nulla
ma è pur sempre un ricordo… una memoria…

La compassione, intesa nel suo senso più alto,
è un buon risparmio
è stabile, sicuro, e senza rischio.
Però non verrà niente
perché il cambio è fissato uno a uno.

La speranza non rende.
Anzi… si perde.
Non è un investimento.
Spesso è un titolo tossico, una truffa,
o, come la bontà, una lotteria.
Ma se il colpo funziona…

Pena, indulgenza e misericordia
richiedono assai liquidità:
lacrime, commozione… Ma daranno profitto?
L’investitore normalmente è attratto
dal premio successivo, da godere nei cieli
in rivalutazione… Ma
chi vende questi bond
non fornisce mai dati di ritorno.

La civiltà è un fallimento certo.
Ne abbiamo dei riscontri in tutti i tempi.

S’investe inizialmente con un fondo
morale o di cultura.
Poi parte una campagna capillare
con la pubblicità e offerte di sistemi
sicuri e confortanti.
Persuadono il cliente
ad investire in privilegiate
azioni di Ragione e Verità.
Per non rischiare, con armi e le minacce
si crea l’indotto e si produce il bene.
Però la concorrenza è molto forte.

Infine
resta l’umanità.
Non è quotata
e ha bisogno di nuovi investimenti.
Si raccatta per strada.
E non si vende.

Ma oggi è l’umanità che rende.

24 dicembre 2015

bilancio

C’è un post ricorrente, una poesia di Mario Benedetti tradotta da me, che ripubblico identica ogni volta che muore una canaglia. L’avevo già usata per Pinochet, Pio Laghi, Videla, Andreotti, Cossiga. Questa volta la ripropongo, senza altri commenti, per Licio Gelli, morto oggi a 96 anni. Tranquillamente. Nella sua villa. Protetto. Con tutti i segreti di stragi e colpi di stato. Penso che lo meriti più di chiunque altro.

Los canallas viven mucho, pero algún día se mueren
di Mario Benedetti

Obituario con hurras
Vamos a festejarlo
vengan todos
los inocentes
los damnificados
los que gritan de noche
los que sueñan de día
los que sufren el cuerpo
los que alojan fantasmas
los que pisan descalzos
los que blasfeman y arden
los pobres congelados
los que quieren a alguien
los que nunca se olvidan
vamos a festejarlo
vengan todos
el crápula se ha muerto
se acabó el alma negra
el ladrón
el cochino
se acabó para siempre
hurra
que vengan todos
vamos a festejarlo
a no decir
la muerte
siempre lo borra todo
todo lo purifica
cualquier día
la muerte
no borra nada
quedan
siempre las cicatrices
hurra
murió el cretino
vamos a festejarlo
a no llorar de vicio
que lloren sus iguales
y se traguen sus lágrimas
se acabó el monstruo prócer
se acabó para siempre
vamos a festejarlo
a no ponernos tibios
a no creer que éste
es un muerto cualquiera
vamos a festejarlo
a no volvernos flojos
a no olvidar que éste
es un muerto de mierda.

Le canaglie vivono molto, però un giorno o l’altro muoiono
Necrologio con gli hurrà / Andiamo a fargli festa / vengano tutti / gli innocenti / i danneggiati / quelli che urlano di notte / quelli che sognano di giorno / quelli che soffrono nel corpo / quelli che ospitano fantasmi / quelli che vanno scalzi / quelli che bestemmiano e ardono / i poveri congelati / quelli che amano qualcuno / quelli che mai si scordano / Andiamo a fargli festa / vengano tutti / il crapulone è morto / l’anima nera si è spenta / il ladro / il zozzone / si è spento per sempre / hurrà / vengano tutti / andiamo a fargli festa / a non dire / che la morte / cancella sempre tutto / purifica tutto / per un giorno / la morte / non cancella niente / restano / sempre le cicatrici / hurrà / è morto il coglione / andiamo a fargli festa / a non piangere di contentezza / che piangano quelli come lui / e si bevano le loro lacrime / si è spento il mostro eccellente / si è spento per sempre / andiamo a fargli festa / non restiamo tiepidi / non crediamo che questo / sia un morto qualsiasi / andiamo a fargli festa / non rimaniamo mosci / non scordiamoci che questo / è un morto di merda.

Pinochet pio laghi Cossiga andreotti

Pio-Laghi-Videla-Gualtieri videla

manifesti Cave

Capita raramente di incontrare un vero poeta e  la cosa mi sorprende sempre allo stesso modo: mi sento come uno che ascolta una poesia per la prima volta e vengo investito da un entusiasmo irrefrenabile.
Raúl Zurita, grande poeta cileno, mi ha fatto questo effetto. L’ho incontrato a Toulouse l’altro giorno e sono tornato a casa entusiasta. Ho voglia di portarlo in Italia.
Cosa difficilissima, ma spero di riuscire nell’impresa… in questo paese dove la poesia è sempre più confinata in territori pesanti e noiosi, quasi sempre auto-prodotta, auto-promossa, auto-proclamata… e, per questo, ovviamente, non-interessa, non-vende, non-produce-danaro nemmeno per sostentarsi e sopravvivere da sola. Come un ex-adolescente che non vuole lasciare la casa dei genitori, e vive ancora della paghetta della vecchia mamma.

Comunque, eccolo qui – e più sotto una poesia che mi ha mandato per mail ed ho tradotto subito – bella, ma nemmeno l’ombra dei canti che mi hanno scosso il cuore dal vivo – spero davvero di tradurlo in Italia – un piccolo assaggio per voi.
Zurita

A RODRIGO MARQUET
En Memoria

Tu cara Rodrigo Marquet, la cara más hermosa
que han visto mis ojos:
elegantísimo, camisa verde de seda, corbata gris,
chaqueta también de seda.
Así te vistió tu hermano Teo, Pablo, para la
última pose, para mi última mirada,
.                                                                tus ojos
de flores entreabiertas.
Y yo trataba de besarte sobre el cristal y era como
si tú también trataras
y un rouge imaginario se me pegaba al vidrio
y mis lágrimas y mi saliva se iban quedando
encima, pegajosos,
igual que aguadas de nubes sobre la mirilla.
Nunca se publicaron tus poemas
y acerca de los detalles técnicos: suicidio,
accidente, qué se sabe del último minuto.
Trataba de besarte en la boca y el rouge se me
Iba quedando pegado al cristal
y era como si tú, sonriendo, abrieras tus labios
diciéndome bien, está bien, besémonos.
En cuanto a si habrías estado o no en la noche
de las banderas,
tampoco son cosas fáciles de responder;
tú de bruces
sin amor, en un cuarto pequeño dos meses antes.

Y sobre tus poemas: me importaban más tus labios
y la dureza del vidrio,
tú sabes; todos los poetas somos amantes e inéditos.

– – – – – – – – – – – – – – – – – – – –

A RODRIGO MARQUET
In Memoria

Il tuo viso, il volto più bello
che hanno visto i miei occhi:
elegantissimo, camicia verde di seta, cravatta grigia,
anche la giacca di seta.
Così ti vestì tuo fratello Teo, Pablo, per la
ultima posa, per il mio ultimo sguardo,
                                                               i tuoi occhi
di fiori socchiusi.
E io cercavo di baciarti sul cristallo ed era come
se anche tu lo cercassi
e un rossetto immaginario mi si attaccava al vetro
e le mie lacrime e la mia saliva vi cadevano
sopra, appiccicose,
come nuvole d’acqua sull’obbiettivo.
Non si pubblicarono mai le tue poesie
e circa i dettagli tecnici: suicidio,
incidente, ciò che si sa dell’ultimo minuto.
Cercavo di baciarti sulla bocca e il rossetto se ne
andava restando attaccato al cristallo
ed era come se tu, sorridendo, aprissi le labbra
dicendomi: bene, va bene, baciamoci.
Quanto al fatto che tu ci fossi o no nella notte
delle bandiere,
nemmeno a questo è facile rispondere;
tu a testa bassa
senza amore, in una piccola stanza due mesi prima.

E quanto alle tue poesie: m’importavano di più le tue labbra
e la durezza del vetro,
lo sai; tutti noi poeti siamo amanti e inediti.

traduzione Alberto Masala

Non ci andavo da qualche tempo. Ma ora, grazie all’invito di Serge Pey, direttore del CIAM che nella CAVE POÈSIE cura la rassegna CHANTIERS D’ART PROVISOIRE, sono di nuovo a Toulouse. Per chi si trovasse da quelle parti…


CHANTIERS D’ART PROVISOIRE

TOULOUSE

à CAVE POÈSIE

Lundi 12 octobre à 20,30
dans le cercle de lectures ouvertes
une invitation à la lecture partagée avec

ALBERTO MASALA

Università Jean Jaurès / le CIAM
direction Serge Pey

qui tutto il programma della stagione 2015/2016
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