Non basta condannare l’omicidio freddo e violento di Samb Modou e Diop Mor, i due migranti senegalesi uccisi a Firenze.
Non basta sperare che Moustapha Dieng vinca la sua battaglia contro la morte e che gli altri feriti guariscano in fretta.
Non basta esprimere solidarietà alle famiglie dei morti e ai feriti. La solidarietà adesso costa poco e conta ancor meno.
Non siamo di fronte al gesto improvviso di un fascista folle.

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Caro Lorenzo,

Sono un poeta. E non perché mi sia nominato tale, ma perché utilizzo la poesia per praticare autonomia interiore, esigenze di bellezza e di liberazione, e sono testimone che è possibile farlo. Gli altri mi chiamano poeta, tecnicamente lo so fare, vivo di questo, non ho altri mestieri se non tutto ciò che è attorno alla poesia, al pensiero, all’arte, alla cultura. Proprio come fai tu con le tue canzoni.
Non mi va di parlare di me, ma ora devo farlo per stabilire una differenza (che è il mio quotidiano) e difendere l’alternativa ad un sistema di pensiero che non mi appartiene.

Ancora »

Finalmente una notizia che volevamo leggere da tempo. E non ci voleva una mente raffinata per capire che le accuse erano inconsistenti, fantasiose, insostenibili.

DUE ANNI  E MEZZO DI CARCERE LONTANO DALLA SARDEGNA

IL LICENZIAMENTO DAL POSTO DI LAVORO ALLE FERROVIE PER ASSENZE INGIUSTIFICATE

LA CAMPAGNA MEDIATICA CHE L’AVEVA NOMINATO MOSTRO, BRIGATISTA, ATTENTATORE, ASSASSINO

ASSOLTO

Ma ora chi lo ripaga?

Ancora »

queste sono le notizie che fanno ancora sperare: dichiarati colpevoli e condannati i vigili che avevano arrestato, percosso e umiliato un giovane ghanese a Parma –

quando era successo ne avevo parlato qui

 

Emmanuel, ora ti abbraccio e sono felice per te

video da Repubblica.it

 

CRISTIANO FONDAMENTALISTA NAZISTA
un vero vikingo: norvegese, biondo, alto, di buona famiglia, tecnologico, conservatore, anti-islamico…

ecco il “musulmano” che secondo i media avrebbe compiuto la strage di Oslo…

riporto qui l’editoriale  – che condivido interamente – di Giovanni Sarubbi su “il dialogo”.

Riguarda la malafede e la vigliaccheria dei nostri media rispetto alla strage di Oslo.


PER LEGGERLO

 

Promozione per Mortola, l’uomo dei pestaggi alla Diaz

Tutto è possibile. Anche che un pregiudicato condannato in Appello a 3 anni e 8 mesi (per le violenze alla Diaz) e ad 1 anno e 2 mesi (per induzione alla falsa testimonianza del Questore di Genova che così cambiò la propria versione dei fatti escludendo il coinvolgimento del capo della polizia De Gennaro) sia premiato con una promozione a dirigente.

Ricordate quella montatura delle molotov ritrovate alla Diaz (che erano state portate dagli stessi agenti)?
Ed il teorema che quella scuola fosse la sede dei Black Bloc per giustificare la sanguinosa irruzione e le violenze successive?

Era lui, l’ex capo della DIGOS di Genova, il fantasioso esecutore del massacro. Era lui che comandava le truppe nel blitz di stampo ‘cileno’. Era lui.

Da allora aveva già fatto uno scatto di carriera diventando vice questore a Torino e distinguendosi nella repressione delle proteste anti Tav. Ora Spartaco Mortola è questore di polizia.

2001 – G8 di Genova

Non voglio sottolineare quanto che la cosa sia scandalosa e sfacciatamente insostenibile: affido il commento agli stessi sindacati di polizia. (fonte AGI)

riprendo da PEACE REPORTER 
e non riesco a commentare: non ci sono parole adatte
forse solo la poesia un giorno potrà riuscire a trovarle

Bahrein, poetessa stuprata e uccisa dai militari

20 aprile 2011.

Si tratta di Ayat al-Ghermezi,20 anni, che ha pronunciato le sue poesie contro il regime durante le proteste in piazza della Perla nella capitale.

Una poetessa del Bahrein nota per aver composto poemi contro il governo di Manama è stata uccisa dopo essere stata arrestata e violentata dalle forze governative. Si tratta di Ayat al-Ghermezi, 20 anni, che ha recitato le sue poesie contro il regime e il primo ministro del Bahrain Khalifah Ibn Salman al-Khalifah durante le proteste in piazza della Perla nella capitale, come riferisce il sito di notizie Farda. Già subito dopo la lettura, Ayat al-Ghermezi ha iniziato a ricevere insulti, lettere ed e-mail intimidatorie. Secondo quanto spiega la sua famiglia, una volta recatasi dalla polizia a riferire delle minacce ricevute, è stata insultata anche dai funzionari. Alla fine di marzo le forze di sicurezza hanno realizzato due blitz in casa sua, minacciando la sua famiglia affinché fornisse informazioni su Ayat, minacciando che, in caso di silenzio, avrebbero “distrutto la casa con le proprie mani, come ordinato da funzionari di alto grado”. Così la famiglia ha confessato dove fosse e di lei non si sono avute più notizie. Quando sono iniziate le sue ricerche, la polizia ha detto alla famiglia di non sapere dove si trovasse e ha tentato di far firmare ai parenti una lettera che confermava la sua scomparsa.

A metà aprile una telefonata anonima alla famiglia ha informato che Ayat era in coma in un ospedale militare. Al nosocomio i dottori hanno confermato che Ayat era entrata in coma dopo essere stata stuprata più volte. A nulla sono serviti gli sforzi dei medici per salvarle la vita e la poetessa è morta all’ospedale militare.
È da metà febbraio che migliaia di manifestanti anti-governo in Bahrein sono scesi per le strade chiedendo la fine della dinastia sunnita degli Al-Khalifa, che da oltre quarant’anni è al governo del Paese. Dal 13 marzo l’Arabia Saudita ha inviato propri militari nell’isola del Golfo Persico rispondendo alle richieste di Manama per sopprimere la rivolta popolare. Stando alle fonti locali, decine di persone sono state uccise e in centinaia sono state arrestate durante la repressione da parte del governo delle manifestazioni pacifiche.