(video da Repubblica.it)
Sono circa 40 i minatori uccisi dalla polizia in Sudafrica.
Notizia secondaria sui giornali italiani, data con una tranquillità ed una freddezza agghiaccianti. La mentalità neo-liberista ha annichilito ogni capacità reattiva delle coscienze occidentali. Dove siete? Di cosa vi state occupando oggi? Cosa rompe la vostra sporca tranquillità?
Questa è anche la prova tangibile che la polizia, in tutto il mondo, sta sempre dalla parte dei padroni – e che i padroni, a lasciarli fare, rivelano facilmente il loro lato sanguinario.
Sono troppo lontani perché ce ne occupiamo?
Come si fa a boicottare la LONMIN, la compagnia INGLESE che sfrutta quei lavoratori e che ha a disposizione la polizia ASSASSINA del governo sudafricano? Bisognerebbe agire sulla Gran Bretagna, il paese delle Olimpiadi felici… che grondano sangue.
Il colonialismo in Sudafrica non era finito? Non era questo il paese di Mandela, di Tutu…? The Rainbow Nation è un regime fascista che protegge gli interessi delle compagnie occidentali sterminando chi si oppone. Sarebbe ora di sottoporli ad una moratoria internazionale ed alla sorveglianza da parte dell’ONU.
Questa è una delle più grandi stragi sul lavoro degli ultimi due secoli. Perché i lavoratori italiani non sono già in sciopero?
BOYCOTT GREAT BRITAIN TO THE UTMOST
Io sono in lutto. Dunque siete pregati di non invadermi la bacheca con sciocchezze…
(video da Al Jazeera English)
un commento di Raphael d’Abdon:
Personalmente ho sempre considerato il “Nuovo (???) Sudafrica” un regime fascista, abilmente imbellettato ed incipriato dai media, e celato dietro la sottile maschera della “Rainbow Nation”. L’ho sempre detto e scritto pubblicamente, e in più di un’occasione ho pagato le conseguenze per queste mie posizioni politicamente “poco corrette”. Mi duole constatare che, purtroppo, non stavo parlando a vanvera.
Da oggi in poi chi utilizzerà il termine “democrazia” associato a “Sudafrica” dovrà assumersi la responsabilità politica e morale delle proprie azioni.
Un giorno tristissimo per questo splendido Paese e per il suo martoriato popolo: la mia unica speranza è che questa carneficina “democratica” serva perlomeno ad aprire gli occhi di chi ancora si ostina a non vedere (o far finta di non vedere) ciò che è, da anni, sotto gli occhi di tutti, e che contribuisca finalmente a spostare il dibattito internazionale su questo Paese verso orizzonti di critica più adeguati di quelli attuali. Se mai è esistita una “Rainbow Nation”, oggi abbiamo assistito al suo funerale.
Un triste abbraccio a tutti,
r.
“Le dichiarazioni del ministro delle risorse stamattina erano, ovviamente, agghiaccianti. Assolveva la polizia e accusava i manifestanti (che guadagnano 400 euro al mese) di aver trasgredito la legge e non aver rispettato la prassi sindacale. Ricordo che in Sudafrica il sindacato più potente, il Cosatu, è una delle tre “gambe” dell’ANC (la cooptazione dei sindacati è un’altra caratteristica tipica degli stati fascisti)”.
Comunicato delle mogli, sorelle e figlie dei minatori: “We have joined our husbands in their bid to earn a living wage. We cannot take this thing anymore. We are joining them in their fight; we are the ones who suffer at home because of the peanuts that our husbands earn.”
Traduco: “Siamo insieme ai nostri uomini nel loro tentativo di guadagnarsi un salario di sussistenza. Non possiamo accettare più questa cosa. Li stiamo sostenendo nella loro lotta; noi siamo quelle che da casa soffrono a causa delle noccioline (il salario da fame) con cui vengono retribuiti i nostri mariti”.
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RICEVO UNA POESIA DA RAPHAEL D’ABDON
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walking to school
in marikana
i have seen black children staring
at their fathers’ lifeless bodies
on their way to school.
stale blood clots under their
perfectly polished shoes.
at school
all the teachers were in their place.
cosatu did not call no general strike.
what for?
the english teacher was crying.
the math teacher was drunk, as usual.
the history teacher spoke about the new constitution.
the geography teacher spoke about the richness
of south africa’s soil.
in the nymex
the platinum futures shot up
to unprecedented levels,
still
most kids at lunch break
had no food in their scaff tin.
with empty stomachs
they all sang nkosi sikelel’,
then went back home.
their fathers’ corpses were still there.
just a little colder.
19 august 2012
andando a scuola
a Marikana* ho visto bambini neri fermarsi a fissare i corpi senza vita dei loro padri sulla strada della scuola.grumi di sangue stantio sotto le loro scarpe perfettamente lucidate. a scuola l’insegnante di inglese piangeva. al Nymex* a stomaco vuoto i corpi dei loro padri erano ancora lì.
19 agosto 2012
*Marikana – luogo della miniera e della strage |
Ciao Alberto,
purtroppo ci “muove” interiormente molto questo video. Però è solo parte della quotidianità che parti del mondo meno “privilegiate” della nostra vivono ogni giorno.
Una strage ci sbatte in faccia come un cazzotto in che mondo viviamo. Chi sta al di là della nostra “Babilonia” bianca di luce e “progresso” non si rende conto spesso delle assurdità di tutti i giorni in altre parti del mondo.
Mancanza di istruzione, pulizia, cibo, consapevolezza, cure sanitarie..non sono solo le stragi, ma la quotidianità di questa gente che dovrebbe colpirci e dovremmo conoscere. Non per sentirsi tristi o in colpa, ma per scegliere deliberatamente come vivere, a cosa dare importanza, di cosa lamentarci ogni giorno.
Non scrivo ovviamente in contrapposizione a te, ma come aggiunta di quanto hai già detto.
Irene, naturalmente mi trovi d’accordo su tutto…
ma questa strage…
un abbraccio e grazie del commento
a.
GLORIA AL SUDAFRICA
Non sorge più il sole
nelle miniere della democrazia
ma fascismo del profitto
non sorge più la vita
su quelle mani massacrate
solo per avere osato diritti
gloria al governo razzista
che fa strage di poveri
alla faccia di Mandela
gloria alle raffiche della polizia
feticcio dell’ordine pubblico
che degli abusati fa bersaglio
gloria ai sudditi della regina
ai loro business neo-coloniali
che vampirizzano popoli e storie
gloria alle olimpiche celebrazioni
che grondano sangue invisibile
al ritmo globale del telecomando
gloria alla dittatura della notizia
con le sue voci di propaganda che
occultano la verità nei titoli di coda
gloria alle nostre estati vacanziere
come esistenze assenti e parallele
che non contemplano l’altrui orrore
gloria agli squilli di solidarietà
che durano il tempo di uno spot, per
ingannare ciò che resta delle coscienze
gloria ai cinguettii dei social network
al trionfo delle cazzate esibite
mentre l’umanità va in fiamme
gloria alla nostra vergogna smarrita
per questo infinito lutto che non trova spazio
in uno stato dell’essere ormai fattosi macerie
e gloria a me che scrivo queste parole
sperando che non siano vane come
ogni mia, ogni tua, ogni nostra azione.
grazie Marco – ti abbraccio – siamo sempre qui: in piedi…