Quando manca, un amico non scompare. Per questo trovo inadatto aprire questa comunicazione dicendo che ieri è scomparso Julio Monteiro Martins, amico, scrittore geniale, poeta, attivista della letteratura e del sociale, promotore della scrittura dei migranti, ambientalista coraggioso, brasiliano in Italia. Qui notizie su di lui ed i suoi libri. E anche sul progetto Sagarana che ha inventato e diretto. La morte di Julio è molto dolorosa per la letteratura, ma soprattutto per i suoi figli, la sua bimba Beatrice e la sua compagna Alessandra, la quale scrive a tutti gli amici le belle parole che riporto perché siano sentite.
Cari amici,
Julio ha deciso di lasciarci, che era giunto il momento, se n’è andato sereno, tranquillo, lucido, circondato dall’amore della sua famiglia e degli amici e senza soffrire decidendo di lasciarsi addormentare per poi piano piano scivolare nel suo sonno eterno.
La malattia l’ha affrontata da guerriero qual era, con coraggio, senza risparmio di forze e anche con fede, una fede laica, e speranza perché lui era così: un uomo che sapeva raccontarsi una realtà più felice di quella che era, un uomo che volava e immaginava cose belle.
A noi che restiamo il compito di proteggere e di far crescere sani e forti i suoi figli, io penserò ai figli di carne e a voi tutti chiedo di pensare ai figli di carta, così Julio continuerà tra noi, vivo e vegeto.
A lui, che è stato il mio compagno di vita per dieci anni, mio marito, il padre di Beatrice, ho promesso un ultimo regalo, una celebrazione con tutti gli amici raccolti intorno a lui, ricordandolo. Una festa, perché ai brasiliani le feste piacciono e Julio in questo era così deliziosamente brasiliano.
Quindi vi chiamo tutti in raccolta, ci troveremo il giorno 27 dicembre alle ore 15:00 alla croce verde di Lucca via Romana traversa II, 95.
Vi stringo forte perché so che Julio non mancherà solo a me ma anche a voi.
Con affetto
Alessandra
Alla fine resta solo la poesia, quella che chi abbiamo amato e di chi ci ha amati, non le parole sulla carta, ma quella che con i gesti e l’agire quotidiano di quell’uomo, di quel poeta, che sia compagno, padre, amico o scrittore, ci lascia. È per questo che non ci lascia mai veramente.