Non basta condannare l’omicidio freddo e violento di Samb Modou e Diop Mor, i due migranti senegalesi uccisi a Firenze.
Non basta sperare che Moustapha Dieng vinca la sua battaglia contro la morte e che gli altri feriti guariscano in fretta.
Non basta esprimere solidarietà alle famiglie dei morti e ai feriti. La solidarietà adesso costa poco e conta ancor meno.
Non siamo di fronte al gesto improvviso di un fascista folle.
Siamo invece di fronte al risultato della follia sistematica che la legge Bossi/Fini quotidianamente produce e riproduce nella forma del razzismo istituzionale.
Le leggi dello Stato trattano i migranti come uomini e donne che possono essere espulsi dopo anni di lavoro in Italia per la mancanza di lavoro. Uomini e donne che possono essere rinchiusi nei Cie praticamente senza alcun diritto. Molti sindaci democraticamente eletti dichiarano pubblicamente che i migranti devono essere eliminati dalle graduatorie per le case popolari. Il razzismo delle istituzioni e quello da bar, assieme a decine di altre sopraffazioni sono parte del quotidiano razzismo prodotto dalla legge Bossi-Fini.
Se si tollerano discorsi che fanno degli immigrati sempre e comunque il capro espiatorio della crisi, perché stupirsi se un fascista pensa che sia anche possibile passare all’azione uccidendo due migranti senegalesi?
la Comunità senegalese di Bologna
Di fronte al razzismo pubblico e istituzionale, così come di fronte alla violenza fascista la solidarietà non basta! Anche per Samb Modou, per Diop Mor e Moustapha Dieng è ora di farla finita con la Bossi/Fini e il razzismo, lo sfruttamento e l’odio che essa quotidianamente produce.
Comunità senegalese di Bologna
Coordinamento migranti Bologna e Provincia
Migranda
Laboratorio On the Move
Info e adesioni: coo.migra.bo@gmail.com
3275782056
manifestazione
I nostri fratelli Mor Diop e Samb Modou sono stati assassinati e Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike gravemente feriti da una mano armata dall’odio xenofobo, lucido e determinato. Tutti sono vittime della manifestazione estrema di un razzismo quotidiano che umilia sistematicamente la nostra dignità.
La strage del 13/12 a Firenze necessita di una risposta ampia e plurale, che esprima lo sdegno per i barbari assassinii e la ferma volontà di operare concretamente perché simili fatti non si ripetano. E’ necessario che non ci si limiti all’abbraccio solidale verso la nostra comunità colpita ed alla partecipazione al nostro dolore solo per un giorno.
Occorre andare più a fondo e individuare tutte e tutti insieme come si è costruito nel tempo il clima che rende possibile l’esplodere della violenza razzista come è avvenuto il 13 dicembre a Firenze e solo due giorni prima a Torino con il pogrom contro un insediamento Rom. Bisogna interrogarci su come siano stati dati spazi, per disattenzione e/o per complicità, ai rigurgiti nazi-fascisti di gruppi come Casa Pound, quale ruolo abbiano avuto in questa escalation non solo i veleni sparsi dalle forze “imprenditrici” del razzismo, ma anche gli atti istituzionali che, a livello nazionale e locale, hanno creato, in nome dell’ordine e della sicurezza, discriminazioni e ingiustizie.
Chiediamo l’impegno di tutte e tutti per cambiare strada, intervenendo sul piano culturale e della formazione del senso comune, promuovendo il rispetto della dignità di ogni persona.
E’ necessario avere come punto di riferimento costante il riconoscimento dei diritti sociali, civili e politici delle persone immigrate, dei rifugiati e richiedenti asilo e dei profughi, eliminando i molti ostacoli istituzionali che contribuiscono a tenere in condizione di marginalità la vita di molti migranti in Italia.
Occorre dare piena applicazione al dettato costituzionale e alle leggi ordinarie che consentono la chiusura immediata dei luoghi e dei siti come Casa Pound, dove si semina l’odio e si incita alla violenza xenofoba.
Bisogna che tutte le energie positive, che credono nella costruzione di una città e di un Paese della convivenza e della solidarietà, si mobilitino unite per fare barriera contro l’inciviltà, il razzismo, l’intolleranza.
Nel 1990 Firenze fu teatro di spedizioni punitive contro gli immigrati e vi fu una reazione popolare, che dette luogo ad una grande manifestazione di carattere nazionale.
Facciamo un appello rivolto a tutte le persone di buona volontà, nella società e nelle istituzioni, ad unirsi a noi, in una manifestazione ampia, partecipata, pacifica, non violenta e contro la violenza, di carattere nazionale.
Una manifestazione che segni una svolta e l’inizio di un cammino nuovo, onorando le persone uccise e ferite in quella tragica giornata e capace di affermare in modo inequivocabile: mai più atti di barbarie come la strage del 13 dicembre.
Per adesioni: perMorperModou@gmail.com
Coordinamento Regionale dei Senegalesi in Toscana