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La strategia del consenso sta avendo i suoi primi risultati.
Barbies consenzienti ed ascari fedeli, tutti opportunamente decerebrati fin da piccoli, stanno occupando i posti di governo senza colpo ferire. Uno stuolo di parvenant (molti non sono ancora parvenus) dalla faccia impunita si presenta allo sportello dell’accettazione (elettorale) come ci si presenta ad una festa senza invito pensando di farla franca.
E ci riescono in parecchi occupando i posti a sedere nelle cosiddette Istituzioni, che così si riempiono di pericolosi ebeti consenzienti la cui unica attività riconoscibile è quella di procurare denaro e prebende per sé, le proprie famiglie, gli amici, ed altro consenso per il capo. In cambio dell’assenso. A chi? Non è necessario dirlo. Lascio a voi il piacere di indovinare. Ma, sapendo che la domanda non è facile, vi dico che è uno che negli ultimi trent’anni ha fatto affari frequentando personaggi attivi nelle peggiori cosche …
Ma parliamo d’altro….
1º ottobre 2009. Cappellacci viene ascoltato dagli investigatori perché coinvolto in una telefonata altrui. Il presidente è con Denis Verdini, uno dei coordinatori nazionali del Pdl, il partito di Cappellacci. Verdini è al telefono con l’imprenditore Riccardo Fusi: entrambi poi indagati nell’inchiesta sul G8.
– Fusi: …pronto?…
– Verdini: …sei mica a Roma Riccardo?…
– Fusi: …no… sto andando all’inaugurazione dell’Alta Velocità… la Verona-Bologna… quella che s’è fatta noi… sono domattina a Roma io…
– Verdini: …ti passo il presidente della Sardegna… che un amico… quello che tu mi avevi detto che volevi salutare… te lo passo e poi dopo fisso un incontro con lui…
– Fusi: …va bene… lo saluto…
La conversazione prosegue fra Fusi e Cappellacci.
– Cappellacci: …piacere di conoscerti…
– Fusi: …anche a me…
– Cappellacci: …e poi abbiamo un caro amico comune… quindi per la proprietà transitiva… c’abbiamo un’amicizia…
– Fusi: …(ride)… va bene… va bene… te hai anche una bellissima terra quindi…
– Cappellacci: … la più bella d’Italia… non una «bellissima terra», semplicemente… la più bella d’Italia…
– Fusi: …io sono innamorato di quella terra là…
Cappellacci: …(ride)…
Fusi: …un po’ meno dei sardi… ma insomma…
– Cappellacci: …guarda… guarda… sfondi una porta aperta… perché ho la consapevolezza del vero grande limite della Sardegna… noi sardi… e quindi… (ride)…
– Fusi: …va bene…
– Cappellacci: …spero di poterti conoscere presto di persona…
– Fusi: …grazie…
– Cappellacci: …ti ripasso Denis…
E comunque, se Cappellacci afferma che i sardi sono così… forse ha qualche ragione: infatti l’hanno eletto. Un vero disastro.
ho trovato un bell’articolo di Giorgio Melis e voglio segnalarlo: il link è qui
Volentieri pubblico un intervento di Marcello Fois
Ha perfettamente ragione il dott. Ugo Cappellacci (attuale Governatore della regione Sardegna, nda): il “vero problema della Sardegna sono i sardi”. Tuttavia ha anche torto perché quella frase (“il problema della Sardegna sono i sardi”) è una frase da intellettuale, da scrittore, da opinionista, da sociologo, da editorialista, da tutto, fuorché da amministratore. Insomma l’unico cittadino sardo che non si può permettere di adottare questa formula, ormai persino retorica, è proprio lui. Ora è probabile che, come la maggior parte dei sardi, anche il dottor Cappellacci, abbia dimenticato che, da un anno a questa parte, e, per i prossimi quattro anni, si trova a governare proprio quei cittadini che, secondo lui, sono un problema. E’ possibile che chi è stipendiato per rappresentare, e amministrare, una regione nutra un tale disprezzo per chi l’ha eletto? Non gli è venuto in mente che affermando, anzi confermando, quella che in bocca a un “collega continentale” appare come una sciocchezza, afferma, anzi conferma, di essere egli stesso l’espressione, l’incarnazione, di quella crisi che afferma, anzi conferma? Io la penso esattamente come lui. Penso che se non ci fosse stato un problema di amor proprio dei sardi, il dottor Cappellacci, di certo, non si sarebbe trovato dove si trova. E penso che se davvero il dottor Cappellacci ha capito che il problema della Sardegna siano i sardi, lui, Governatore, cioè primo servitore di quegli stessi sardi, dovrebbe, immediatamente, dimettersi. In questo primo anno alla guida della “regione più bella” sua assenza ha brillato in maniera talmente fulgida da far pensare che non sia frutto di insipienza, come ci piacerebbe, ma, al contrario, di grande sapienza. E pare che questo sia il motivo principale per cui, chino e prono, durante una telefonata con “qualcuno che conta”, il nostro governatore ha potuto dimostrare, con la sua stessa scomparsa, che la Sardegna senza i sardi è molto più bella. Senza i sardi, lui compreso.
Marcello Fois
>Grazie per queste parole, di questi tempi l'indignazione, anche di fronte alle più plateali nefandezze è cosa rara. ciao sardo incazzato …come me.
>Class action…sarebbe proprio bello
>eh.. magari… ma ci vorrebbe una certa determinazione
sarebbe un bel gesto politico
ma io da solo non faccio "class"
ci vuole gente e un avvocato che coordini
@ ad entrambi qui sopra…
ma perché restate anonimi? (anche se non c'è niente di male) lo dico giusto perché mi piacerebbe sapere con chi parlo… ma non importa, davvero non se ne fa una questione rilevante.
>ma dai, qualcosa di positivo c'è in tutta questa faccenda: finalmente Cappellacci ha parlato! Per offendere, è vero; ma almeno ha espresso un (che sta per uno, unico) pensiero. Evviva il gigante del pensierino!!!
giannina canu
se poi mi spieghi come fare, evito di apparire anonima
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ecco Giannina,
ho copiato ed incollato il tuo commento rimettendoci il nome (il tuo, ovviamente) e cancellando il precedente
bastava andare qui sotto, scegliere il profilo e metterci nome ed URL
grazie della tua presenza
abbracci
a.
>@ caro Marcello,
oh sì… il vero problema sono i sardi. E gli italiani pure.
Il vero problema è l'ignoranza disperata di chi l'ha votato.
Ma il vero problema è anche la congrega di potentati con gli sporchi interessi che sostiene, e che sono sparpagliati ovunque.
Il vero problema è la politica coloniale che ha governato la caduta etica di un popolo, di una cultura resa folklorica, della psicologia da 'buon selvaggio' ormai acquisita e alimentata acriticamente da noi stessi.
Il vero problema è il servilismo, l'assenza di dignità di cui lui è solo l'espressione più avanzata e rappresentativa, ma che ha una base diffusa e ben più preoccupante….
Il vero problema è l'ignavia di cui si nutrono quotidianamente, è la rassegnazione.
Il vero problema è l'incapacità di una coscienza collettiva, la mancanza di pensiero e di linguaggio, la semplificazione a slogan, gli stereotipi del sardo silente e fedele.
Il vero problema sono le madri che educano i figli ad arruolarsi, indossare una divisa e poter ricevere ordini senza discussione, anzi… alimentando quella becera mitologia dell'eroismo che ha spinto i nostri antenati a farsi macellare sui fronti, in prima fila, per uno Stato che li disprezza, li sfrutta, e poi si burla di loro.
Il vero problema è una Chiesa che li sostiene, e che è stata nei secoli il maggior agente di penetrazione dei peggiori poteri.
Il vero problema è che abbiamo il problema.