Tre mesi fa cominciammo una campagna di raccolta fondi per il #RAWA, l’Associazione delle donne Afghane.

Siamo stati travolti dai likes, ma dopo un periodo di sporadiche (e generose) adesioni, tutto si è spento… fermato… Cosa è successo? Le donne Afghane non hanno più bisogno? I talebani hanno finalmente concordato per un sistema che rispetti le donne e dia loro il ruolo che meritano? I regimi teocratici stanno per scomparire? Finalmente le bambine potranno andare a scuola, le donne al cinema e ai concerti, potranno lavorare e ci sarà un presidente donna?

Niente di tutto questo. La situazione non è cambiata, anzi… ora che si sono spenti i fari dei media e azzerati i LIKES, tutto è come prima. Anzi PEGGIO perché ormai l’opinione pubblica è distratta da altre cose. Pensavate che con un Like si risolvesse la situazione? No… è solo servito a scuotervi la coscienza per pochissimi secondi. A me il vostro “mi piace” non sposta nulla, anzi… ho pure il fastidio di dover pensare e pubblicare i post anche quando non ne avrei voglia. Alle donne Afghane invece la vostra offerta cambia molto.

NON CERCHIAMO LIKES MA SOSTEGNO CONCRETO

– – – CLICCATE E DONATE ! – – –

All’indirizzo https://bit.ly/sosrawa è possibile sostenere il RAWA (Revolutionary Association of Women from Afghanistan) aderendo ad un’azione artistica condivisa.

Tramite una donazione minima di 10 € otterrai una doppia opera comprendente:

– Il libro “Taliban” di Alberto Masala (introduzione di Jack Hirschman e copertina di Fabiola Ledda, in quattro versioni: Italiano, Inglese, Francese, Spagnolo);

– L’opera “L’ombra dei suoi passi” di Marco Colonna, da lui eseguita al clarinetto con Giulia Cianca (voce), Mario Cianca (contrabbasso), Ivo Cavallo (percussioni).

Come per l’edizione di vent’anni fa, niente andrà agli autori.

Collegandoti al link, potrai scaricare l’opera – libro e disco insieme – cliccando su “Buy Digital Album” e il ricavato delle donazioni sarà versato interamente al RAWA.

Aiutiamo la resistenza delle donne, sostieni il RAWA.

Partecipa: https://bit.ly/sosrawa

Licenza Attribuzione di Creative Commons (riutilizzo consentito)

Per sostenere il RAWA (Revolutionary Association of Women from Afghanistan) offriamo un’azione artistica condivisa:

Alberto Masala, col libro Taliban (a questo link la sua storia) introduzione di Jack Hirschman e copertina di Fabiola Ledda, in quattro versioni (Italiano, Inglese, Francese, Spagnolo).

Marco Colonna, che ha composto l’opera L’ombra dei suoi passi, da lui eseguita al clarinetto con Giulia Cianca (voce), Mario Cianca (contrabbasso), Ivo Cavallo (percussioni).

Come per l’edizione di vent’anni fa, niente andrà a noi. Voi scaricate l’opera, libro e disco insieme, noi versiamo il ricavato al RAWA

scaricate qui
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In Afghanistan è riapparso il terrore. Si torna indietro. Una volta aboliti i modesti progressi compiuti negli ultimi vent’anni, ancora una volta le donne vivranno nella paura, recluse, prede di stupri, lapidate, uccise. I talebani hanno già le liste di quelle da eliminare o vendere come schiave del sesso. Le bambine non torneranno più a scuola per paura di essere intimorite o perfino uccise, e, quelle che cresceranno, lo faranno senza libri, cinema, televisione, musica, destinate ad essere rinchiuse dentro il buio di un burqa, la loro definitiva tomba dove si potrà solo immaginarle vive. Brutalmente sottomesse al mehram (padre, fratello, marito) che scandirà il passo di tutta la loro esistenza.

Quel dominio maschile sarà totalitario. Avrà una marca omosessuale. E non mi si fraintenda: sto parlando dell’atroce deformazione patriarcale di un’omosessualità assolutista e omofoba, propria dei sistemi politico-religiosi che, anche in Islam, ha comunque tratto radici dalla nostra cultura cristiano-giudaica: feroce, maniacale, furiosamente oppressiva e violentemente escludente per le donne. La stessa delirante patologia che origina i femminicidi anche in Occidente. Talmente dolorosa per l’umanità da non meritare spazio per la comprensione né per alcuna giustificazione, e che si situa nello stesso orribile luogo del genocidio.

Non ha un centro la tenebra: difficile trovare parole capaci di raccontarla.

Già vent’anni fa l’ho fatto con voce e parola di donna. Ancora una volta affermo che, quando scrivo, trasvivo oltre me stesso per trasformarmi in ciò che sto scrivendo. Importa il risultato.
Impressionato dalla follia del sistema talebano, scrissi questi testi nell’aprile del 2001 con l’obiettivo di ricavare fondi per il RAWA, l’Associazione rivoluzionaria delle donne dell’Afghanistan attiva fin dal 1978, che clandestinamente ha assistito e sostenuto le donne con libri, medicine e aiuti di ogni genere. Eroicamente, a rischio delle loro vite.

Negli anni niente è cambiato.

Le parole di allora sono drammaticamente attuali, cambia solo lo scenario. Mentre scrivo, termina una guerra. Come ogni guerra mi ha visto distante dalle sue assurde motivazioni. Si preparano anni di dolore. Continueranno a cadere vittime innocenti. E follie religiose o idee di supremazia etnica ancora percorrono il mondo. Con gli stessi criminali che hanno consumato la terra, estirpato le foreste, contaminato i mari. Dietro queste idee si occulta il denaro del mercato dell’oppio, un oleodotto, i traffici delle mafie multinazionali, lo sfruttamento di un capitalismo assassino senza scrupoli. Questo è il potere del patriarcato.

Ma attenzione: non sono folli. Stanno soltanto freddamente difendendo il loro profitto.

Io non combatterò per loro.

Alberto Masala – 2021

che 25 aprile!

comincia la notte del 24 con l’intervento di Fabiola Ledda (qui il link) che proietta il fiore del partigiano sul muro della caserma, riuscendo come sempre a far coincidere  meravigliosamente pensiero, gesto, arte.

Poi a Pratello R’esiste (qui il link) dove quest’anno di Covid il comitato sceglie di affiggere alle colonne della strada interventi, disegni, testi e un grande ricordo dedicato a Sante Notarnicola e a Lupo dei pennelli ribelli.Intervengo con questo stralcio dall’introduzione di Geometrie di Libertà

L’arte non può parlare di libertà
deve invece parlare di liberazione…

(…) rivestire l’Etica della sua capacità fondamentale: quella che consente all’uomo il poter dire no. La scelta, il libero arbitrio, la possibilità di selezionare fra le alternative, sono le costituenti dell’esistenza umana e della formazione della propria Etica, che, nell’idea che mi sono formato, non viene da un dogma assoluto e contiene in sé la coscienza di avere sempre possibilità di modificarsi, perfezionarsi nel percorso.
Non ha regole date. Quando le crea, può accettarle solo come regole di passaggio, temporanee stratificazioni che preparano allo stadio successivo di coscienza, dove si dissolveranno creando le basi dei comportamenti concreti.
La volontà che l’alimenta è consapevole nell’organizzare le proprie tensioni quanto è distante dall’ego nel testimoniarle. Ad essa ci si accosta per scelta di appartenenza.
Ed è solo così che procediamo: prendendo parte, restando partigiani, appartenendo.

Dopo arriva la bella intervista su Versante Ripido da parte di Virginia Farina

https://blog.versanteripido.it/2021/04/25/circles-di-virginia-farina-piangete-bambini-canti-e-pianti-di-liberazione-per-piccoli-e-grandi-occhi-dialogo-con-alberto-masala/?fbclid=IwAR2BkUghiA7krvB-rsBIvbFzbmZJSyG2oVR-sWUcT1BVXdiz_awzwA1F2G8

infine il mio dialogo con Anna Torre su Radio Onda d’urto

Il mondo nuovo puntata n.29 Artisti creatori di mondi Alberto Masala

nella foto col caro Marco Colonna

grazie Fabiola Ledda, Pratello R’esiste, Virginia Farina, Versante Ripido, Anna Torre, Radio Onda d’Urto… grazie a tutte le partigiane e i partigiani

grazie!
Buon 25 aprile!

su Cuncordu Bolothanesu

Coronas Bentosas è una località nel centro della Sardegna nel territorio fra Ottana e Bolotana, un paese che conosco bene e mi è molto caro per la profonda amicizia con Antonio Are. Fu lui, infatti, ad introdurmi alla sua grande comunità.

A quei tempi giravo molto l’Europa. Antonio si stabiliva sempre più spesso a casa mia e veniva sui palchi con me e Fabiola Ledda. Cominciavano anche i progetti con il “Cuncordu Bolothanesu”, l’insieme di canto a tenore di cui lui era uno dei quattro pilastri portanti. Allora ne scrivevo i testi, coordinavo, ed ero anche tramite per i giri in Italia e Francia.

Oggi Coronas Bentosas (qui il sito Facebook) è anche un comitato per difendere il territorio e cercare di impedire un’altra delle prepotenti sopraffazioni a cui è continuamente sottoposta la Sardegna, la mia isola meravigliosa il cui destino sembrerebbe essere soltanto progettato per basi militari, discariche tossiche, impianti dell’industria chimica, fabbriche di bombe, e, nella costa, paradisi fittizi con nomi artificiali. Un esempio per tutti, la dicitura Costa Smeralda. Sì, perché il colonizzatore non si accontenta di espellerti dalla tua terra, ma le cambia anche il nome come se fosse un centro commerciale.

Oggi, per un giovane sardo che non emigrerà, l’unico futuro previsto – come nella migliore tradizione coloniale – è prevalentemente riassunto nella prospettiva di diventare 1. Servo dell’arroganza del turista, 2. Vittima delle installazioni militari e industriali, 3. Destinatario di uno dei più alti tassi di presenza di tumori in rapporto alla popolazione.

Ecco perché ho dato anch’io il mio contributo al comitato – e naturalmente… in poesia

Un bel riconoscimento alla mia artista del cuore: Fabiola Ledda

la sua pagina ufficiale Facebook

la pagina dal catalogo del Premio Zucchelli
che puoi interamente consultare o scaricare qui

catalogo-zucchelli

“Taliban, i trentadue precetti per le donne” compie 15 anni.

Per festeggiare l’Otto Marzo 2016, a tutte le donne che lo chiederanno entro questa settimana, contattandomi nella sezione del banner qui in alto (scrivimi), spedirò via mail il pdf del libro nel formato originale. Disponibile anche nella versione francese (tradotto da Ambre Murard) o inglese (tradotto da Jack Hirschman).     Buon 8 marzo a tutte.

Al link qui sotto si può leggerne il percorso:

notizie e storia del libro Taliban

foto di Fabiola Ledda

foto di Fabiola Ledda

Sono subissato di richeste… non pensavo… chiedo pazienza e cercherò di esaudire – Grazie a chi mi scrive –
alcune mi chiedono “quanto devono”… a me nulla – se proprio volete pagare, fate un’offerta al RAWA (http://www.rawa.org/), l’associazione delle donne rivoluzionarie dell’Afghanistan per le quali era stato scritto il libro (nella causale mettete: “from the book Taliban of Alberto Masala”).

Un grazie speciale alle bambine di una classe elementare di Milano che mi urlano in coro:”Grazie di aver scritto un libro per noi bambine!”. Mi hanno commosso molto (ho il cuore tenero) – naturalmente tutto era orchestrato dalla loro meravigliosa maestra che si chiama Angela…

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lettera a tutte

care amiche
in tante avete chiesto Taliban
e tantissime di voi mi hanno mandato messaggi graditi e anche commoventi

ora, scusandomi con chi l’ha già fatto e con tutte per l’invadenza (che non si ripeterà più… tranquille… non sono uno spammer), vi comunico che – LIBERAMENTE, senza obblighi, e solo chi ne ha voglia e possibilità – potete mandare al RAWA un’offerta (anche piccolissima, non importa…) che sarà molto importante per sostenere il movimento e far sentire a queste sorelle la vostra presenza e la vostra solidarietà.
In fondo, quel libretto che vi ho spedito serviva a questo.
Ripeto: senza obbligo e liberamente, e solo chi può e ne ha voglia…

il sito del RAWA è: http://www.rawa.org/index.php
c’è anche (in alto nel banner) la versione italiana (ma ho l’impressione che non funzioni da tempo e sia meglio rivolgersi al sito-madre originale…)

se farete un’offerta, mettete nella causale : “from the book Taliban of Alberto Masala”
vorrei che sapessero che questa operazione è ancora in piedi… e che noi esistiamo sempre

scusate per l’invio collettivo
un abbraccio affettuoso a tutte insieme
grazie
a.

Taliban non finisce mai… mentre ero sotto la doccia suona il corriere con i pacchi delle copie del libro appena ristampato negli USA da Marimbo. I libri erano imballati con una copia accartocciata del 31 dicembre 2013 del San Francisco Chronicle and Bay Area, così posso anche leggermi un po’ di notizie da laggiù…

nel retro c’è scritto:

To give voice to words is of Sardinian essence. And Masala has always allowed that essence to be essential to the way he looks at life and expresses himself. Thus, combining Sardinian esprit, Italian bril­liance and a culturally political awareness at home and abroad, it’s little wonder he should have chosen to engage the situation involving the Taliban. The prohibitions that precede each of the 32 short poems read like a litany of horrible decrees. The poems which follow each prohibition are almost dialectic responses to the decrees, whether in fear of them, or submission or resistance to them.  (Jack Hirschman from the Introduction)

L’immagine di copertina è stata scattata in un bosco di Mostar, in Bosnia, da Fabiola Ledda.
Una discarica di ciabatte da donna in stile turco (quindi musulmane) dopo la pulizia etnica.


TALIBAN, The 32 Precepts for the Women

translated by Jack Hirschman with Raffaella Marzano
$
14

ISBN 1-930903-78-2,  978-1-930903-78-4

 notizie e storia di questo libro sono qui

Jack Hirschman, uno dei più importanti poeti del mondo, autore di Arcanes, ha compiuto ottant’anni.

Siamo amici e compagni di strada da più di vent’anni, forse trenta, condividendo libri, letture e festivals in Italia, Germania, Bosnia, Iraq, USA, e non ricordo dove ancora… Jack mi sorprende sempre, e anche stavolta ci è riuscito: quando l’ho cercato per fargli gli auguri e dirgli quanto gli voglio bene, è stato lui a precedermi facendomi il regalo. Ecco qui sotto la mail che mi ha spedito per dirmi che negli USA è uscito ancora Taliban (con la sua traduzione e introduzione). Un piccolo libro, ma molto resistente: tra USA, Francia e Italia è ormai la quinta volta che viene stampato…

GRAZIE JACK. AUGURI, Abbracciebaci a te e Aggie!

“Bravo, caro Alberto—-Good words to me and good words on you, and here’s the third good: Taliban came out yesterday with Fabi’s photo BIG on the cover!!
Wait’ll you both see it.
25 copies are in the mail to you.
Complementi!
Abbracciebaci—Jack and from Aggie too”

Ecco qui la poesia che gli avevo dato, avvolta in una bandiera rossa, per i suoi settantacinque anni

 

Progetto d’arte in solidarietà con la Resistenza di Gezi Park – Istanbul

Ideazione: Fabiola Ledda e Ryta Kes
Coordinamento: Alberto Masala
Musica: Noise Of Trouble

INTERNATIONAL SOLIDARITY with OCCUPY GEZI


da un’idea di Fabiola Ledda e Ryta Kes
thanks for the LOGO to Ronny Pushpin

#ArtistsForResIstanbul

Direnişi ile dayanışma içinde sanat projesi Gezi Parkı

  Progettu de arte pro solidaridade cun sa resistentzia de su Parcu Gezi
      Projecte d’art en solidaritat amb la resistència del Parc Gezi
         Progetto d’arte in solidarietà con la resistenza di Gezi Park
            Art project in solidarity with the resistance of Gezi Park
               Kunstprojekt – Solidarität mit dem Widerstand der Gezi Park
                  Proyecto de arte en solidaridad con la resistencia del Parque Gezi
                     Πρόγραμμα Τέχνης – αλληλεγγύη με την αντίσταση του Gezi Πάρκο
                        Art projet en solidarité avec la résistance du parc Gezi


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Devrimci 90 KusagiInternational solidarity with OCCUPY GEZI T.C Çapulcular

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