Promozione per Mortola, l’uomo dei pestaggi alla Diaz

Tutto è possibile. Anche che un pregiudicato condannato in Appello a 3 anni e 8 mesi (per le violenze alla Diaz) e ad 1 anno e 2 mesi (per induzione alla falsa testimonianza del Questore di Genova che così cambiò la propria versione dei fatti escludendo il coinvolgimento del capo della polizia De Gennaro) sia premiato con una promozione a dirigente.

Ricordate quella montatura delle molotov ritrovate alla Diaz (che erano state portate dagli stessi agenti)?
Ed il teorema che quella scuola fosse la sede dei Black Bloc per giustificare la sanguinosa irruzione e le violenze successive?

Era lui, l’ex capo della DIGOS di Genova, il fantasioso esecutore del massacro. Era lui che comandava le truppe nel blitz di stampo ‘cileno’. Era lui.

Da allora aveva già fatto uno scatto di carriera diventando vice questore a Torino e distinguendosi nella repressione delle proteste anti Tav. Ora Spartaco Mortola è questore di polizia.

2001 – G8 di Genova

Non voglio sottolineare quanto che la cosa sia scandalosa e sfacciatamente insostenibile: affido il commento agli stessi sindacati di polizia. (fonte AGI)

Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi, è rinviata a giudizio insieme al direttore e due 
giornalisti della Nuova Ferrara. L'accusa e' di diffamazione a mezzo stampa, la querela è stata 
avanzata dalla pm Maria Emanuela Guerra, la prima ad occuparsi del caso Aldrovandi, mentre 
il 17 maggio a Bologna sarà la prima udienza del Processo d'Appello ai quattro poliziotti 
condannati per la morte di Federico. 
''Non avrei mai immaginato - ha detto Patrizia Moretti - di ritrovarmi imputata per aver criticato 
chi non aveva fatto le prime indagini sulla morte di mio figlio''.
Riporto qui sotto la lettera che Patrizia Moretti ha scritto sul blog
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Da sempre registro l’accesso ai miei blogs da parte di funzionari pubblici che, invece di lavorare, si preoccupano di monitorare il sottoscritto tutte le volte che un mio post parla di Governo e Governanti, Ministeri, Militari, Pubbliche Amministrazioni, Israele e Palestina, e così via.
Evidentemente un Pubblico Dipendente, pagato con i nostri soldi, svolge regolarmente questa inutile e dispendiosa funzione.

Non ho niente contro di lui, poveretto. Così gli dicono ed esegue acriticamente. Ma sorvegliare proprio me! un eccesso di zelo che serve solo ad alzarmi lo share degli accessi.

Comunque non gliene voglio, anzi, gli dedico questo affettuoso post giusto per fargli un po’ di compagnia. Voi, miei ventiquattro lettori, non leggetelo:

“Caro Brigadiere, scommetto che non le scrive mai nessuno… sono certo che si annoia a morte… abbia pazienza e pensi che sta maturando la pensione per tornare un giorno al paesello. Che si deve fare per campare!

Cosa troverà in ciò che scrivo? Niente di cattivo né di pericoloso, certo. Al contrario di Lei non impugno armi per profonda convinzione spirituale. Poi, come Lei, io non rubo, non evado le tasse… e come quel vanitoso coglione di D’Annunzio o quel cretino impunito di Marinetti, o come perfino il Ministro Bondi e forse anche Lei stesso, al massimo scrivo poesie. In più le leggo in pubblico… ma ha ragione: è meglio sapere piuttosto che no… Intanto fa bene a portarsi avanti col lavoro: se tornano loro, i fascisti (e a volte si ha proprio l’impressione che siano lì lì… ogni giorno una nuova conquista, così la gente si abitua lentamente, si forma all’idea…), se tornano, dicevo, avrà già selezionato il materiale e si farà tutto più in fretta: epurazioni, confino, carcere… e non oso pensare al peggio a cui la Storia sta piano piano tentando di abituarci anche nel quotidiano (ha presente Genova? Abu Graib? CPT?, Libia?). Ha ragione, non siamo più nel Ventennio: meglio procedere su basi scientifiche.
Vedo la scena, il suo computer sotto il poster dei generali argentini, il bustino di Mussolini sulla scrivania, Pinochet (il Vaticano l’abbia in gloria) sullo sfondo del pc.

Ma ora mi tolga una curiosità: non prova mai schifo sapendo che i suoi ordini discendono da alte disposizioni di delinquenti collusi con le peggiori mafie? Non ha mai un moto di repulsione sapendo che chi dispone in alte sfere è complice delle peggiori stragi (Bologna, Piazza Fontana, Brescia, Italicus… mai trovati i mandanti) degli ultimi 50 anni? Non le fa ribrezzo nemmeno un pochino sapere che i migliori ed i più onesti fra i suoi colleghi (Falcone, Borsellino, gli uomini di scorta…) sono stati trucidati proprio da quel potere da cui riceve ordini e stipendio? Ci pensi ed abbia il coraggio di guardare il mondo con i suoi occhi, non con i loro. Un caro saluto e prometto di tornare a trovarLa. Lei intanto venga quando vuole, la aspetto.”

ecco qui solo alcuni fra gli ultimi accessi da me osservati perché non ho voglia né tempo da perdere a starci dietro

13.04.10 – 15:53:52 – Presidenza del consiglio dei ministri Italia (Chrome 4.x Windows XP)
– post che dice che “IO STO CON EMERGENCY”
– miei post sul viaggio in Iraq

04.05.10 – 15:50:28 – Ministero dell’interno Italia (Firefox 1.x Windows 2000)
– controllo di routine, continuano i post sul viaggio in Iraq
– beccato post sui finanziamenti dell’Assessorato alla Cultura della Sardegna alla propaganda militare nel vergognoso Salone del Libro di Macomer.

05.05.10 – 14:47:43 – Ministero della giustizia- dip.org.gi.. Italia (Explorer 8 Windows XP)
– il giorno dopo il post viene rivisto insieme a un Superiore per verificare se ci siano gli estremi per il reato di Lesa Maestà.

25.5.10 – 11:05:09 – Ministero dell’interno Italia (Firefox 3.x Windows XP)
– controllo di routine, continuano i post sul viaggio in Iraq

giugno (visto, ma mi sono scordato di trascriverlo)
– post FB sulla cultura nella scuola e lo zio (sospetto pedofilo) della Gelmini

12.07.10 – 11:34:34 – Ministero dell’interno Italia (Firefox 3.x Windows XP)
– controllo di routine, petizione per i bambini Rom del Kosovo

11.08.10 – 10:21:17 – Ministero dell’interno Italia (Firefox 3.x Windows XP)
– post sulla legge Balilla. I sospetti vengono confermati.

Buon lavoro.

VERGOGNA

l’eroico comportamento dei vigili urbani di Quartu S.Elena (Cagliari): in quattro su un giovane senegalese che ha l’unica colpa di vendere per strada senza licenza e rifiutare di farsi ammanettare

il comune è di centro-sinistra, retto dal sindaco dott. Luigi Ruggeri, dal quale mi aspetto che PORGA PUBBLICHE SCUSE A QUEL RAGAZZO E SOSPENDA I VIGILI PROTAGONISTI DI UN SIMILE ATTO DI VIGLIACCHERIA RAZZISTA

intanto mi chiedo:
se non avessero avuto testimoni, lo avrebbero ucciso come hanno fatto i loro colleghi di Ferrara con Federico Aldrovandi? o pestato a sangue come Emanuel Bonsu a Parma.

Chi li ha assunti? Chi li ha formati? Chi li dirige? Quale concetto hanno dei diritti umani? Che clima pericoloso e paranazista si respira oggi dentro le caserme? 

Trovo che si stia discendendo verso una china insostenibile. L’arroganza di questi delinquenti in divisa va fermata subito e con decisione.

>Emessa a Ferrara la sentenza del processo Aldrovandi: i poliziotti colpevoli.


Tutti condannati a tre anni e sei mesi i quattro poliziotti colpevoli dell’omicidio di Federico Aldrovandi. Oltre al carcere, dovranno risarcire per 270.000 euro complessivi le parti civili.

Ecco i loro nomi:
Forlani Paolo,
Segatto Monica, Pontani Enzo, Pollastri Luca.

Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi: “E’ stata durissima, ho avuto tanta paura che i poliziotti se la cavassero, ma ci ho sempre creduto”.

Grazie all’amore con cui ha tenuto sempre viva l’esigenza di verità e giustizia in un coraggioso BLOG

Su ZIC.it una bella ed accurata ricostruzione sintetica dell’intero processo.


Ricordate il recente battage sui “terroristi” intrapreso insieme dal ministro di polizia e polizia del ministro con una stampa totalmente embedded (cioè complice)che accettava ed amplificava le loro “indiscutibili” versioni?
Non so niente di quell’affare, ma mi colpì particolarmente il clamore sull’arresto di Bruno Bellomonte. Infatti sospettai subito di una bufala dato che lui era già stato oggetto di una medesima (bufala) nei fatti (anch’essi sgonfiati) dell’11 luglio di tre anni fa a Sassari. La clamorosa bufala Arcadia.

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la sentenza di Genova
sui fatti della Diaz è una

V E R G O G N A

IN ITALIA
STA TORNANDO
IL FASCISMO

e chi tace ne è complice

dal sito di Gianni Minà questo articolo di Gennaro Carotenuto

Cosa succederebbe in Italia se un pregiudicato romeno ubriaco investisse sulle strisce una signora italiana con due bambini e la riducesse in fin di vita? La risposta è facile, diverrebbe in un lampo prima notizia su tutti i media e molti sciacalli sarebbero pronti a organizzare fiaccolate, a chiedere mano dura, espulsioni e a fare passeggiate vestiti come Humphrey Bogart. Cosa succede se avviene il contrario? Questa settimana ne abbiamo avuto una ATROCE dimostrazione pratica. E i media italiani ne escono in maniera vergognosa.
La storia, nella sua crudezza, è semplice. Il giorno 20 novembre in pieno giorno, nella città di Roma, la cittadina rumena Marinela Martiniuc, 28 anni, attraversava sulle strisce nei pressi di una scuola. Spingeva una carrozzina con suo figlio Elias di appena quattro mesi e teneva per mano sua nipote Adina di 12 anni.

Sono stati spazzati via da un’auto guidata da un cittadino italiano, in evidente stato di ebbrezza, e appena uscito di galera. Il neonato è stato sbalzato a 20 metri di distanza, la piccola Adina ha avuto multiple lesioni alle gambe. La signora Martiniuc è stata per 24 ore incosciente ed in pericolo di vita. Tutt’ora è ricoverata in condizioni critiche.

Nessun giornale o gr o tg ha ritenuto opportuno diffondere la notizia. Questa è stata diffusa oggi, cinque giorni dopo, solo in una lettera inviata da Anna Maffei, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista italiana, pubblicata dal quotidiano Il Manifesto.

Maffei invita a una riflessione sul ruolo dei media nella costruzione del clima di insicurezza e di crescente intolleranza e xenofobia fra la gente comune. Ha ragione: i media mainstream oramai formano un compatto partito del pregiudizio e utilizzano il loro sterminato potere per diffonderlo ad arte. Per un’elementare regola giornalistica infatti, se i romeni e solo i rumeni (o i rom che per il giornalista medio è lo stesso) sono tutti stupratori, assassini, ladri, autisti ubriachi, l’ennesimo cane che morde l’uomo non deve far notizia. Ma se è l’uomo italiano (pregiudicato e ubriaco) a mordere la cagna rumena, questa non dovrebbe essere una notizia più del suo stereotipato opposto? Non dovrebbe causare scandalo e vergogna che un nostro connazionale abbia ridotto in fin di vita una donna straniera e due bambini?

Sarebbe un triste paradosso, ovviamente, se solo per questo i media facessero un buon servizio all’informazione. La Maffei centra perfettamente il punto. Oggi i media mainstream, manipolando e scegliendo le notizie in maniera intenzionale, rappresentano un generatore di insicurezza sociale, intolleranza e xenofobia. E i giornali italiani che strillano l’investimento (o lo stupro, o l’omicidio) di una cittadina italiana da parte di un cittadino straniero, ma nascondono il caso opposto e sminuiscono sistematicamente i crimini dei quali gli stranieri sono vittime, vanno definiti per quel che sono: razzisti.

Per turpi fini (politici o commerciali che siano) si stanno prestando a mettere in pericolo la convivenza civile in questo paese e stanno giocando con la nostra democrazia. E’ tempo che chi ha a cuore la convivenza civile in questo paese chieda sistematicamente loro conto delle loro intenzioni e malintenzioni. Un altro giornalismo è possibile.

>Bologna, 7 marzo 2007

Abbiamo appreso che lei vuole fare pagare i danni dell’asfalto ai manifestanti di sabato scorso contro il Cpt di via Mattei. Noi ci offriamo invece di utilizzare i nostri prossimi giorni liberi per riparare quegli sfregi – simbolici più che altro – all’asfalto. Sia chiaro: lavoro volontario e gratuito. Perché questa offerta? Non siamo particolarmente turbati dalla buca in via Mattei [a Bologna ce ne sono un bel po’] o dai lievi fastidi che qualche automobilista potrebbe ricavarne [ben più gravi i danni che le auto ogni giorno fanno agli umani]. No, dichiariamo subito che nostra intenzione è evitare che alcuni di coloro che hanno manifestato contro i Cpt siano costretti a pagare una multa o peggio a subire un processo. Ci sono già a Bologna denunce per chi ha “smontato” un Cpt e orgogliosamente [lo striscione era in testa al corteo] dichiara “lo rifarei”. Noi firmatari non abbiamo partecipato materialmente a quel tentativo di “smontaggio” ma siamo pienamente dalla parte di chi – a viso aperto – lo fece: fa parte di una prassi nonviolenta [avrà signor sindaco sentito parlare di Gandhi, Capitini, Dolci, King] che è «antica come le montagne» disobbedire a leggi che si ritengono moralmente inaccettabili. Senza farla troppo lunga signor sindaco, se lei accetta noi siamo disponibili a lavorare, praticamente da subito e anzi a trovare altri volontari e volontarie per aggiustare quelle buche. Ci permettiamo solo di chiedere [a lei o forse a qualche assessore che ne ha la competenza] che in cambio di questo lavoro gratuito sia concesso a uno scultore – che noi ci impegniamo a trovare, se lei ci incoraggia – di realizzare gratuitamente nei pressi del Cpt o in altro luogo di Bologna un piccolo monumento – potrebbe persino bastare una lacrima – al dolore di chi migra. Sotto il monumento certo occorre trovare una frase adatta: lei che ne direbbe dei versi scritti da Emma Lazarus [ha presente? Se vuole gliene inviamo copia] sotto la statua della libertà a New York? Oppure delle 6 paroline – ricorda? – che lo scrittore svizzero Max Frisch volle regalare a tutti noi, proprio quando nel suo Paese una indecente gazzarra razzista si scatenava contro gli emigrati in generale e gli italiani in particolare? Ringraziandola dell’attenzione, attendiamo una sua risposta. Ove non arrivasse ci presenteremo nei prossimi giorni con cazzuola e carriola alla segreteria del suo ufficio per chiedere appuntamento e prendere gli accordi del caso. Se la sua vecchia professione di sindacalista fosse “turbata” dall’idea di consentirci un lavoro gratuito ci permettiamo di ricordarle “gli scioperi a rovescia” che nel dopoguerra la Cgil di Di Vittorio – ricorda? – mise in atto.

* PRIMI FIRMATARI

* Daniele Barbieri, Alberto Masala, Fabiola Ledda, Simona Vinci, Leonardo Tancredi, Marco Trotta, Paolo Buffoni, Diego Costa, Nanni Angeli, Roberta Rendina, Mariella Saviotti, Giovanni G. Bazzocchi, Anna Tonioni *

Inviare le adesioni a nad3824@iperbole.bologna.it*

Aggiornamenti su CARTA

GIOVEDI’ 8 FEBBRAIO

VAG61 – Officina dei media indipendenti
Via Paolo Fabbri 110 Bologna

Dalle ore 18:QUALE LIBERTA’ DI PENSIERO?

Martedì 11 Luglio 2006, 54 persone dell’Organizzazione sarda “A manca pro s’indipendentzia” furono svegliate all’alba, perquisite, inquisite e imputate per associazione sovversiva, nell’ambito di quella che venne denominata “operazione Arcadia”.
Per 10 di queste persone vi fu anche l’arresto ed il trasferimento nel carcere di Buoncammino. Dalla notte alla mattina queste persone vennero “messe al bando” e marchiate dalla Stato italiano come “terroristi”.
Decine di persone che da anni lottano a viso aperto nei luoghi di lavoro, nelle scuole, fra i disoccupati, per difendere la lingua e la cultura sarda, per lottare contro le basi che devastano la Sardegna, contro la guerra, accusate sulla base di intercettazioni telefoniche frammentarie e senza alcuna prova concreta.
Ad oggi 3 di queste persone sono ancora in carcere mentre le altre sono state colpite da misure cautelari di vario genere.

Questo caso è paradigmatico della progressiva limitazione della libertà di pensiero e di espressione in vigore in Italia, avvallata dal persistere di leggi speciali come la Reale-Cossiga e dall’introduzione del “pacchetto Pisanu” antiterrorismo.

Ore 18 discussione aperta con:

– Rappresentanti del “Comitato 11 Luglio – Contro la repressione”
– Alberto Masala (Poeta – Scrittore)
– Un rappresentante della “Campagna contro la legge 270 ed i reati associativi”

A seguire aperitivo sociale!

Ore 21 Cena popolare di finanziamento per il “Comitato 11 luglio – Contro la repressione”
A seguire letture e musica dal vivo!

VAG61 – Officina dei media indipendenti – via Paolo Fabbri 110 Bologna