e dopo la giornata della memoria, si ricomincia a smemorare in un rituale che ormai è diventato vuoto e formale come, per esempio, un 8 marzo preceduto e seguito da stupri e violenze sistematiche sulle donne…
non ci piace assistere immobili all’accapparramento da parte delle istituzioni di tematiche e territori che riguardano più lo spirito e la coscienza di ognuno… per un giorno all’anno possono dare una cristiana sciacquatina con i buoni sentimenti e poi… si continua peggio di prima: genocidi, guerre, pulizie etniche, razzismi…
tanto per non fargliela passare liscia troppo facilmente, pubblico una lettera per la giornata della memoria di Michael Warschawski, israeliano di Alternative Information Center
18 gennaio 2009
Assolutamente No! Non nel loro nome, non nel nostro.
Ehud Barak, Tzipi Livni, Gabi Ashkenazi e Ehud Olmert – non osate mostrare la vostra faccia durante una cerimonia per commemorare gli eroi del ghetto di Varsavia, Lublin, Vilna o Kishinev. E neanche voi dirigenti di Peace Now, per cui la pace significa la pacificazione della resistenza palestinese, con ogni mezzo, incluso la distruzione di un popolo. Se ci sono, io stesso farò il possibile per espellervi da questi eventi, perché la vostra presenza sarebbe un sacrilegio immenso.
Non nei loro nomi.
Non avete diritto di parlare in nome dei martiri del nostro popolo. Voi non siete Anna Frank del lager di Bergen Belsen, ma Hans Frank, il generale tedesco che agì per affamare e distruggere gli ebrei di Polonia.
Non rappresentate nessuna continuità con il ghetto di Varsavia, perché oggi il ghetto è qui davanti a voi, il bersaglio dei vostri carri armati e la vostra artiglieria, si chiama Gaza.
Gaza, che voi avete deciso di eliminare dalla carta, come il generale Frank voleva eliminare il ghetto. Ma a differenza dei ghetti di Polonia e Bielorussia, dove gli ebrei sono stati abbandonati da quasi tutti, Gaza non sarà eliminata perché milioni di uomini e donne da tutto il mondo stanno costruendo uno scudo umano potente su cui campeggiano due parole: Mai Più!
Non nei nostri nomi.
Insieme a decine di migliaia di ebrei, dal Canada alla Gran Bretagna, dall’Australia alla Germania, vi avvertiamo: non osate parlare a nome nostro perché vi perseguiremo, anche – se necessario – nell’inferno dei criminali di guerra, e vi ricacceremo le parole in gola, fino a farvi chiedere perdono per averci coinvolto nei vostri crimini. Noi, e non voi, siamo i figli di Mala Zimetbaum e Marek Edelman, di Mordechai Anilevicz e Stephane Hessel, e portiamo il loro messaggio all’umanità per tutelare la resistenza di Gaza: “Lottiamo per la nostra e la vostra libertà, per il nostro e il vostro orgoglio, per la nostra e la vostra dignità umana, sociale e nazionale” (Appello dal Ghetto al mondo, Pasqua, 1943)
Ma per voi, leaders di Israele, “libertà” è una parola sporca. Non avete nessun orgoglio e non capite il significato della dignità umana.
Noi non siamo “un’altra voce ebrea”, ma invece l’unica voce ebrea capace di parlare a nome dei martiri torturati del popolo ebreo. La vostra voce non è altro che l’antico clamore bestiale degli assassini dei nostri antenati.
pulizie a Gaza
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Absolutely Not in Their Name, Not in Ours
Michael Warschawski, Alternative Information Center (Israel)
Jan 18, 2009
Absolutely Not! Not in Their Name, Not in Ours.
Ehud Barak, Tzipi Livni, Gabi Ashkenazi and Ehud Olmert–don’t you dare show your faces at any memorial ceremony for thehttp://www2.blogger.com/img/blank.gif heroes of the Warsaw Ghetto, Lublin, Vilna or Kishinev. And you too, leaders of Peace Now, for whom peace means a pacification of the Palestinian resistance by any means, including the destruction of a people. Whenever I will be there, I shall personally do my best to expel each of you from these events, for your very presence would be an immense sacrilege.
Not in Their Names
You have no right to speak in the name of the martyrs of our people. You are not Anne Frank of the Bergen Belsen concentration camp but Hans Frank, the German general who acted to starve and destroy the Jews of Poland.
You are not representing any continuity with the Warsaw Ghetto, because today the Warsaw Ghetto is right in front of you, targeted by your own tanks and artillery, and its name is Gaza. Gaza that you have decided to eliminate from the map, as General Frank intended to eliminate the Ghetto. But, unlike the Ghettos of Poland and Belorussia, in which the Jews were left almost alone, Gaza will not be eliminated because millions of men and women from the four corners of our world are building a powerful human shield carrying two words: Never Again!
Not in Our Name!
Together with tens of thousands of other Jews, from Canada to Great Britain, from Australia to Germany, we are warning you: don’t dare to speak in our names, because we will run after you, even, if needed, to the hell of war-criminals, and stuff your words down your throat until you ask for forgiveness for having mixed us up with your crimes. We, and not you, are the children of Mala Zimetbaum and Marek Edelman, of Mordechai Anilevicz and Stephane Hessel, and we are conveying their message to humankind for custody in the hands of the Gaza resistance fighters: “We are fighting for our freedom and yours, for our pride and yours, for our human, social and yours” (Appeal of the Ghetto to the world, Passover 1943)
But for you, the leaders of Israel, “freedom” is a dirty word. You have no pride and you do not understand the meaning of human dignity.
We are not “another Jewish voice”, but the sole Jewish voice able to speak in the names of the tortured saints of the Jewish people. Your voice is nothing other than the old bestial vociferations of the killers of our ancestors.