Non è passata alla riunione con il presidente Cappellacci. Ma questa piattaforma di richieste non pare né assurda né irresponsabile. Anzi… se rimprovero qualcosa è la solo minima attenzione ‘ambientalista’ (che forse si dà per scontata), ma ho fiducia che cresca ineluttabilmente col tempo.

LA PIATTAFORMA MPS
Vertenza in 13 punti

1. De minimis. Quindicimila euro ad azienda, secondo quanto previsto dalla normativa europea e se questa strada dovesse essere impraticabile, prorogare la scadenza per ottenerli oltre il 31 dicembre. Oppure sostituirli con un intervento ad hoc per quest’anno e impegnare il resto della spesa nella Finanziaria 2011.
2. Eccedenze. Il ritiro del formaggio invenduto, 60 mila quintali, da solo è insufficiente a far aumentare il prezzo del latte (60-63 centesimi al litro, Iva compresa). È necessario ridurre anche la produzione del Pecorino Romano, per favorire quella di un nuovo formaggio a marchio regionale. Allo stesso tempo, 15 milioni di litri di latte dovranno essere conferiti a chi produce quello in polvere. Interventi da sostenere con l’integrazione del prezzo.
3. Ridurre i costi per l’irrigazione.
4. Progettare e realizzare cinque o sei centri regionali di stoccaggio.
5. Migliorare la formazione di esperti nella commercializzazione.
6. Immediata tracciabilità delle carni del settore ovino-caprino e suino.
7. Rimodulazione del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, con investimenti a favore dell’agro-ambientale.
8. Inserire i comuni avvantaggiati nell’elenco di quelli svantaggiati.
9. Due anni di moratoria per i contributi previdenziali.
10. Costituzione di una società che favorisca la produzione di energie rinnovabili nelle aziende agricole.
11. Continuità territoriale a favore dell’esportazione di latte e formaggio.
12. Rinviare i debiti in scadenza con un’attenzione particolare per le aziende oggetto di aste giudiziarie.
13. Riorganizzazione degli enti regionali, con i tecnici impegnati finalmente sul campo. Non in ufficio.

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http://www.movimentopastorisardi.org/
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http://lanuovasardegna.gelocal.it/dettaglio/pastori-con-cappellacci-e-rottura-sui-de-minimis/2619246
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lettera ai PASTORI SARDI

Nulla di fatto. Scomparsi dalle cronache nazionali, non interessano più a nessuno? La sorte di 17.000 famiglie, che salgono a 25/30.000 comprendendo l’economia di quelle che vivono lì attorno, non è rilevante per i media? La cultura e la vita di un intero popolo non è importante?…

Non esagero se penso che si vogliano colpire i pastori come ultimo baluardo resistenziale rispetto alla tendenza che invece vuole ridurre la Sardegna ad una terra di resort. Una ciambella col buco in mezzo. Una lottizzazione di seconde case con il vuoto al centro.

E i Sardi? Umili e obbedienti giardinieri, camerieri e custodi, invisibili all’occorrenza, buoni selvaggi folklorizzati sempre pronti a danzare per divertire l’ospite che li disprezza, riserva di servitori fedeli addestrati a morire per la patria del padrone se occorre.

Non sembri retorico se qui ricordo cosa l’intero Mediterraneo deve ai pastori in termini di cultura ed economia, organizzazione giuridica e pensiero, poesia e narrazione, musica e canto, conoscenza… fin dai tempi di Omero, o del codice di Hammurabi e della Bibbia.

Questo è un vero scontro fra culture, anzi, fra cultura ed incultura… ed immagino quanto debba essere umiliante confrontarsi con l’ignoranza, l’incapacità e la supponenza del commercialista di Berlusconi, servitore dei potenti, fantoccio della Cricca, responsabile dei veleni della miniera di Furtei (a proposito: le inchieste vanno avanti?). Ha tutto il nostro disprezzo. Insieme a quelli che l’hanno votato, gli hanno consegnato la bandiera, l’hanno sostenuto senza vergogna.

Pastori: vi siamo grati della vostra resistenza. Non cedete. State difendendo l’ultima Sardegna possibile. Salvare la vostra economia significa salvare la cultura da cui io stesso provengo e che non rinnego. Avete la benedizione delle madri, quelle che ci hanno insegnato cos’è la dignità.

Alberto Masala