04. Dicembre 2007 · Commenti disabilitati su il diavolo e l’acquasanta – 14 dicembre · Categorie:blog news · Tag:, , , , , , , ,


Un luogo comune – volgari dicerie strumentalmente diffuse per oscure questioni di potere prima dalla famiglia Savoia e in seguito riprese dalla famiglia Agnelli – indicano la sede del triangolo alchemico a Torino. Ma noi sappiamo che, se esistono davvero, il diavolo e l’acquasanta hanno certamente origine in Sardegna e solo lì possono manifestarsi nella loro vera essenza.

Michela Murgia ed Alberto Masala, due notissimi medium sardi che agiscono con lo strumento della scrittura evocativa, sospinti nelle loro accurate e costanti ricerche da un sacro amore, hanno scoperto l’unico giorno, l’ora e il luogo esatto in cui il diavolo e l’acquasanta (se esistono) si materializzeranno.

L’apparizione (se avverrà) sarà di venerdì. Il giorno 14 (due volte 7) del dodicesimo (due volte 6) mese dell’anno 2007 (!) dimostreranno l’inconsistenza delle radici del Manicheismo sfidandolo sullo stesso terreno che esso privilegia: quello della parola e della sua pronuncia verbale. Il rituale alchemico si effettuerà nei pressi della Torre Tonda, a casa di Odradek, a Sassari (tre volte S), alle ore 18 (tre volte 6).

Riassumendo…
venerdì 14 dicembre 2007
alle ore 18
presso il caffè letterario Odradek
via Torre Tonda, 42 a Sassari
incontro con
Michela Murgia e Alberto Masala

alberto masala e michela murgia
L’ingresso è libero. Si prega soltanto di indossare un abbigliamento adatto
Libreria Odradek – Caffè letterario – Via Torre Tonda 42 – Sassari – tel. 079 232189
links – OdradekMichela MurgiaAlberto Masala

andate a leggere l’articolo che ho trovato su MENOSTORIE.
Parla del lavoro fatto da una documentarista sarda,
Daniela Piu, con il regista Alessandro de Palo, un intenso reportage di 25 minuti dal titolo PISQ realizzato dalla produzione indipendente dPART.


riporto dall’articolo:

“… Vi basterà sapere che il PISQ si estende per 12.700 ettari di terreno e 2.800.000 ettari di mare, con uno spazio aereo non quantificabile. Per farci un’idea delle dimensioni del poligono, ricorderemo che la sola area marina é più grande della Sardegna stessa.
Tutte le nazioni della NATO possono affittare il poligono per testare e sviluppare i propri armamenti. Sappiamo però che il PISQ é stato usato anche da libici e israeliani. Oltre che fungere da campo di prova per la sperimentazione di armamenti innovativi testando razzi, bombe, aeroplani, carri armati e creando simulazioni con (relativi inquinamenti) identici ad una vera guerra, il PISQ lavora anche come mercato.
Qui le nazioni e le imprese produttrici d’armi s’incontrano, qualcuno vende, gli altri comprano. Chi é autorizzato a partecipare in questa “esibizione commerciale” di guerra? E’ solo una questione di soldi. L’area del PISQ può essere affittata per 50.000 euro all’ora. Tre nazioni al giorno possono usarla per otto ore consecutive, se rispettano l’orario concordato. In un solo giorno operativo nel PISQ si guadagnano 1.200.000 euro. E non è tutto. Grazie al lavoro di Daniela Piu veniamo a sapere che il PISQ sta al momento costruendo nuove strutture militari e bombardando siti naturali, archeologici e storici.
Ma la cosa più grave è che sta anche avvelenando l’acqua, le piante, gli animali e gli esseri umani. Data l’alta percentuale di leucemie registrate nell’area di Quirra (10%), voci a proposito della “sindrome di Quirra” hanno iniziato a diffondersi accusando la base di fare uso di uranio impoverito. Alcuni militari che sono stati formati nel PISQ soffrono di leucemia. Alcuni agnelli sono nati senza gambe, con due teste o con altre strane malformazioni. Gli animali che vivono nel territorio del poligono non portano più a termine le gravidanze. E, infine, ciò che è ancora più grave sono gli effetti sulla popolazione civile. A titolo di mero esempio, in un paese del territorio del PISQ tredici bambini sono nati con gravi malformazioni genetiche.”

dunque – nonostante tutto –
sta per cominciare la terza edizione del


AsuniFilmFestival
cinema nelle terre di confine

diretto da
Antonello Carboni


quest’anno è dedicato alla cinematografia Curda
clicca sul banner e trovi il programma

Niente. Nessun segnale. Neanche un soldo.

Cari amici, ho aspettato a ringraziarvi della vostra presenza solidale in attesa di segnali più concreti.
Ed ora sono arrivati: segnali di silenzio. Che nei codici comunicativi della politica, soprattutto in Sardegna, sono segnali di alterigia e disprezzo.
Per il nostro progetto? Non credo. Neppure lo conoscono… potrei sbagliarmi, ma sono convinto che non l’abbiano mai guardato.
Qualcosa di personale? Molto difficile. A scanso di malintesi involontari, non ho dati per pensarlo. Chi, come noi, procede alla luce del sole, normalmente non si aspetta di avere nemici.
Segnale politico? Impossibile: un’idea basata sul riscatto di una zona interna con progetti artistici e culturali non può essere politicamente sbagliata. Per nessuno che dica di governare.

Comunque, ciò che abbiamo ottenuto è silenzio… Nessuna risposta… Nulla…

Un silenzio accidioso? inerte? Non più… no: è ormai diventato astioso e punitivo. Perché?

Un detto popolare indicherebbe chiaramente la direzione in cui rivolgere lo sguardo:addaghi l’iscumbatas cun su giagu bi ‘essit soru meda e casu pagu (quando finalmente tenti di quagliare, viene fuori molto siero e poco formaggio)…

Dunque, per non lasciarmi trasportare da sfumature devianti, ne deduco che: avendo provato a quagliare da ben quattro anni e vedendo che si ottiene poca sostanza, mentre sempre più si evidenzia la figura decisionale del Presidente Renato Soru, provo ad indirizzargli il seguente messaggio.


Egregio Presidente,

visti i risultati negativi del nostro rapporto con le Istituzioni da Lei rappresentate, tento con questo autodafé di analizzare le mie mancanze, le chiedo anticipatamente scusa, spero vivamente di essere da Lei perdonato.

Forse ho mancato geograficamente.
Ma la distanza non può essere un parametro… Marcello abita a pochissima distanza da casa mia, eppure fa il progetto di Gavoi… e, per essere precisi, in linea d’aria io sono più vicino di lui alla Sardegna di almeno tre o quattrocento metri. Mi favoriscono anche i sensi unici: ci metto un po’ meno ad arrivare in aeroporto. Non parliamo poi di Paolo: lui abita addirittura un quartiere più in là. Se ragionassimo così, dovrebbe organizzare Berchidda in Veneto. E poi, nonostante una Entità Perversa cerchi di impedirmelo (ma prima o poi scopriremo chi è…), io sto ostinatamente cercando di tornarmene in Sardegna.

Allora ho mancato socialmente.
Ma anche qui la colpa non è mia: ho la consapevolezza di non essere adatto per stare a corte. La colpa è di mia madre, che mi ha condizionato fin dalla nascita dicendomi:Ricordati: noi non dobbiamo niente a nessuno. Tutto quello che vedi qui viene dal lavoro di tuo padre“.
E come può crescere un bambino allevato in maniera così distorta? Se poi si aggiunge che vengo dalla cultura dell’interno, pastori… gente senza padroni che, almeno ai miei tempi, non chinava mai la testa… Non mi si può imputare le colpe di una società così fatta… Sarebbe come rimproverare ad un viado brasiliano di essere cresciuto per strada. Che colpa ne ha? Io sono nato lì. Fra i duri sardi dell’interno. Ormai è troppo tardi per porvi rimedio. Mi perdoni… Ho anche provato a correggermi, ma senza riuscire.
Le racconto un episodio chiarificatore.

Una quindicina d’anni fa la mia agente, agendo (per questo si chiamano agenti) sui miei sensi di colpa, mi convinse che un poeta deve frequentare i salotti, stare con la gente che conta. Se non lo fa, non esiste, e la poesia ci perde. Io, sebbene scettico, dubbioso, titubante… ma volonterosamente spinto dal senso del dovere… accettai un invito.
Una bellissima villa sui colli, salone con caminetto centrale aperto su due lati (le passo un’idea d’arredamento). Un pranzo pantagruelico: già agli aperitivi ero satollo. Se aggiunge il fatto che da trent’anni non pranzo più se non per dovere di cortesia… può immaginare in quali condizioni mi trovavo. Stordito dai fumi dell’alcool (almeno dieci assaggi di vini diversi) e devastato dall’assalto spietato dei succhi gastrici, dopo le innumerevoli portate cominciai a sentire la palpebra pesante. Ebbene: un qualche Lucifero aveva predisposto proprio dietro le mie spalle la sedia a dondolo padronale. Un trono enorme, ottocentesco, davanti al camino scoppiettante. Vi caddi quasi privo di sensi e dormii profondamente per almeno tre ore disattendendo completamente le aspettative dei numerosi ospiti che avrebbero voluto un poeta attivo, compiacente, divertente, à la page, all’altezza della situazione. Ma, come lei certamente sa, per definizione carmina non dant panem. E se il poeta non è allenato al pane, s’immagini al companatico! Il disastro era completo: spero almeno di non aver russato.
A mia discolpa devo dire che i cortesi ospiti non facevano niente per tenermi sveglio. Un dato ormai verificato è che la noia e la banalità pervadono i consessi di chi, troppo preso ad accumulare danaro e potere, non ha avuto tempo per coltivare lo spirito. Non bisogna fargliene una colpa, ma – par condicio – chiedo che non venga nemmeno fatta una colpa a chi, come me, a corte si annoia. Ci ho provato: non ci riesco. L’agente mi mollò quel pomeriggio stesso senza nemmeno salutarmi. Da allora, per non ripetere la brutta figura, evito tutte le corti e frequento solo persone che intellettualmente riescono a tenermi sveglio.

Presidente, mi appello alla sua comprensione: gli Asunesi non devono pagare per me, non hanno peccato. Non sanno nemmeno di questa lettera. Punisca solo me: decida come devo comportarmi per sanare il mio deficit di adattabilità sociale e proverò a farlo. Ho tanta buona volontà.
Poi, se Le rimarrà tempo, umilmente Le parlerò anche di progetti… Scusi ancora se ingenuamente ho avuto la presunzione di pensare che, come lasciava intuire il suo programma elettorale (da me apertamente sostenuto), finalmente si potesse partire dalla dignità delle idee….
Non so proprio stare a corte.

Prima di congedarmi, le chiedo un segnale di magnanimità, ne ho davvero un urgente bisogno:
sto per andare a San Francisco, invitato ufficialmente dal Sindaco Gavin Newsom. Sarò la Sardegna nel Festival Internazionale di quella Capitale mondiale della poesia. Senza il Suo benevolo sguardo su di me, mi sento inadatto… Già da molti anni rappresento immeritatamente la Sardegna in contesti internazionali. Ormai ho paura di essere sfuggito al Suo paterno controllo. Mi sento solo… La prego, mi aiuti a riprendere coscienza della realtà: mi affianchi qualcuno di Sua fiducia, magari proprio chi abitualmente Le riferisce del PROGETTO ASUNI… quella mente illuminata mi insegnerà a comportarmi nel consesso degli umani.

Se non lo farà, mi avrà sulla coscienza.

Con deferenza,
Alberto Masala
rogo – inquisizione iberica

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i siti che hanno ripreso la lettera – li ringraziamo moltissimo
agli altri non presenti in questa lista, che non abbiamo individuato o non ci sono stati segnalati, chiediamo scusa

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ps. – da alcune reazioni telefoniche mi accorgo che dei passaggi potrebbero essere malintesi. Credevo non ci fosse bisogno di chiarire che:
  1. auguro LUNGA VITA a Marcello e Paolo ed ai festival di Gavoi e Berchidda! Non solo non sono geloso, ma sono SINCERAMENTE felice che procedano bene. Ci mancherebbe…!!!
  2. sto parlando di progetti che da QUATTRO ANNI esistono e non trovano udienza da parte di chi ha il DOVERE politico e amministrativo di conoscere. Ci piacerebbe portare le istituzioni ad un tavolo di confronto sul PIANO DI SVILUPPO del territorio – ASUNI HA FATTO SCELTE IMPORTANTI – il problema dei finanziamenti viene dopo.
  3. NIENTE DI PERSONALE col Presidente Soru o col governo regionale, ma cosa c’è di sbagliato nel cercare di proporre un metodo politico aperto e corretto su un progetto di cui dovrebbero andare orgogliosi e che invece stupidamente ignorano?

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Asuni è un comune di 397 abitanti al centro della Sardegna

l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Sandro Sarai,ha votato che la destinazione produttiva del paese sia la cultura

per chi non conosce il PROGETTO ASUNI ecco qui uno schema MOLTO sintetico

clicca sull’immagine per ingrandire

agli amministratori, al pubblico

ASUNI 2007
festa della letteratura e delle arti
(Parole e visioni intorno al viaggio)


quarto anno: la sussistenza

Siamo al quarto anno: quello della transizione. Dopo tanta attività, proposte progettuali, presenze artistiche rilevanti… dopo tanto dispendio di energia produttiva, ancora non abbiamo la certezza di poter proseguire: non siamo entrati nel piano dei finanziamenti regionali, sussistiamo in maniera precaria, non ci è dato di progettare con tempi che rispettino la coerenza di un programma e la lungimiranza di uno sguardo non occasionale.

Eppure finora, grazie all’investimento professionale della direzione, agli sforzi esemplari dei volontari e delle Associazioni, a un impegno davvero grande dell’Amministrazione Comunale (che, ricordiamo, ha destinato il paese di Asuni alla produzione di cultura) ce l’avevamo fatta. Il primo anno l’idea guida era quella della migranza, il secondo della appartenenza, il terzo della memoria.

Quest’anno il tema portante sarebbe stato il confronto fra cultura metropolitana e rurale, le nuove tribalità urbane e quelle tradizionali, la relazione ideale fra le due periferie: quella dei grandi centri e quella geograficamente decentrata.

Ma abbiamo dovuto rinunciare all’idea prevista.

Ancora una volta non sono arrivati finanziamenti. Poeti e scrittori, artisti visivi con progetti specifici, musicisti, performers, attori, laboratori… niente di tutto ciò è stato visto o valutato di livello adeguato dagli operatori pubblici della cultura.

Questo non ci offende – non si installa artificiosamente uno sguardo in chi non lo coltiva – ci lascia soltanto una profonda amarezza che viene dal riconoscere un’assenza di attenzione, una superficialità da parte di chi dovrebbe rapportarsi con la sostanza delle idee, mentre sconfortevolmente ancora non è capace di distinguere un progetto da una kermesse, un pensiero da un atto che non ha altro valore che quello di attingere in maniera puramente tecnica alle agende dei promoters di spettacolo.

Due anni fa, per il convegno di Ghilarza, facemmo arrivare una lettera al Presidente Soru chiedendogli di riflettere sulla questione, di voler differenziare lo spettacolo dalla cultura, di saper riconoscere i progetti… Un’idea che probabilmente gli apparteneva, o da cui attinse immediatamente senza citare la fonte, dato che aprì il convegno sulla cultura esprimendo il medesimo concetto. Ebbene: da allora niente è cambiato.

Intanto noi procediamo nella sostanza tralasciando, forse troppo colpevolmente, di coltivare amicizie politiche che ci possano rendere il cammino più agevole. Ma il nostro stile è quello di pretendere un confronto aperto sui progetti e non rinunceremo ad imporre questo paradigma fondamentale. Siamo certi della nostra differenza, della qualità delle idee. Riconsegnamo il problema della capacità di uno sguardo sull’intelligenza a chi istituzionalmente dovrebbe assumerne l’incarico: sta a loro essere capaci di vedere, non a noi di pietire finanziamenti che crediamo dovuti.

Quest’anno aprirà LOGOS (luoghi, pensiero… il pensiero dei luoghi), un Centro residenziale di produzione artistica e progettazione culturale. Un ulteriore passo nell’affermazione di dignità di un villaggio dell’interno che decide di produrre cultura. E qui ripetiamo lo slogan che ci ha condotti finora e che qualifica l’etica di un progetto-guida (non siamo noi a definirlo così) in un rapporto reale ed equilibrato col territorio secondo un modello di sviluppo sostenibile per conservare dignità, coscienza etica e tensione partecipativa nei suoi abitanti.

LOGOS produrrà e distribuirà le sue produzioni (musica, arti visive, letteratura) di livello internazionale. Un corso di formazione farà crescere competenze e professionalità gestionali in alcuni giovani della zona. Rinviamo le informazioni a fra poco, quando il discorso si farà concreto.

Intanto il Progetto Asuni resiste, Asuni FilmFestival è alla terza edizione ed i cantieri procedono: nuovi servizi, il recupero delle strutture abitative e di accoglienza – la miracolosa nascita di 120 posti letto in un paese di 397 residenti – fanno sperare e producono nuovo coraggio. La rete dei rapporti con la zona si estende come avevamo annunciato: cominciamo a pensare di poter offrire servizi al territorio.

Caro pubblico di Asuni, siete cresciuti con noi, ci avete sostenuto, gli artisti che abbiamo ospitato in questi tre anni sono ripartiti commossi dall’accoglienza e toccati da un ascolto preparato e profondo che ormai ha raggiunto livelli di eccellenza. Quest’anno vi chiediamo di comprendere: senza finanziamenti non si può programmare e noi vi abbiamo abituati ad un’offerta culturale attenta, non casuale. È troppo tardi per attuare il progetto di arti visive, tante altre cose mancheranno, soprattutto la coerenza che ci ha sempre distinti. L’unico punto su cui non arretreremo è la qualità delle proposte. Ma sappiate che è un anno di passaggio, dimostrativo, non programmato, di sussistenza appunto. Se arriverà un tardivo finanziamento, faremo festa insieme, come sempre, alle Domus de Janas, nelle lollas, all’anfiteatro.

Con la speranza che la Sardegna riesca a decolonizzarsi ed a produrre pensiero dell’arte e della cultura in modo non subordinato.

sperando di riabbracciarvi anche quest’anno

la popolazione di Asuni
Sandro Sarai, il sindaco
Alberto Masala, il direttore artistico

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i siti che hanno ripreso la lettera – li ringraziamo moltissimo

l’altra voce (Francesca Falchi)
auroratomica (Francesca Falchi)
Michela Murgia
Sorelle d’Italia (Michela Murgia)
Smemoranda.it (Antonio Incorvaia)
Oristanesi.it (Marco Piras)
nakkiolo (Matteo Miavaldi)
emigrati sardi
su barralliccu
spettacolo sardegna
CUEC (Mario Argiolas)
Patrizia Caffiero

agli altri non presenti in questa lista, che non abbiamo individuato o non ci sono stati segnalati, chiediamo scusa

Cagliari 9,10,11 Luglio 2007
Casa dello Studente (sala Cosseddu) via Trentino
L’opposizione alle basi militari in Sardegna e nel mondo
Esperienze a confronto: Sardegna, Vieques-Portorico, Filippine, Ecuador


Programma

LUNEDI’ 9 Luglio L’opposizione planetaria alle basi della guerra
Coordina Walter Falgio, giornalista

Ore 16,00 Presentazione del Convegno
Ore 16,15 Le lotte della Sardegna
Ore 16, 30 Interventi di:
– Nilda Medina (Vieques-Portorico)
– Mauro Bulgarelli Senatore
– Anabel Estrella (Ecuador)
– Luigi Malabarba, ex senatore Sinistra critica, già segretario della Commissione del Senato sull’uranio impoverito.
– Wanda Colòn Cortes (Portorico)

Ore 19,00 Dibattito
Ore 20,30 Chiusura lavori

Ore 21,00 – Teatro, proiezione documentari/film
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Martedì 10 Luglio
Mattina Strumenti, metodi e iter percorribili
Coordina Francesco Bachis

Ore 9- 9,20 – Lo strumento giuridico
Carlo Dore avvocato del pool giuridico del referendum sulla base Usa di La Maddalena
9, 20 –9,35 – Strumenti istituzionali
Salvatore Sanna (componente del CoMiPa 1976/2000)-
9,35 – 9,55 – Strumenti scientifici
9,55–10,15 Valerio Gennaro epidemiologo, consulente della Commissione Senato sul DU

10,25 -10,35 Pausa

10, 35 – 11,05 Herbert Docena (Filippine)
11, 05 – 11,35 Corazon Valdez (Filippine)

Ore 12 Dibattito
Ore 13,30 Chiusura lavori
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Martedì 10 Luglio
Pomeriggio – L’opposizione dal basso: strumenti e metodi

15,30 – 16,30 Wanda Colòn Cortes e Nilda Medina: l’azione diretta nella lotta contro la US Navy
16,30 –18,30 Interventi/tavola rotonda delle organizzazioni impegnate per la smilitarizzazione dei territori
18,30 – 20,30 Tavoli di lavoro tematici: informazione, costruzione reti, sovranità negata, impatto ambientale, sanitario, economico, G8 a La Maddalena, altri temi proposti dai partecipanti
21,00 Chiusura lavori

21, 30 – Teatro e concerto
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Mercoledì 11 Luglio
9,00-9,20 Mauro Cristaldi Comitato scienziate/i contro la guerra
9,20 – 11,00 Relazione dei lavori dei tavoli tematici, proposte operative
11-12 Dibattito
12,30 Conclusioni
13,00 Chiusura lavori
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Informazioni: Comitato Sardo Gettiamo le Basi – 070 823498 – 338 6132753

Organizzano: Comitato sardo Gettiamo le Basi, Don Chisciotte, Rete Nuovo Municipio di Quartu, Città di AR associazione culturale, Libreria Odradek (Sassari), Cagliari Social Forum

Contributo per la partecipazione: Euro 20,00

Per motivi organizzativi preghiamo di provvedere alla PREISCRIZIONE (sms 3386132753)
Cagliari, martedì e venerdì presso la sede del Cagliari Social Forum, via Lanusei.
Sassari, libreria Odradek via Torre Tonda 42 tel. 079 232189.


live in Bologna –
parco di villa angeletti “il barrio” – via Carracci

tempo fa pubblicai un post riguardo alla SPRING FLAG, il pericoloso gioco di esercitazioni che alcuni irresponsabili in divisa fanno ogni anno in Sardegna con la complicità di politici in malafede.

Pochi giorni dopo un altro post quando un paio di quei cretini caddero mettendo a rischio la loro vita e quella altrui.

Adesso ci risiamo! Politici mentitori su tutto (Afghanistan, uranio impoverito, basi militari), e per di più qualcuno eletto in Sardegna (sic), che autorizzano ancora degli irresponsabili in divisa a giocare alla guerra.

Per fortuna qualcun altro in Parlamento tenta di opporsi. Ce la farà? Sì, se avrà il nostro sostegno. Pubblico questa INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA ringraziando i due Senatori che l’hanno presentata. In attesa della risposta, cominciamo a chiedere le dimissioni di Parisi, affettuoso complice dell’arroganza dei militari.

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Il 19 maggio ore 10 MANIFESTAZIONE

concentramento alla stazione di Decimomannu
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Senatore Giannini – Senatore Martone
Al Ministro della Difesa

Premesso che:

il 7 maggio è iniziata in Sardegna la manifestazione ‘SPRING FLAG 2007’, la principale esercitazione aerea in Italia che si concluderà il prossimo 25 maggio;

all’esercitazione parteciperanno velivoli, mezzi e personale dell’Aeronautica Militare, dell’Esercito Italiano, della Marina Militare, nonché unità della NATO, della Germania, della Gran Bretagna, degli Stati Uniti, della Turchia e dell’Ungheria;

questa manifestazione è stata più volte criticata dai cittadini sardi, costretti a subire l’inquinamento acustico ed i rischi della circolazione continua dei velivoli nei loro cieli;

tra i velivoli che solcheranno il cielo sardo ci sarà anche l’AMX, aereo divenuto famoso per un incidente avvenuto nell’ottobre 2001 quando si schiantò nelle campagne sarde destando molta preoccupazione per le bombe che lo stesso trasportava;

la Sardegna è un territorio che da anni lamenta l’invasività della presenza militare sul territorio e la sua pericolosità, che si è potuta riscontrare anche attraverso i numerosi incidenti avvenuti, l’ ultimo dei quali, nel maggio 2006, proprio durante la precedente edizione di “Spring Flag”, quando due F16 partiti da Decimo si sono scontrati durante un’esercitazione e sono caduti in mare a Costa Rei;

considerato che:

il sottosegretario Casula, rispondendo all’interrogazione 3-00014 del Sen. Martone ha ammesso che “lo svolgimento di tali attività possa comportare ripercussioni sul contesto territoriale e sotto diversi aspetti”;

Si chiede di sapere:

quali sono i costi di gestione di questa esercitazione e come sono suddivisi tra gli stati partecipanti;

come sono utilizzati gli eventuali introiti che il Ministero della Difesa ricava dalla manifestazione;

se il Ministro non ritenga opportuno intervenire affinché il territorio sardo non venga investito nelle prossime “Spring Flag”.

Roma 17/05/2007

GIOVEDI’ 8 FEBBRAIO

VAG61 – Officina dei media indipendenti
Via Paolo Fabbri 110 Bologna

Dalle ore 18:QUALE LIBERTA’ DI PENSIERO?

Martedì 11 Luglio 2006, 54 persone dell’Organizzazione sarda “A manca pro s’indipendentzia” furono svegliate all’alba, perquisite, inquisite e imputate per associazione sovversiva, nell’ambito di quella che venne denominata “operazione Arcadia”.
Per 10 di queste persone vi fu anche l’arresto ed il trasferimento nel carcere di Buoncammino. Dalla notte alla mattina queste persone vennero “messe al bando” e marchiate dalla Stato italiano come “terroristi”.
Decine di persone che da anni lottano a viso aperto nei luoghi di lavoro, nelle scuole, fra i disoccupati, per difendere la lingua e la cultura sarda, per lottare contro le basi che devastano la Sardegna, contro la guerra, accusate sulla base di intercettazioni telefoniche frammentarie e senza alcuna prova concreta.
Ad oggi 3 di queste persone sono ancora in carcere mentre le altre sono state colpite da misure cautelari di vario genere.

Questo caso è paradigmatico della progressiva limitazione della libertà di pensiero e di espressione in vigore in Italia, avvallata dal persistere di leggi speciali come la Reale-Cossiga e dall’introduzione del “pacchetto Pisanu” antiterrorismo.

Ore 18 discussione aperta con:

– Rappresentanti del “Comitato 11 Luglio – Contro la repressione”
– Alberto Masala (Poeta – Scrittore)
– Un rappresentante della “Campagna contro la legge 270 ed i reati associativi”

A seguire aperitivo sociale!

Ore 21 Cena popolare di finanziamento per il “Comitato 11 luglio – Contro la repressione”
A seguire letture e musica dal vivo!

VAG61 – Officina dei media indipendenti – via Paolo Fabbri 110 Bologna