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– Torra a lacanas tuas, ite bi faghes incúe? Béni, como toccat a tie… lèadindhe su logu meu… nos namus fintzas cheppáre. E deo so ‘etzu… como toccat a tie.

– Ma si mi che torro mi toccat de pedire a calecunu. E a mie no’ mi piaghet a pedire. E pius pagu mi diat piágher a línghere.

– E cun rejone. Ma candhomai no’ agattas sa manéra. Eo mi che so andhendhe. Est a ti mover in presse. Cheret chi torres a inoghe. Torra a lacanas tuas.


Fit amigu cun babbu. Mi connoschiat da-e minóre. E custas sun’ sas peraulas chi mi naraiat a donzi telefonáda chi a bías li faghía
da-e continente pro preguntare coment’istaíat.


dispedída

Lizéra bos siat sa tuccáda. Nos azis lassadu sas peraulas pius mannas. Ndhe las collimus. Como toccat de las sighíre pro contivizare su ch’azis ispramminádu in custa terra.

è morto Francesco Masala
una delle più grandi voci della gente sarda
che il viaggio gli sia leggero
noi qui continueremo a farlo vivere nelle sue parole

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– Ritorna ai tuoi confini, cosa fai là? Vieni, ora spetta a te… prendi il mio posto… abbiamo anche lo stesso nome. Io sono vecchio… ora spetta a te.
– Ma se torno devo chiedere favori a qualcuno. E a me non piace domandare. E tanto meno mi piacerebbe leccare.
– Giusto. Ma è possibile che non trovi un modo. Io me ne sto andando. Devi fare in fretta. Bisogna che torni qui. Ritorna ai tuoi confini.

Era amico di mio padre. Mi conosceva fin da piccolo. E queste sono le parole che mi diceva ad ogni telefonata che a volte facevo per sapere come stava.

addio

Che il viaggio vi sia leggero. Ci avete lasciato le parole più grandi. Le raccogliamo. Ora bisogna continuarle per conservare quello che avete seminato su questa terra.


rieccoli!

nel momento in cui si discute di liberare la Sardegna dalle servitù militari, nel momento in cui si crea un PACIFICO movimento d’opinione, eccoli di nuovo!
Due quasi-bombe a due quasi-ministri la cui azione, da questo momento in poi, verrà santificata. Come è successo da sempre quando si vuol far passare un’opzione più repressiva (se in Sardegna più di così fosse possibile…), un’ipotesi santificata dall’emergenza…

Dunque, eliminate subito dal sospetto le vittime (pur non credendo nella loro politica, davvero credo nella loro buona fede), chi rimane?

Da miscredente, ateo e pacifista, da sempre sostengo che il miglior sistema per rafforzare la FEDE sia quello di creare un contro/altare che si presti al gioco. La Chiesa Romana crea il demonio, lo Stato Romano crea il demone del terrorismo.

Allora i casi sono due:

1 – i terroristi esistono, e fanno spudoratamente il gioco della repressione con un’utilissima e fondamentale azione di ‘riscaldamento’ del clima. In questo caso sono solo degli imbecilli – utili e ben utilizzabili – che, se non in malafede perché stipendiati dal potere (il passato ci ha fornito luminosi esempi), sono certo carenti dal punto di vista umano ed intellettivo. E sono più ‘amici’ dell’altra parte che nostri.

2 – i terroristi non esistono, sono inventati dai servizi, e allora bisogna cercare lì, come sempre. Ma chi può indagare? i servizi stessi? Non fateci ridere: come per la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, Gladio, la P2, solo per citarne alcuni…

In ogni caso non siamo ancora del tutto rincretiniti… lasciateci almeno il sospetto: tutto è sempre così perfetto e funzionale… al punto ed al momento giusto.

L’antica saggezza della nostra gente ci ha trasmesso un atteggiamento che consiglio sempre a tutti quelli che, senza porsi troppe domande come la maggior parte dei giornalisti, assimilano immediatamente le analisi e le versioni ‘ufficiali’ dei fatti:

Chi ci guadagna?
Tutti coloro che voglio conservare lo ‘status quo’, lo stato delle cose. Chi vuole una Sardegna militare, sottomessa e rassegnata, turistica quel che basta per alimentare il bisogno di ‘selvaggio’ degli zombies costieri. Mentre in Quirra si pensa di potenziare il ‘supermarket’ delle armi ed a Teulada appare lo spettro di un ‘passo indietro’ sulla liberazione dell’area.

Chi ci rimette?
La Sardegna ed i Sardi… gli arrestati dell’11 luglio a cui spero arriverà giustizia e risarcimento… gli abitanti delle zone ‘occupate’… le inchieste sull’uranio impoverito… sui tumori… un’ipotesi di contrattazione differente con uno Stato oppressivo ed arrogante. Ci rimettiamo tutti noi: i divergenti, i non-omologati, i pacifisti, le persone che attivano il cervello e lo spirito.

Queste bombe, per fortuna senza vittime, hanno solo un aspetto positivo: ancora una volta ci costringono a pensare… e dunque, da spiriti liberi, anche a dubitare

Auguro in tutti i casi, a chiunque le abbia confezionate, ki ancu sas manos si lis sikken’ ke-a su Milesu, ki contaiat s’arantzu cun su pé. (Traduzione: Che gli si possano seccare le mani come al Milese, che contava le arance con i piedi – ovvero… come a quel signore di Milis che al mio paese vendeva arance, ma non aveva le mani e le contava con i piedi).
E speriamo che funzioni, così scopriamo chi è stato.

Alberto Masala

p.s.
a proposito, un giorno dopo aggiungo l’intervista di Giorgio Pisano dell’Unione Sarda con Erricu Madau, portavoce di A manca pro s’indipendentzia.
Irbarriatikéla (download)comitato 11 luglio

 

eccoli… li stavamo aspettando…

STRANOS ELEMENTOS

la crew sarda di Porto Torres presenta il primo album ufficiale oggi in concerto a Agabbakéla insieme agli Assalti Frontali


il link dei nostri amati sussinchi di scoglio

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su situ de sos KENZE NEKE, kin biografia, imazines e fotos vetzas e de su cuncertu ‘e Solarussa, su 19 de austu.

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il sito dei KENZE NEKE, biografia, vecchie foto, e il concerto di Solarussa, che ha segnato il ritorno del gruppo, il 19 di agosto.

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a ateros annos menzus

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FUORI LA BANDIERA CONTRO LA REPRESSIONE!

Il Comitato 11 Luglio costituito dopo gli arresti dei dieci militanti di a Manca pro s’Indipendentzia, a seguito del divieto imposto ad uno dei reclusi di tenere in cella la bandiera dei quattro mori si domanda:

PERCHE’ TALE DIVIETO?

Essa è il simbolo del popolo sardo e della nostra terra in questo caso viene invece considerato alla stregua di un simbolo eversivo!
Il comitato intende sensibilizzare tutti proponendo di esporre la bandiera dei quattro mori fuori dalle finestre in segno di solidarietà e per manifestare pubblicamente l’orgoglio per la propria appartenenza

FUORI LE NOSTRE BANDIERE !!!

Per adesioni contattare il seguente numero: 3497817180

11 Novembre 2006 Casteddu: Manifestazione!

26 Ottobre, e 9 Novembre 2006, dalle 18 alle 20, Sassari: Il Comitato 11 Luglio sarà presente in p.zza Castello con un banchetto informativo e di sensibilizzazione sulla incostituzionalità della legislazione vigente in materia di reati associativi e di pensiero, art. 270 e seguenti.

Contro la violenza della repressione per la libertà!

info: comitato 11 luglio

>ricevo e pubblico il comunicato che segue.
Ma approfitto per ricordare il ‘duro’ (uso un dolce eufemismo) rapporto dell’Italia con la Sardegna, caduta, ahimé, nelle sue avide spire un paio di secoli fa.

Ebbene, da circa duecento anni l’Italia ha agito come la Turchia con i Curdi o la Russia con i Ceceni. La sanguinosa colonizzazione è arrivata con due leggi pesanti: divieto delle lingue (abolita solo recentemente su pressione della Comunità Europea) e creazione della proprietà privata delle terre per originare una borghesia agraria che reggesse il sistema.
E sempre repressione, carceri, basi militari… pensate che a Nuoro c’è una divisa ogni otto abitanti. Infine il turismo… “quel turismo” che è riuscito persino a cambiare la toponomastica dei luoghi. La storia è lunga e costellata di morti e di ingiustizia.
La colpa dei sardi? essere sardi in un isolamento intellettuale e politico che viene indiscriminatamente da tutte le componenti, da destra a sinistra.
Normalmente gli intellettuali, gli artisti, tutti coloro che dovrebbero avere una relazione immediata ed abituale con le questioni etiche, in Italia come in Sardegna tacciono infastiditi o ne sorridono con sufficienza, portando la responsabilità colpevole di una complicità con i sistemi repressivi. La criminalizzazione di un popolo, la sua espropriazione culturale e materiale, è un percorso tipico di ogni colonizzazione. Cercare di resistere, soprattutto culturalmente, è un crimine. Questo, a mio parere, appare il caso dei dieci arrestati in base ad un TEOREMA di cui finora non si conoscono elementi concreti. Chiediamo di saperne di più.

ECCO IL COMUNICATO

11 luglio, Sassari trema. Alle cinque del mattino gli elicotteri della polizia prendono d’assalto la città, decine di uomini delle forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa fanno irruzione a casa di 55 militanti dell’organizzazione “a Manca pro s’Indipendentzia”. Il bilancio dell’operazione “Arcadia” è di dieci arresti: Emanuela Sanna, Pier Franco Devias, Marco Delussu, Marco Peltz, Salvatore Secchi, Roberto Loi, Bruno Bellomonte, Stefania Bonu, Alessandro Sconamila e Massimiliano Nappi. Accusati di associazione sovversiva con finalità di terrorismo. Tutti appartenenti secondo gli inquirenti a due formazioni terroristiche: Npc (Nuclei proletari per il comunismo) e Oir (Organizatzione indipendentista rivolutzionaria). Gruppi armati, secondo l’inchiesta, che si sarebbero resi responsabili, negli ultimi quattro anni, di almeno trenta fra attentati dinamitardi e azioni dimostrative. Passa un mese, passano due mesi, Bruno Bellomonte viene scarcerato perché la macchina delle intercettazioni s’inceppa. Bellomonte, al tempo di un’intercettazione effettuata a Sassari, si trovava in Tunisia. Mentre per Massimiliano Nappi, Stefania Bonu e Alessandro Sconamila, il Tribunale del riesame decide di tradurre la carcerazione preventiva in arresti domiciliari. Chi conosce i ragazzi di “a Manca” trova davvero improbabile l’ipotesi del pm De Angelis, che vedrebbe nei militanti dell’organizzazione dei pericolosi criminali che hanno attentato all’incolumità delle persone in varie occasioni.

Naturalmente la giustizia deve fare il suo corso e riponiamo nelle istituzioni fiducia perché la verità prevalga. Ma chiediamo anche che l’inchiesta sia veloce e si arrivi presto al processo, come del resto dovrebbe essere in tutti i casi nei quali ci sono detenzioni preventive, tanto più che le accuse risalgono a fatti accaduti oltre 18 mesi fa. Non esiste certo la possibilità di inquinamento delle prove. Né il pericolo di reiterazione del reato. Anche il trasferimento improvviso (del 23 ottobre) di Salvatore Sechi dal carcere cagliaritano del Buoncammino a quello di massima sicurezza di Parma appare poco comprensibile per il momento in cui avviene.

CHIEDIAMO DUNQUE CHE SU QUESTA INCHIESTA NON CALI IL SILENZIO.

sito del comitato 11 luglio

per sottoscrivere o dare solidarietà


serge pey – riccardo pittau – gavino murgia – paolo angelialberto masala

ecco le mie date di quest’estate in Sardegna (in aggiornamento)

agosto

– ven 4 – PORTO TORRES – in concerto con PAOLO ANGELI e RICCARDO PITTAU

– sab 5 – PORTO TORRES – con SERGE PEY

– mer 9 – MEANA SARDO – con SERGE PEY

– gio 10 – SINISCOLA – con SERGE PEY

– gio 31 – NUORO – casa di Grazia Deledda – ospite del concerto di GAVINO MURGIA insieme a Luciano Biondini (fisarmonica) e Jarrod Cagwin (batteria) Simonetta Soro (voce) e Giacomo Verde (video)

 

settembre

– sab 16 – SINISCOLA – con GAVINO MURGIA

– dal 21 al 24 – ASUNI – direzione artistica di Parole e Visioni intorno al viaggio

 

ottobre

– dom 1 – VILLACIDRO – concerto di chiusura del Premio Dessì con PAOLO ANGELI – RICCARDO PITTAU – GAVINO MURGIA


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AsuniFilmFestival
Cinema e terre di confine

Proiezioni, dibattiti, anteprime, incontri conviviali
Retrospettiva sul cinema cubano
Storie di Piera: omaggio a Piera Mossa

ASUNI 27/30 luglio 2006

Direzione artistica: Enrico Pitzianti

continua il PROGETTO ASUNI con la seconda edizione dell’AsuniFilmFestival che – dopo l’anno scorso – dedicato alla cinematografia Lappone – quest’anno si rivolge al cinema cubano.

“Perché ho scelto il cinema cubano”
Nota di Enrico Pitzianti
Nel 1995 aprii le pagine del New York Times e mi soffermai su una recensione di una rassegna di cinema cubano in corso al Lincoln Center Cinemas. Fu amore a prima vista; mi colpì soprattutto la freschezza e l’ironia attraverso le quali gli autori cubani raccontavano storie e drammi dei loro personaggi. Negli anni ho coltivato questa passione: vedendo nuovi film scoprivo nuovi autori, e mi rendevo conto che la distribuzione del cinema cubano si fermava alla sola Spagna. Così ho colto l’opportunità dell’ASUNI FILM FESTIVAL per portare il cinema cubano in Sardegna sperando così di fare cosa gradita ai nostri cinefili con queste pellicole straordinarie. Ci saranno anche altre opere di giovani autori dalla Danimarca, la Finlandia, la Francia, la Croazia e la Sardegna che raccontano terre, luoghi e storie di confine di ieri e di oggi. La mia speranza è che questo cinema, fuori dai grandi circuiti di distribuzione, riesca a colmare le distanze e a dare una lettura diversa della complessità che oggi attraversa la cinematografia internazionale.

Buona visione

Ecco il LINK per avere il programma completo

COMITATO SARDO GETTIAMO LE BASI

La partecipazione di Emidio Casula, sottosegretario alla Difesa, ai macabri festeggiamenti del poligono della morte “Salto di Quirra” e’ una ferita bruciante alla sensibilita’ della stragrande maggioranza del popolo sardo e un funesto segnale di continuita’ con la politica dell’insabbiamento dei “morti scomodi” e del potenziamento della struttura di guerra perseguita dai precedenti governi di centrodestra e centrosinistra.

Il poligono della morte Salto di Quirra e’ l’esempio peggiore della colonizzazione militare selvaggia inflitta all’isola, fondata sulla rapina delle risorse, della salute e della vita della popolazione. Ricordiamo le cifre della strage in atto, emerse fin dal gennaio 2001 (governo D’Alema): Poligono Interforze Salto di Quirra, 15 militari affetti da tumore; Quirra, 150 abitanti, 20 persone colpite da tumori emolinfatici; Escalaplano, 2.500 abitanti, 14 bambini con gravi alterazioni genetiche.

Il sottosegretario tenta goffamente di coprire l’oscenità con la foglia di fico dell’ennesima promessa di improbabili ricerche sull’uranio impoverito (sarebbe l’indagine numero 9!) “dimenticando” che:
1) il proseguimento dell’indagine sull’uranio impoverito (DU), avviata dal Senato nella passata legislatura, e’ atto dovuto;
2) il DU e’ solo uno dei tanti veleni, noti e non noti, sparsi a piene mani dalle multinazionali delle armi e dalle forze armate di mezzo mondo nel corso dei 50 anni di vita del poligono della morte.

Il sottosegretario, in rispetto del suo ruolo istituzionale, si attivi affinche’ il nuovo Governo non si renda complice della strage, ponga fine all’illegalità permanente e si adegui alle norme internazionali, sottoscritte dall’Italia, che sanciscono l’obbligo degli Stati di osservare il principio di precauzione. Da questo DOVERE discende la necessita’ urgente di sospendere tutte le attivita’ del poligono, almeno fino a quando non siano stati individuati e isolati gli agenti killer e il territorio sia stato decontaminato.

Solo dopo aver attivato la procedura di moratoria delle devastanti attivita’ belliche si puo’ parlare e discutere d’indagini e accertamenti. Il miraggio di “indagini scientifiche” e’ stato usato troppo a lungo come oppio per narcotizzare l’allarme sociale.

Il sottosegretario DICA:
1) a quanto ammontano le risorse finanziarie che ministero della Difesa e Governo intendono stanziare per indagini e bonifica. Secondo le stime condivisibili del Procuratore militare di Cagliari Carlo Rosella effettuate per la sola area a terra del poligono di Capo Teulada, il costo equivale a quello di una manovra finanziaria;

2) come intendano reperire i fondi e in quale capitolo di spesa intendano iscrivere i costi ingenti. Noi diamo un’indicazione: dirottamento delle risorse finanziarie sperperate per le disumane missioni di guerra in Irak e Afghanistan.

3) a quanto ammontano le risorse stanziate, stando agli impegni del precedente Governo, per bonificare il tratto di mare prossimo alla costa del poligono di Capo Teulada. Lo studio commissionato dal precedente ministro alla Difesa al CNR indica “costi astronomici”.

E’ del tutto ovvio che ad indagini da due soldi corrispondano risultati a credibilita’ zero, a bonifica a costo zero corrisponde una decontanimazione zero.

Invitiamo i sindaci che hanno partecipato alla festa della morte ad attenersi al loro dovere istituzionale di garanti dell’incolumita’ e della salute dei loro cittadini.

Comitato sardo Gettiamo le Basi
tel 338 6132753.

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ecco il comunicato/petizione della RETE LILLIPUT per opporsi alla svendita delle aree minerarie sarde


è importante aderire e mobilitarsi per una Sardegna non più colonia turistica, industriale, penale, militare


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