anche se può sembrare assurdo, vado in Iraq, a Basrah e Baghdad, per il festival letterario Al Marbid…
>
L’ex-sindaco di Burgos, paese di montagna del Gocèano in provincia di Sassari, risponde ad una interessante e bella intervista di Sandro Arcais.
Trovo inutile un mio commento: ogni parola dell’intervista è misurata, intelligente, giusta e necessaria, ed io non farei altro che disturbarne l’essenzialità: taccio e lo ascolto parlare rispettando il suo coraggio.
Gli mando un abbraccio.
L’intervista risale all’aprile del 2009. Pino Tilocca è stato per cinque anni, come sindaco di Burgos, oggetto di intimidazioni e attentati diretti e indiretti. Il padre Bonifacio è morto 28 febbraio del 2008 in uno di questi.
ecco qui, sul sito di Sandro Arcais, i video dell’intervista a Pino Tilocca
In rete ho trovato una bella intervista a Beppe Ramina, che dice molto e con chiarezza sull’impegno etico e politico. Beppe è un vecchio amico che non si è mai dimesso dalle proprie responsabilità e, dopo tanti anni, fa piacere ritrovarlo intatto. Parla dell’omosessualità in relazione con la politica, un discorso che oggi si sente fare molto raramente.
Io sono un “etero-militante”, ma vorrei vantarmi di essere stato uno dei primi a varcare la soglia del Cassero, lo storico centro di cultura ed incontro omosessuale a Bologna, ed aver partecipato come artista (sempre etero) al Gay Pride…
Bei tempi, quando l’esigenza di liberazione ci affratellava e assorellava tutti. Sapevamo con certezza che quelle non erano battaglie ‘di genere’, ma solo etiche, umane…
Si faceva politica nel modo più divertente che si possa immaginare. Ci eravamo liberati del peso dell’ideologia per trasformarla in ideale, in idea etica, e, soprattutto, in pensiero del quotidiano.
Cito alcuni passaggi dell’intervista a Beppe.
Qui per continuare a leggerla tutta…
« (….) Al di là del rapporto con i partiti, mi pare che sia l’adozione stessa di categorie politiche a indebolire l’energia che avrebbe il pieno dispiegarsi del discorso delle sessualità dei generi, delle omosessualità, del nomadismo identitario. Penso che all’origine della debolezza di visione ci sia qualcosa che affonda nella cultura, che ha a che fare con l’introiezione del pregiudizio omofobico. Da qui un’idea minoritaria di noi stessi, come comunità di persone e come singoli individui; la convinzione, declinata in vari modi, di essere una minoranza e non una parte della società. Agisce altrettanto negativamente la radicata ed estesa convinzione che esistano per davvero persone eterosessuali e persone omosessuali – e che non siano costruzioni sociali – e che il nomadismo erotico e affettivo non sia l’orizzonte di riferimento. Infine, la percezione diffusa di essere vittime e non protagonisti. (….)»
«Le premetto che non sono d’accordo con chi pensa che i successi a livello istituzionale siano la misura della nostra forza e del nostro benessere. Nel momento in cui siamo protagonisti della nostra vita e della nostra storia abbiamo già ottenuto la sostanza di ciò che ci serve: la mia serenità e la mia libertà, anche di lottare, non dipendono dalle concessioni dello Stato o del Vaticano, ma dal darmi valore e agire in autonomia (….)».
per il reddito minimo garantito
Città in cui è presente: Bologna, Rimini, Parma, Reggio Emilia.
bartleby è tornato a casa
audiocomunicati e informazioni su zic.it
festa della letteratura e delle arti
evento – luogo di sperimentazione – laboratorio
quinto anno
16-17-18 ottobre
info e materiali: www.progettoasuni.com
Il viaggio intrapreso con il primo album Posthudorra in Casthurina continua nel secondo, Resuggontu dove il titolo stesso (Resoconto) gioca su un doppio significato, sottolineando da una parte il rendersi conto della situazione a livello globale con tutte le sue contraddizioni, e dall’altra il farsi carico della responsabilità di trasportarlo in rima facendo un vero e proprio resoconto della situazione.
bello ed importante, il documentario OIL di Massimiliano Mazzotta è in tour
OILtour GIUGNO-LUGLIO 2009
>L’altra sera mi sono commosso a vedere 1200 persone, di cui almeno 1000 sardi, che venivano a sostenere l’intelligente iniziativa del Renàutobus. C’era calore, attenzione, affetto. E una presenza eccellente di sensibilità e generosità. Ho sentito di appartenere a un grande popolo. Una serata indimenticabile sotto tutti i punti di vista, non ultimo quello della qualità delle proposte artistiche. Non voglio continuare per non esagerare con gli aggettivi, ma credetemi: dagli anni settanta non vedevo una tale partecipazione ed un tale entusiasmo. Comunque, per chi non c’era, ecco i links divisi in due filmati:
Domani pomeriggio alle 15 parte il Renàutobus e diventa reale la scommessa che insieme al comitato Bologna per Soru abbiamo intrapreso lunedì scorso al teatro delle Celebrazioni: molti giovani potranno tornare per votare.